Dove il tifo è ancora tifo…
Di Matilde BerettaGrazie a Roberto Baggio e alla Gazzetta riscopriamo qualcosa che da noi è andato perduto per colpa del sistema:
il tifo da stadio.
Quello con tamburi, megafoni, bandieroni, striscioni, coreografie. Quello che va oltre il risultato e le aride polemiche che dilaniano i media calcistici.
Sentite qua: (fonte: La Gazzetta.it, intervista a Roberto Baggio):
“A proposito di Argentina, com’è diventato tifoso accanito del Boca?”. “Storia curiosa. Una domenica piovosa, in casa mia, vedevo una partita in tv insieme a un amico. Erano sul 4-0, si giocava alla Bombonera. A un certo punto inquadrano a lungo la curva dei tifosi: ballavano, cantavano, sbandieravano. Un’allegria contagiosa. “Bella forza fare così quando si vince”, dico al mio amico. E lui: “Roberto, guarda che loro stanno perdendo…” Folgorazione: da allora è diventata la mia squadra.
Quello stadio dà sensazioni incredibili. Una volta mi sono trattenuto alla fine della partita, seguendo la cerimonia di smontaggio di bandieroni e striscioni: tutto avviene ritmato al suono di tamburi; escono dallo stadio portando a spalla, in una fila lunghissima, 150 metri di striscione arrotolato. Da brividi”.
Per chi ha nel cuore il tifo vero sono parole, davvero, da brividi. Per chi è solo spettatore… non potete capire. Per capire la mentalità ultras bisogna viverla.
E voi vi sentite ultras o spettatori?
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Sono abbonato da anni in Curva e vi posso dire che effettivamente ormai il vero tifo non esiste piu’. Rispetto a qualche anno fa e’ tutto cambiato. INVIDIO TANTISSIMO LE CURVE ARGENTINE; li si divertono veramente; qui nemmeno i bandieroni ti fanno piu’ entrare. Ho visto cose che sfiorano il ridicolo.
Il nostro e’ un sistema che non serve a nulla. Vogliono avvicinarsi al modello inglese a tutti i costi ma non capiscono che non funzionera’ mai finche’ le leggi sono quelle che sono. La violenza ci sara’ sempre e piu’ ci sara’ repressione peggio sara’.
Saluti,
Marco R.