Napoli: Hysaj chiede di andare via. Calciomercato in fermento.

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Il tempo delle indiscrezioni e’ finito.
Il giorno dopo aver salutato Luciano Spalletti, l’Inter da’ il benvenuto ad Antonio Conte. Sara’ l’ex ct azzurro a guidare i nerazzurri dalla prossima stagione: l’ufficialita’ e’ arrivata in mattinata, con un comunicato sul sito del club.
“Sono sicuro che Antonio Conte sia uno dei migliori allenatori che esistano – lo accoglie il presidente Steven Zhang – Sono certo che ci aiutera’ a raggiungere il nostro obiettivo, a realizzare la nostra missione che e’ sempre la stessa: riportare questo club tra i migliori al mondo”.
“Inizia un nuovo capitolo della mia vita, sono entusiasta – le parole invece di Conte – Cerchero’ con il lavoro di ricambiare tutta la fiducia che il presidente e i dirigenti hanno riposto in me. Ho scelto l’Inter per la societa’, per la serieta’ e l’ambizione del progetto. Per la sua storia. Mi ha colpito la chiarezza del club e la voglia di riportare l’Inter dove merita”.
Conte torna dunque al lavoro dopo essere rimasto fermo un anno. Il 48enne tecnico salentino, che ha mosso i primi passi come vice di De Canio al Siena nel 2005, dopo la gavetta fra Bari, Atalanta e Siena (due promozioni in A conquistate) e’ stato il principale artefice della rinascita della Juventus, di cui era stato capitano da calciatore: il ciclo degli otto scudetti di fila nasce proprio sotto la sua guida, nell’estate 2012.

Nelle tre stagioni sulla panchina bianconera, Conte conquista tre titoli (il primo da imbattuto e il terzo col record di punti, 102) e due Supercoppe italiane oltre a una finale di Coppa Italia, una semifinale di Europa League e un quarto di finale in Champions.
Dopo il burrascoso divorzio (lascera’ i bianconeri il 15 luglio 2014, al secondo giorno di ritiro), la parentesi Nazionale dove, ribaltando tutti i pronostici, porta gli azzurri fino ai quarti di Euro2016, eliminati solo ai rigori dalla Germania campione del mondo.

A seguire l’esperienza inglese, al Chelsea: Premier League vinta al primo tentativo contro i vari Guardiola, Klopp, Wenger e Mourinho mentre nella seconda stagione conquista la FA Cup.
Il quinto posto finale in campionato e la mancata qualificazione alla Champions portano pero’ a un divorzio che finira’ in tribunale, con Conte che vincera’ la causa.
Ora, dopo un anno da spettatore, una nuova sfida: rilanciare l’Inter e interrompere il dominio della sua vecchia fiamma. (raisport)

”Il futuro di Icardi? Valuteremo tutte le situazioni e prenderemo le migliori decisioni per il club”.Antonio Conte, nuovo allenatore dell’Inter, commenta così la situazione relativa a Mauro Icardi, in un’intervista alla BBC.”Dobbiamo lavorare duramente per prendere le migliori decisioni, la squadra è la cosa più importante per il presente e per il futuro – ha proseguito -. Non ho avuto nessun contatto con Icardi, ho appena iniziato a respirare l’aria nerazzurra e ora devo entrare con le mani e coi piedi in questa nuova sfida”.
Sul mercato, Conte ha poi aggiunto: ”Lukaku? Non c’è stato nessun incontro, dovete parlarne col direttore sportivo così come per Sanchez. Abbiamo un piano, dobbiamo migliorare la squadra e saranno importanti i giocatori, ma altrettanto importante è il progetto e l’ambizione per ridurre il gap”.
“A me piace sempre utilizzare due parole per rendere il messaggio molto chiaro e semplice, sono educazione e rispetto”.”Io do educazione e rispetto però allo stesso tempo li pretendo. Sono le due parole chiave per costruire qualcosa di importante. Ci deve essere tanto entusiasmo, grande passione, cuore e poi quello che chiedo è senso di appartenenza perché penso che sia molto importante se si vogliono raggiungere grandi obiettivi. Siccome siamo l’Inter noi ci dobbiamo porre grandi obiettivi”. (raisport)

Il Cittadella vince la finale di andata del playoff promozione di Serie B e sogna in grande. Al ‘Tombolato’ la squadra di Venturato ha superato per 2-0 il Verona grazie alla doppietta di Diaw, al 6′ pt e al 35′ st. La finel di ritorno è in programma domenica sera al Bentegodi. Il Verona per essere promosso in Serie A dovrà vincere con due gol di scarto, con qualunque risultato (le reti in trasferta non valgono doppio e a parità di gol passa chi si è meglio classificata nella regular season, il Verona 5/o e il Cittadella 7/o). (ansa)

“La mia volontà è quella di fare nuove esperienze, conoscere un posto nuovo, nuove persone e una nuova squadra e perché no tentare di vincere qualcosa. Per me l’avventura con il Napoli è finita e spero di trovare una squadra che mi dia ciò di cui ho bisogno”. Lo ha detto Elseid Hysaj all’emittente albanese Digital, annunciando il suo addio al club azzurro. “Sono pronto – aggiunto – per una nuova avventura perché ho bisogno di cambiare. Io non sono il tipo a cui piace rimanere troppo nello stessa società e nello stesso ambiente, non mi piace dire che mi trovo bene e che non ho ambizioni maggiori”.(ansa)

