Torino batte Milan. Atalanta 2 Udinese 0. Maradona esalta Mertens.
Di Alessandro LugliA Frosinone è accaduto qualcosa di inaccettabile sul piano etico e sportivo. Il capitano Callejon ha lanciato la maglia verso i tifosi e alcuni di essi gliel’hanno restituita urlando «Meritiamo di più». Mertens, sbigottito, si è chiesto perché; i suoi compagni hanno guadagnato a testa bassa gli spogliatoi: a quel punto non c’era più una vittoria da festeggiare. Gli autori dell’incomprensibile e offensivo gesto, riconducibili al gruppo ultrà della Curva B, sono probabilmente tra coloro che sabato sera hanno issato in luoghi simbolo di Napoli, come piazza Plebiscito, striscioni contro De Laurentiis. È noto che lo contestino da anni, a prescindere da campagne acquisti e risultati. Il presidente del Napoli è tra i pochi dirigenti ad aver alzato un muro tra la sua società e queste fazioni con circostanziate denunce che dodici anni fa portarono anche ad arresti di capitifosi. Quei cori di contestazione al San Paolo, da un bel po’, vengono sottolineati dai fischi degli spettatori presenti in altri settori: nessuno può sentirsi padrone dello stadio e del tifo. Negli ultimi mesi si è aperto un dibattito sul senso di questa stagione e tutti i giudizi sono legittimi, così come l’omaggio all’ex allenatore. Ma dallo striscione «Sarri uno di noi», esposto sempre in Curva B una settimana fa, all’ingrato gesto di Frosinone ce ne corre. È offensivo per Ancelotti e i giocatori; per chi da anni si batte per tenere alto il prestigio della squadra, a cominciare appunto da Callejon. Meritiamo di più? Magari giocatori in grado di far compiere al Napoli il decisivo scatto per lo scudetto? Ma cosa potrebbe pensare un costoso fuoriclasse di una tifoseria in cui vi è una frangia che rifiuta in malo modo la maglia del capitano dopo una vittoria e una qualificazione Champions? Quale appeal potrebbero mai avere Napoli e il Napoli? La presenza di Ancelotti è uno stimolo, ma scene come quelle viste a Frosinone rischiano di essere un freno. Non ci meraviglieremmo se alcuni azzurri cominciassero a interrogarsi sull’opportunità di restare. (ilmattino.it)
«Credo di vivere un buon momento, ma devo allenarmi ancora meglio per la squadra. Non è importante fare gol, è importante aiutare i miei compagni e che tutta la squadra faccia bene». Amin Younes sorride, sa di aver sfruttato ancora una volta al massimo le sue qualità, ma non si accontenta. «Voglio allenarmi ogni giorno per stare bene. Ancelotti è stato importante per me in questi mesi, così come lo è stato tutto lo staff. Sentivo tanta pressione, lui mi ha aiutato molto in una nuova squadra, un nuovo campionato e con una nuova mentalità. Mi hanno aspettato e dato l’opportunità di migliorare, sono grato a loro e voglio restituire alla squadra e all’ambiente questa fiducia». Ancelotti aveva fatto i complimenti all’esterno tedesco, parlando del prossimo come dell’anno della consacrazione per lui. «Lo spero, ma spero ancora di più che possa esserlo per tutta la squadra» ha confessato a Dazn Younes. «Io darò il mio massimo per la città e la squadra, è il mio obiettivo. I gol non sono importanti, sono felice per questo momento ma non ci penso troppo, voglio essere importante per questo club». (ilmattino.it)
Ma quale tirare i remi in barca? Nonostante lo scudetto già in cassaforte Massimiliano Allegri è agguerrito come fossimo alla terza giornata di campionato. E lo dimostra ai microfoni di Sky Sport, quando un discussione tecnica con Daniele Adani successiva al pareggio tra Inter e Juventus si incendia in una polemica che si conclude con lo stesso allenatore bianconero che toglie l’auricolare e va via. Allegri si innervosisce quando la discussione si concentra sull’analisi tattica. «Siete tutti teorici – sbotta Allegri – Adani sei il primo che legge i libri e di calcio non sai niente. Non hai mai fatto l’allenatore, sei lì dietro e non sai cosa succede. Ora stai zitto, parlo io che sono l’allenatore che ha vinto sei scudetti». Adani replica innervosito: «No, fermo fermo, stai zitto lo dici a tuo fratello». La discussione si accende, i toni si alzano, vola anche qualche parolaccia «non rompere i cogl…», fino a quando Allegri abbandona il microfono e lascia il collegamento.E pensare che Allegri, poco prima, ai microfoni di Dazn era apparso più che mai sereno. «Ho Cristiano Ronaldo e sono contento. È importante avere un giocatore così, dopo il gol sbagliato si è arrabbiato molto, poi ha giocato un’altra partita», la sua analisi della partita. «Nel primo tempo – ammette Allegri – abbiamo sofferto le palle inattive, potevamo subire il 2-0: poi abbiamo fatto un bel secondo tempo. Stasera mi sono divertito. L’Inter è forte, lotta per la Champions: noi avevamo gli uomini contati, faccio i complimenti ai ragazzi. Stasera quando avevamo la partita in mano abbiamo smesso di allargare il gioco e l’Inter è ripartita tre volte. Bisogna continuare con qualità e migliorare l’ultimo passaggio. C’è da fare i complimenti a tutti, ho chiesto ai ragazzi di giocare puliti nel secondo tempo: bisogna migliorare la qualità del passaggio, dobbiamo presentarci più davanti al portiere».(ilmattino.it)
