Ambrosini dove se lo metterà il deferimento?
Di Daniele GrattieriL’euforia da neo campione d’Europa aveva trasformato Ambrosini in un tifoso da stadio, portandolo ad esporre – dal pullman che fece il giro della città – uno striscione poco edificante, inequivocabilmente rivolto ai cugini nerazzuri: “lo scudetto mettilo nel c…” , per altro frase di un coro che in quei tempi era di moda tra i tifosi rossoneri.
Scandaloso? Becero? Indegno? No. Trattasi di sfottò, e potremmo discutere all’infinito sul ruolo e sul decoro che un giocatore – personaggio pubblico e professionista esposto al rumore mediatico – debba mantenere, sempre e comunque, anche durante un festeggiamento.
Ebbene, ora che – dopo sei mesi – Ambrosini è stato deferito per aver esposto uno striscione “dal contenuto offensivo”, ci chiediamo in tutta tranquillità quanto questa punizione faccia bene al mondo del calcio, e quanto invece non rischi di essere controproducente.
Da un lato, visto che in estrema ratio è stata tolto il diritto di esporre striscioni senza autorizzazione a tutti gli ultras d’Italia, ci sentiamo in dovere di applaudire questo sfoggio di coerenza. Ambrosini ha subito lo stesso metro di giudizio adottato per i tifosi.
D’altro canto, la punizione è davvero squallida, diciamocelo! E’ un sopruso, un abuso, inutile e potenzialmente dannoso.
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