Il gruppo di Gianluca Vialli è pronto a fare un rilancio per acquistare la Sampdoria. Ci sarebbe stata una telefonata da parte del magnate Jamie Dinan (principale finanziatore dell’operazione insieme ad Alex Knaster, altro big della finanza mondiale) al presidente Massimo Ferrero per chiedergli un nuovo incontro, preannunciando una proposta economica superiore all’ultima. Nel vertice di New York della settimana scorsa aveva messo sul piatto quasi 50 milioni più 30 per i debiti ricevendo un secco no da parte del proprietario della Samp. In caso di acquisto da parte di Dinan, Vialli diventerebbe il nuovo presidente della società. Intanto si va verso la risoluzione del contratto da parte del tecnico Marco Giampaolo: lunedì a Milano potrebbe arrivare l’ufficialità e il tecnico saluterebbe la Sampdoria dopo un’avventura durata tre anni. Su di lui ci sono Roma e Milan.(ansa)

Nonostante i veleni sulla Roma, il presidente James Pallotta garantisce che non mollerà la società. “Conosco la storia di questa città negli ultimi 3.000 anni, so come vanno le cose. Nessuno mi costringerà a lasciare la Roma”. La verità del presidente James Pallotta s – apprende l’ANSA – arriva da Boston con una lunghissima presa di posizione, pubblicata sui social della Roma.
“Ho fatto molti errori – ammette – ad esempio ho dato troppa autonomia a Monchi”.
Secondo Pallotta la reazione di De Rossi all’acquisto nel neo-campione del mondo francese Nzonzi fu “umana”. “De Rossi reagì male alla notizia dell’arrivo di Nzonzi, ma era umano: anche perche’ il giorno prima Monchi gli aveva detto che non l’avrebbero acquistato”. E’ una delle rivelazioni del presidente . “Il giorno dopo – prosegue Pallotta – De Rossi e’ tornato indietro, ha detto ‘ho sbagliato, andiamo avanti insieme”.
Palotta ha poi spiegato la sua gestione della Roma ed è tornato sui motivi per cui l’ha acquistata, replicando alla critiche più diffuse tra i tifosi: “Sono fermamente convinto che prima di questa stagione, almeno negli ultimi 4-5 anni, abbiamo allestito squadre molto competitive e desiderose di vincere. Ci siamo qualificati con regolarità in Champions League ma non è stato sufficiente per vincere un trofeo. Questo è un mio grande rimpianto, perché alla fine il motivo per cui sono qui è vincere trofei”. Così il presidente della Roma, James Pallotta, nella lunga lettera pubblicata sul sito giallorosso. “Con i miei investitori, ho versato centinaia di milioni di euro e ho già speso probabilmente quasi novanta milioni di euro in un progetto per lo stadio che avrebbe dovuto essere approvato anni fa: uno stadio che assicurerebbe benefici alla Roma, alla città e al calcio italiano” aggiunge Pallotta, specificando che “se qualcuno pensa che io sia interessato solo a fare soldi con la Roma, non potrebbe commettere errore peggiore”. “Non ho mai preso uno stipendio. Non ho mai tirato fuori un soldo dalla squadra. Non ricavo nulla dalle cessioni dei giocatori. Non guadagno niente dalle vendite delle maglie da gioco. Non prendo un centesimo” conclude (ansa)

La vita a volte sa sorprendere, andare ben oltre i paletti imposti dalla fantasia. Quello che pensavi fosse impossibile diventa in un lampo realtà, si palesa davanti agli occhi lasciandoti con meraviglia ed, in alcuni casi, perplessità. È il caso di ogni appassionato di calcio, affezionato alle vicende di casa Napoli, che in queste ore abbia avuto la sfortuna di inciampare sulle dichiarazioni di Elseid Hysaj, professione difensore monofase, con cui l’albanese annunciava l’addio al Napoli.
“Ho bisogno di cambiare, voglio provare a vincere qualcosa”. Così parlò il classe ’94, che se non fosse stato un pupillo di Maurizio Sarri difficilmente avrebbe avuto l’onore di vestire una maglia come quella del Napoli. Una maglia che lo ha portato ad accrescere enormemente il suo valore sul mercato e, soprattutto il suo ingaggio. Una maglia che lo ha visto impegnarsi, mostrarsi come giocatore perfetto per il sistema di Sarri nella fase difensiva, ma che lo ha visto collezionare la miseria di 0 gol e 7 assist in quattro stagioni. L’ultimo gol da professionista di Hysaj risale ad un certo epico Lanciano-Empoli del 17 aprile 2014, giusto per avere qualche riferimento storico e statistico.
Hysaj, dopo aver alzato la percentuale di potenziali malati di cirrosi epatica in Campania per la percentuale pari allo 0,7% dei cross riusciti, esce allo scoperto con parole onestamente fuori luogo. Non perché non si possa avere voglia di cambiare squadra, ma perché si dovrebbe almeno avere rispetto per la tifoseria e per la società che ti ha preso dal nulla e donato la popolarità. Di un bel tacer non fu mai scritto e niente esiste di più vero. Meglio tacere. Ci piace ricordare i lati positivi di Hysaj, la sua abnegazione in fase difensiva. Una cosa è certa: non mancherà al Napoli come calciatore. E, a questo punto, nemmeno come uomo…(Antonio Minervini di Tuttonapoli.net)


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