Iaquinta nei guai. Cavani vuole Napoli? Analisi e commenti.

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L’ex attaccante della Nazionale, della Juventus e dell’Udinese, Vincenzo Iaquinta, è stato condannato in primo grado a due anni di reclusione nel processo di ‘ndrangheta Aemilia, a Reggio Emilia. L’ex calciatore è accusato di reati relativi alle armi: per lui erano stati chiesti sei anni. Condannato, invece, a 19 anni il padre Giuseppe, con l’accusa di associazione mafiosa. “Siete ridicoli, vergogna”, hanno urlato Iaquinta e il padre uscendo dall’aula del tribunale durante la lettura della sentenza.

Iaquinta, nato a Crotone il 21 novembre nel 1979, ha mosso i primi passi da calciatore nel Reggiolo, in provincia di Reggio Emilia. Dopo due anni trascorsi nella squadra emiliana, l’attaccante si trasferisce, a 19 anni, nel Padova in Serie B, dove colleziona 13 presenze e tre reti, nel 1998. Poi due stagioni in Serie C1 al Castel di Sangro (8 reti in 52 partite) e il salto in Serie A, nell’Udinese. L’esordio è datato 1° ottobre 2000, con un gol nel 4-2 contro il Brescia. Iaquinta mette la sua firma anche in Champions League, al debutto, nel 2015, con una tripletta contro il Panathinaikos. Per gli appassionati delle statistiche, 58 reti in 176 presenze con la maglia dell’Udinese. L’attaccante fa sognare i tifosi friulani e approda anche in Nazionale, con cui nel 2006 diventa campione del mondo in Germania. Sempre in azzurro, da segnalare anche un bronzo agli Europei Under 21 in Svizzera nel 2002. Poco dopo la vittoria del Mondiale, ecco l’approdo alla Juventus per l’attaccante calabrese. Dal 2007 al 2012, 30 reti in 86 presenze. Poi una comparsata al Cesena e il ritorno alla Juve, prima del ritiro il 1° luglio 2013.

 

Il Pescara resta in testa al campionato di B anche dopo la decima giornata di andata, che premia anche la forza del Palermo, ora secondo per il ko del Verona ad Ascoli.

Gli abruzzesi ottengono l’1-1 in extremis sul campo del Cosenza. I padroni di casa rompono il ghiaccio al 44′ con Maniero che sfrutta un’incertezza di Fiorelli su Tutino per segnare a porta sguarnita. A 2′ dalla conclusione, colpo di testa di Crecco per l’1-1 ospite che genera la protesta dei calabresi (espulso Braglia), convinti che il pallone non sia completamente entrato.

Grande prova del Palermo, che passa per 3-0 sul terreno del Carpi. Rosanero in vantaggio al 5′ con Faletti, che sfrutta l’imbucata di Haas per battere in diagonale Colombi. Nel recupero emiliani in dieci per il doppio giallo a Pezzi. I siciliani approfittano della superiorita’ numerica al 16′ con Jajalo, che infila il tap-in dopo una punizione di Nestorovski. Anche il Palermo in dieci al 21′ per il rosso diretto a Rispoli ma capace, al 29′, di fare tris con Nestorovski.

Palermo a quota 18, a -1 dal Pescara ma a +1 dal Verona, battuto per 1-0 dall’Ascoli. Match vibrante e ricco di occasioni al ‘Del Duca’, deciso da una marcatura a 5′ dal novantesimo di Cavion, che ribatte in rete una conclusione di Ninkovic che si era infranta sul palo.

Emozioni e gol al ‘Curi’, dove il Perugia piega il Padova per 3-2. Umbri in vantaggio al 17′: Dragomir crossa per Verre, che stoppa e batte Merelli. Gli ospiti pareggiano al 45′: Gabriel affonda in area Capelli, rigore e Capello calcia di giustezza l’1-1. Al 16′ nuovo vantaggio biancorosso: Merelli prende con le mani un retropassaggio di Contessa, punizione e gran botta di Falasco per il 2-1. Al 30′, 2-2 del Padova con Cappelletti, che sfrutta al meglio un pallone vagante. Gara finita? No, perche’ al 2′ minuto di recupero tocca a El Yamiq, su gran assist di Mustacchio, far esplodere la gioia del ‘Curi’.

