Poker Germania, Italia ridimensionata
Di Emanuele Saccardo24′ Kroos (G), 45′ Goetze (G), 59′ Hector (G), 75′ Ozil rig. (G), 83′ El Shaarawy (I)
Facciamo bene attenzione: non è che adesso, all’improvviso, siamo diventati brocchi. Implicitamente vale che non ci eravamo di colpo trasformati in fenomeni dopo il pareggio con la Spagna. L’equilibrio, la via di mezzo, ecco la salvezza per non gettare palate di fango sul lavoro di Antonio Conte: la sua Italia esiste, è una creatura con punti di forza e deboli. Soprattutto “è”, al netto di una serataccia.
Una serataccia, va ribadito e sottolineato, che ci vedeva di fronte ai campioni del Mondo in carica. Mica la rappresentativa amatoriale del Friuli. Ci stava e ci sta tutta la superiorità tedesca, così come era preventivabile un calo azzurro, se non altro per la mancanza di confidenza di alcuni interpreti che poco hanno giocato insieme sin qui (Zaza e Bernardeschi, per dirne due).
Ci sta anche un altro esperimento sul modulo, la riproposizione del 3-4-3 visto con la Spagna; un modulo che può esaltare la velocità dei nostri esterni di centrocampo, in teoria sempre nell’ottica di creare superiorità numerica con quelli d’attacco. Ma un modulo non è un sistema, come ricorda un famoso mister: e allora se a centrocampo c’è poco filtro in fase difensiva e quasi nulla di propositivo in fase di costruzione offensiva, beh, la faccenda si fa dura. Specie se davanti hai la Germania. Specie se la tua coppia di centrali in mezzo è formata da Thiago Motta e Montolivo, non esattamente fulmini di guerra.
Chiaro che servirebbero altri test per collaudare l’idea offensiva dell’Italia che vorrebbe Conte. Peccato che quello dell’Allianz fosse l’ultimo prima della partenza di giugno verso la Francia. E allora consoliamoci con l’idea – o la speranza – che di qui a 3 mesi circa alcune dinamiche possano cambiare; che magari qualche altra piazza importante del Vecchio Continente perda certezze e solidità; che dalle nostre parti ci si ricordi quanto, spesso, nelle competizioni importanti l’Italia difficilmente fallisce. In fondo, al netto delle figuracce degli ultimi due campionati mondiali, siamo pur sempre vice campioni d’Europa uscenti. In fondo, parlando di Germania, l’Italia non perdeva dal 1995; e anche allora accadde in amichevole. In gare ufficiali non è mai successo e abbiamo tanti, ma tanti bellissimi ricordi. Qualcosa vorrà dire.
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