Milan e Inter: vecchi problemi, punti di vista differenti
Di Emanuele SaccardoRipartita la stagione, i vecchi problemi – o nodi da sciogliere, se siete ottimisti di natura – sono sempre gli stessi.
Almeno dalle parti di Milanello.
Già, perché se sull’altra sponda del Naviglio meneghino, quella dell’Inter, si fanno i conti con il fisiologico pegno da pagare per il cambio in corsa della guida tecnica, un cambio che a De Boer è costato 5 punti su 6 nei primi 180 minuti, al Milan pare che nulla si sia smosso (cinesi a parte).
Eccolo qui il primo problema (o nodo, se preferite): all’Inter si è fatta una scelta apparentemente insensata – via Mancini, che non è che avesse vinto cento Coppe Campioni, dentro De Boer reduce dal suo 5 maggio olandese – per aprire un ciclo che sul lungo periodo darà senza dubbio frutti. Implicitamente la nuova livrea cinese griffata Suning ha fatto un mercato tutt’altro che pessimo, tenendo i pezzi pregiati (almeno fino a ora) e perfezionando ottime operazioni in entrata (Banega, Joao Mario, Candreva e Gabigol, per dire). Soldi e coraggio di rischiare.
Al Milan, invece, tutto appare esattamente come un anno fa. Se non fosse cambiato l’allenatore, nessuno si sarebbe accorto di nulla, perché non bastano il “colpo” Lapadula in luglio o l’arrivo del giovane Gomez a far ringalluzzire i tifosi del Diavolo.
Soldi e coraggio.
Al Milan pare manchino entrambi. Al di là della battuta di Montella nel post partita di Napoli a proposito del bonifico cinese con errato destinatario annesso, la realtà dice che il mercato rossonero è stato sparagnino. Per carità, i conti non sono mica un’opinione, né i cinesi sono tutti uguali e con lo stesso portafoglio. Però se dopo le prime due uscite i punti sono gli stessi dello scorso anno ma i gol subiti sono diventati 7 invece di 3; se la tensione è già alta (vedi i rossi a Kucka e Niang nella gara del San Paolo); se non basta super Gigio Donnarumma, incolpevole su tutte e sette le reti incassate, è già il caso di interrogarsi. Al di là delle disquisizioni sulla questione Mihajlovic, al netto degli investimenti, Montella e la società devono chiudersi in uno stanzino e spremersi parecchio.
Chiaro che non si cava mai il sangue dalle rape: il parco giocatori del Milan ha deficit in tutte le zone del campo, eppure l’età media (25,9 anni, 24,5 quella del reparto arretrato) fa pensare che cervelli freschi possano assimilare concetti e compensare eventuali carenze tecniche. In mezzo al campo è da scoprire Pasalic (in prestito dal Chelsea), Gomez e Romagnoli dovrebbero diventare la coppia centrale del futuro, Donarumma è già una garanzia, Lapadula potrebbe essere la spalla ideale di Bacca (forse solo il suo doppio, chissà): da qui Montella parta per costruire un Milan che sia almeno in grado di giocarsi un posto in Europa League.
Almeno in questo la società è cambiata: niente proclami per rastrellare abbonamenti. Sia ringraziato il cielo.
RISULTATI 2° TURNO SERIE A:
Lazio-Juventus 0-1, Napoli-Milan 4-2 (giocate sabato), Inter-Palermo 1-1, Torino-Bologna 5-1, Cagliari-Roma 2-2, Sassuolo-Pescara 2-1, Crotone-Genoa 1-3, Udinese-Empoli 2-0, Sampdoria-Atalanta 2-1, Fiorentina-Chievo 1-0
CLASSIFICA:
Genoa, Juventus, Sampdoria e Sassuolo 6, Roma e Napoli 4, Torino, Chievo, Lazio, Fiorentina, Milan Udinese e Bologna 3, Pescara, Palermo, Cagliari e Inter 1, Atalanta, Crotone ed Empoli 0
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