Venezia corsaro allo ‘Zini’ contro la Cremonese: i lagunari, con mister Zenga in tribuna per squalifica, sbloccano lo score al 33′ della ripresa con Dimariano, bravo ad incunearsi e a superare Radunovic.

Cittadella e Foggia si dividono la posta chiudendo sull’1-1. Pugliesi avanti al 21′ con un gran sinistro da fuori di Chiaretti, veneti che impattano al 29′ con capitan Iori, che di ginocchio rende vano un precedente miracolo di Bizzarri su Panico. A 2′ dalla conclusione, locali in dieci per il rosso a Rizzo ma Foggia incapace di concretizzare l’uomo in piu’.

Posticipata “per problemi di ordine e sicurezza pubblica in considerazione delle avverse condizioni meteorologiche che hanno colpito la provincia spezzina” la sfida al ‘Picco’ tra Spezia e Benevento, che con una vittoria potrebbe agganciare il Pescara al comando.

Domani due posticipi alle ore 21: Salernitana-Livorno e Lecce-Crotone, con i calabresi che, dopo l’esonero di Stroppa, saranno guidati in panca da Moschella, il tecnico della Primavera, in attesa del debutto, domenica, di Oddo. Riposa il Brescia.

 

Il Milan punta al ritorno in Champions League ma sa che “sarà una stagione sicuramente difficile”. Le ambizioni rossonere sono state riepilogate dal direttore generale dell’area tecnico-sportiva Leonardo, a margine del Golden Foot a Montecarlo.

“E’ normale che il Milan sogni la Champions League, è quasi normale dire che è il dna di questa squadra e di questa società – ha notato il dirigente rossonero, alla vigilia del recupero contro il Genoa -. E normale che si pensi a quello, e con la rosa che abbiamo è fattibile, tant’è che siamo a tre punti da quella zona lì con una partita in meno, siamo ancora in lotta. Manca ancora tantissimo ma rimane quello l’obiettivo, consapevoli che non sarà facile. Sarà una stagione sicuramente difficile”.

 

 

A Radio Marte nella trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma ha rilasciato alcune dichiarazioni: “La redazione sportiva di Si Gonfia la Rete ha contattato l’entourage di Edinson Cavani che ci ha autorizzati a riportato quanto segue per far chiarezza e non illudere i tifosi napoletani. “Al momento non c’è trattativa con il Napoli, nessun membro del club, dal presidente al direttore sportivo, ha contattato chi gestisce il calciatore. Edinson è un calciatore del PSG e l’obiettivo del club parigino è quello di vincere la Champions. Di conseguenza, il presidente del PSG non venderà mai calciatori importanti del club e quindi sarà difficile vendere Cavani. Inoltre, non bisogna illudere i tifosi del Napoli, al momento, ripetiamo, non c’è trattativa con il Napoli. Abbracci e baci con Aurelio e Edo De Laurentiis e staff medico? È normale, Cavani per tanto tempo è stato a Napoli ha dei bei ricordi ed è normale che si comporti così. Possiamo ribadire, per far chiarezza ancora una volta, che nessuno del Napoli ha intavolato una trattativa per il ritorno di Edinson Cavani a Napoli”.