Dries Mertens come Diego Armando Maradona. Il belga segna a Frosinone e raggiunge l’argentino, ora sono 81 le reti in Serie A per Mertens con la maglia azzurra, proprio come quelle segnate a suo tempo dal Pibe de Oro che aveva incantato Napoli. «Voglio congratularmi con Dries Mertens per le 81 reti raggiunte oggi. Spero con tutto il cuore che continui a segnare ancora tanti gol con il Napoli!» il messaggio dell’ex stella argentina è arrivato nella serata italiana direttamente da Instagram. L’obiettivo di Mertens è ora raggiungere Maradona nella classifica generale dei marcatori azzurri (106 contro 115 gol). (ilmattino.it)
Nel posticipo domenicale, il Torino vince lo scontro diretto con il Milan e aggancia proprio i rossoneri a quota 56 punti, due in meno della Roma quarta in classifica. All’Olimpico finisce 2-0 per i granata, che sbloccano la sfida nella ripresa: Belotti trasforma un calcio di rigore al 58′, Berenguer raddoppia al 69′. La squadra di Gattuso chiude in 10 uomini per l’espulsione di Romagnoli all’82’. (mediaset)
Carlo Ancelotti, presente presentazione del libro di Alberto Costa ‘Da Calciopoli ai Pink Floyd’, ha parlato anche di Napoli come riporta la redazione di Sky Sport: “A Napoli c’è un po’ di malessere, probabilmente per la delusione dello scorso anno e anche quest’anno ci si aspettava qualcosa di più. Però la realtà è questa, siamo una società seria e sana con un progetto. Il Napoli però non può comprare giocatori che guadagnano 10 milioni a stagione, altrimenti salterebbero i conti e le regole del Fair Play Finanziario non lo permettono. Il progetto va avanti, continua, facendo il passo per quella che è la gamba del Napoli”. Un passaggio anche sul recente passato ed alcuni contatti col Milan. “Il Milan ai tempi, quando allenavo e giocavo, quando Galliani si muoveva stava lì fino a che non portava a casa il giocatore. Quando è arrivato a Madrid la corte è stata serratissima, io dovevo essere operato, avevo dei problemi da risolvere. Avevo un problema alla cervicale, dovevo star fermo un paio di mesi”. (tuttonapoli.net)
Sono passati 29 anni dal secondo Scudetto del Napoli. In quella squadra c’era anche Diego Armando Maradona, e proprio El Pibe de Oro ha ricordato proprio quello Scudetto attraverso un post su Facebook: “29 anni fa il nostro secondo Scudetto. Questo amore non si cancella”. Maradona elenca poi tutti i protagonisti di quell’anno, dai giocatori passando per l’allenatore arrivando al presidente Ferlaino: “Andrea Carnevale, Ricardo Alemão, Raffaele Di Fusco, Giuliano Giuliani, Giovanni Francini, Giancarlo Corradini. Alberto Ginulfi, De Meo, Tebaldo Bigliardi, Massimo Tarantino, Massimo Mauro, Alberto Bigon, Diego Maradona, Massimo Crippa, Ciro Ferrara, Roberto Bianciardi, Salvatore Carmando. Raffaele Cerullo, Tommaso Starace, Alessandro Renica, Fernando De Napoli, Antonio Careca, Maurizio Neri, Gianfranco Zola, Luca Fusi, Marco Baroni, D’Iglio. Corrado Ferlaino, Gianni Punzo, Luciano Moggi, Carlo Iuliano, Saverio Vignati. #ForzaNapoliSempre #Scudetto”. (tuttonapoli.net)
Deferito il Palermo e Maurizio Zamparini a causa di una serie di irregolarità gestionali e di atti che hanno falsificato la rappresentazione di una situazione contabile debitoria che, se nota, “avrebbe impedito l’iscrizione ai campionati di calcio”. Deferita anche la società siciliana, per responsabilità diretta per i comportamenti posti in essere da Zamparini, per responsabilità oggettiva per i comportamenti posti in essere da Morosi Anastasio. La prima udienza è fissata per il 10 maggio a Roma. In virtù delle violazioni il club rosanero rischia la Serie C o in alternativa una penalizzazione in classifica. Fonte Gazzetta dello Sport
L’Atalanta ha battuto 2-0 l’Udinese nel primo Monday Night della 34a giornata di Serie A salendo da sola al quarto posto, l’ultimo disponibile per la qualificazione Champions, a quota 59 punti. Una sfida dominata dai nerazzurri di Gasperini che dopo diverse occasioni respinte da Musso, e sfiorando la beffa con il palo colpito da De Paul al 72′, hanno sbloccato il match all’82’ con il rigore di De Roon. All’85’ Pasalic ha chiuso i conti.
(mediaset)
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