Italia-Inghilterra: tutto tranne che un’amichevole

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italy-vs-englandGià di suo, una partita di calcio tra Italia e Inghilterra non può mai essere declassata al rango di “amichevole”, bastano i nomi delle due Nazionali. Da una parte gli inventori del calcio moderno, i maestri; dall’altra gli scaltri allievi, i vituperati figli del Tricolore, sempre un passo avanti rispetto ai sudditi di Sua Maestà. Quattro titoli mondiali contro uno soltanto non bastano per far pendere la bilancia verso l’inno di Mameli ma sono un forte indizio. L’assenza inglese dalle prime kermesse intercontinentali non basta a giustificare una bacheca impolverata e vuota, è semmai la prova di come la pensassero (e forse la pensino) i britannici a proposito di tutti quelli che giocano a calcio lontano dal Regno Unito.

Italia, sinonimo di mentalità difensivista e inventiva, quella che fece passare alla storia “La battaglia di Highbury” come una delle migliori imprese del neo campione del Mondo Vittorio Pozzo, a dispetto della sconfitta per 3-2 patita contro lo snobismo della perfida Albione. Inghilterra, un altro modo d’intendere tutto: unità di misura, senso di marcia e, naturalmente, il calcio. Tra azzurri del Belpaese e Leoni d’oltre Manica le differenze si sprecano, così come le frizioni, gli attriti.

Non ultima una polemica nata in queste ultime ore e che ha per oggetto il mai dimenticato incrocio tragico tra Juventus e Liverpool allo stadio Heysel. Tra poco meno di due mesi saranno passati esattamente trent’anni dalla nefasta finale di Coppa Campioni giocata a Bruxelles, ma la sfida tra Italia e Inghilterra allo Juventus Stadium è sembrata alle due Federazioni un’occasione unica per anticipare le commemorazioni. Fin qui tutto nella norma, se non che i media britannici stanno facendo passare il messaggio secondo cui la società bianconera si sarebbe rifiutata di far ricordare le vittime del 1985 a margine della sfida tra le due Nazionali.

La realtà è diversa: i vertici della Vecchia Signora hanno semplicemente fatto notare che le celebrazioni ufficiali sono già programmate per il 29 maggio, data esatta del trentesimo anniversario della tragedia, ma che non si oppongono assolutamente a qualunque iniziativa posta in essere dalla Federazione (prova ne sia il fatto che al Museum esiste già uno spazio dedicato al ricordo dei caduti). Le repliche sono comunque attese, prima di domani sera ne sapremo di più. Invece, per ciò che riguarda una polemica tutta nostra, quella che coinvolge il c.t. Antonio Conte, la Juventus e i suoi tifosi, la cartina di tornasole sarà il fischio d’inizio della partita.

Si è parlato di grande gelo, di stadio mezzo vuoto, ci si è quasi spinti a teorizzare un boicottaggio di massa diretto all’Italia e a Conte, dopo la querelle Marchisio di pochi giorni fa. Vero è che una parte degli ultras bianconeri non ha mai digerito lo strappo del tecnico pugliese maturato la scorsa estate, così come molti sostenitori juventini si sono apertamente schierati dalla parte della società nel caso da “molto rumore per nulla” che ha avuto per protagonista il Principino.

Sembra tuttavia che l’ottimismo delle parole targate Dino Zoff (“Conte era ed è una bandiera della Juve, le bandiere non si fischiano. Riceverà gli applausi che merita”) sia il medesimo che 600 sostenitori hanno riservato al clan azzurro fuori dall’albergo torinese che ospita l’Italia. Cori e applausi per tutti, soprattutto all’indirizzo di Buffon e Barzagli; festa anche per lo stesso Conte al momento di uscire per una passeggiata e un caffè. Forse è altro baccano che si spreca intorno al niente, certamente al c.t. interessano più i risultati della sua Italia che non cementare un’immagine pubblica piaciona. Non sarà comunque un’amichevole uguale alle altre per Conte: tornare nello stadio in cui ha regalato alla Juventus 3 scudetti consecutivi, gli farà probabilmente impennare i peli sulle braccia. Non sarà un’amichevole in ogni caso, come accennavamo all’inizio. Tra Italia e Inghilterra non lo è mai.


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