 

 

In diretta a ‘ Un Calcio alla Radio’, trasmissione condotta da Umberto Chiariello su Radio CRC TARGATO ITALIA, è intervenuto Antonio Caliendo, agente e dirigente sportivo: ” Ieri ho visto Cavani? Guardate per quello che ho potuto leggere di Cavani è che lui è napoletano anche nell’animo. Sono rimasto veramente sorpreso per come parla, per come agisce, per il rispetto verso gli altri, per come agisce. Ha quel carattere napoletano, che tutti ci dicono che siamo simpatici, affabili. Cavani è un napoletano nato in Uruguay e che ora è a Parigi. Sono Napoletano? Sono di Mariglianella e ho studiato al Fonseca a piazza del gesù. Baggio? Il Napoli era disposto a tutto pur di avere Baggio, ma gli ho portato Maradona. È stata un’operazione studiata con Antonio Juliano, poi ho dovuto rinunciarci. Io rappresentavo Dirceu e lui non voleva giocarci. Perché? Maradona s’impose in quella occasione erano come dei concorrenti in campo. Mi fu confidata da Juliana questa cosa e io risposi “come?, io ti porto Maradona e tu mi mandi via Dirceu”, completa tu da solo a questo punto l’operazione. Baggio vicino al Napoli? È stato vicino al Napoli, per il desiderio del Napoli, non tanto per il suo, ma non perché odiava Napoli. Aveva 23 o 24 anni. Maradona arrivò nell’84 . Se voi mettete dei video contemporanei, vi accorgete che ci sono molte cose che hanno in comune. Maradona era più giocoliere, ma Baggio era forte. Per me i primi tre sono Pelè Maradona e Baggio. Cruijff giocava un calcio diverso, era più totale e meno individuale. Cruijff è cresciuto nel calcio totale del Napoli. Baggio vicino a Napoli a fine carriera? Baggio non accettò di parlarne, perché non era sicuro di poter giocare. Non dimenticate che ha avuto 5 operazioni e si ritirò perché il medico gli disse ” se vuoi ancora camminare devi smettere”. Cavani? Io questo lo so perfettamente e sono al corrente di quello che avviene nel mercato. Il problema è il PSG, non penso sia Cavani. Poi c’è l’ingaggio che credo non sia nelle idee del presidente del Napoli. Io personalmente gli portai un’offerta di venti milioni dalla Cina e il fratello me ne ha chiesti quaranta. Siamo a livelli stratosferici. Stando a Napoli penso che possa al massimo a sperare ad un dieci per cento rispetto a quello che vuole. Spalmatore? Questo dovete chiederlo a suo fratello, che è il suo procuratore. Il problema è vedere se ci sono le caratteristiche per poter accettare un discorso di ritornare a Napoli. Io riporterei Cavani a Napoli? Se devo essere sincero no. I ritorni sono sempre diversi. Cavani ha dato quello che ha dato a Napoli. Dover tornare vuol dire che deve eguagilarsi se non superarsi, considerando che non è tanto giovanissimo. Dipende anche dal rapporto economico, se non è un rapporto economico che non mi rovina ci penserei.”.

 

A Radio Marte, nel corso di Marte Sport Live, è intervenuto Marco Mazzocchi, giornalista: “Anti-Juve? Inter e Napoli, lo dice la classifica. Forse dirò una cosa scontata, ma l’anti-Juventus è la Juve stessa: solo lei può fermarsi, come ha ricordato anche Allegri. Inter e Napoli possono provarci, ma sarà difficile batterla. La Juventus ha Cristiano Ronaldo, ma non bisogna sottovalutare l’arrivo di Cancelo: la Juve ha due squadre fortissime, ma a volte pecca d’attenzione e fa passi falsi. Il Napoli può mettere qualsiasi squadra in difficoltà costringendola a stare sulla difensiva come è accaduto con la Roma, ma ricordo che c’è stata la stessa partita con la Juventus lo scorso anno. Quando il Napoli non è in serata, non è in serata. Com’è possibile però che il Napoli, che mette sulla difensiva molte squadre, riesce a segnare solo al 90esimo? Mertens o Milik? Dico Cavani! Maradona? Sono del ’66 ed in Rai ho iniziato nell’88. Intervistai Diego Armando Maradona in Italia ’90, ho un ottimo rapporto con lui, quando mi vede mi saluta con affetto e sappiamo tutti il che carattere ha Maradona. 58 anni da fenomeno, è uno dei più grandi talenti di tutti i tempi, poteva essere un grande cantante, scultore, pittore, ma è un talento assoluto e come lui ne nasce uno ogni secolo e guai a paragonare Messi o altri a Maradona”.

Beppe Bruscolotti: “Il compleanno di Maradona? Ogni volta lo spogliatoio veniva inondato di pasticcini e champagne, era una grande festa. Il gruppo era molto compatto. Quando c’erano ricorrenze si festeggiava tanto, ma con Diego era tutto diverso ed è anche normale. Hamsik record di presenze? Quando giocavo io non si giocavano tutte queste gare. Quando cedetti la fascia da capitano a Maradona e perchè me lo sentivo: è un qualcosa che si sente da dentro e non so se Hamsik lo farà con Insigne. Maradona non ha mai mancato di sottolineare e di ricordare quel mio gesto. Ho massimo rispetto per Marek Hamsik perchè ha sempre dato il massimo, ama la maglia e la città e si è sempre distinto anche negli atteggiamenti extra-campo: è una bella persona. Come calciatore resta incredibile, posso solo discutere solo il numero delle partite. Incontro con Hamsik? Alla 400centesima partita ho consegnato la maglia a Marek in campo”.

Claudio Onofri, allenatore: “Maradona è il più grande di tutti i tempi e anche con gli amici faccio sempre dei confronti che poi sono anche improponibili perchè i tempi sono cambiati. Pelè ad esempio, era anche più completo, ma Maradona è il calcio quando ero bambino e volevo diventare un giocatore, pensavo di diventare proprio come Maradona anche se non esisteva in quel momento perchè lui è l’essenza del calcio, la fantasia, il tocco, ha tutto. Ad inizio della stagione non mi aspettavo un Napoli così forte e organizzato e invece, con la guida di Ancelotti sono convinto che il Napoli possa pareggiare o addirittura fare meglio del Napoli di Sarri e mettersi in concorrenza con una super Juventus. Anti Juve? L’Inter l’ho sempre ritenuta più forte del Napoli con l’organico che ha e dopo la vittoria di ieri tutti si sono accorti della forza di questa squadra”.

Gianni Minà, giornalista: “Maradona ha smentito molte volte chi lo criticava ed è chiaro che appena ha avuto l’occasione di allenare l’ha presa al volo. Ha regalato felicità in Europa ed in Sud America ed è ricordato ancora oggi. Il mio ricordo più bello legato a Maradona? Quando Diego mi aspettò all’ingresso degli spogliatoi del San Paolo dopo la gara con la sua Argentina. Segnò l’ultimo rigore e prima del match mi disse “se le cose vanno bene ti aspetto all’ingresso degli spogliatoi”. A fine partita mi precipitai giù e quando arrivai, trovai già Maradona vestito ancora con pantaloncini e magliette che mi aspettava. C’erano tanti giornalisti e a tutti diceva: “Mi dispiace, ma ho un appuntamento con Minà”. Maradona è più popolare di qualunque altro personaggio, regge botta e a volte esagera anche nelle esternazioni, ma io gli voglio bene per questo, è sincero in tutto”.

 

Mamma mia quanto lavora Cristiano Ronaldo. A raccontarlo non è uno dei suoi biografi o un suo agente, ma un compagno di squadra letteralmente sconvolto dalla vicinanza con CR7. Il soggetto in questione è Blaise Matuidi, che ha parlato a RMC raccontando un aneddoto: “Dopo la partita contro il Manchester United eravamo tutti stanchi morti. Il giorno dopo, uguale. Cristiano no. E’ arrivato al campo e si è messo a lavorare come un matto. Ci dava dentro più di tutti e mi ha detto che lui “deve” comportarsi così. Ecco perché a 33 anni è un esempio per tutti noi e uno stimolo in più”.
L’influenza di CR7 non si limita ovviamente al lavoro della settimana. Anche nei 90 minuti ufficiali è una presenza fondamentale: “Sa fare cose che gli altri non fanno a contribuisce a migliorare tutto il gioco della squadra. Tutti quelli che scendono in campo al suo fianco si sentono molto più forti. In questo sta il suo essere leader”.


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