Europa League: Siviglia di rigore, Villareal all’ultimo respiro
Di Emanuele SaccardoL’Europa League, così come la Champions, non smette di parlare spagnolo. Dopo le semifinali di andata, infatti, le squadra iberiche di entrambe le competizioni sono rimaste imbattute, conservando buone speranze di centrare la finalissima. Atto ultimo che, per quanto riguarda la vecchia Coppa Uefa, si giocherà il 18 maggio a Basilea. Una data e un luogo che, al netto dei 90 minuti ancora da disputare tra 6 giorni, sono segnati in rosso sui calendari di Siviglia e Villareal.
Shakhtar D. – Siviglia 2-2 (2-1)
6′ Vitolo (Si), 23′ Marlos (Sh), 35′ Stepanenko (Sh), 82′ rig. Gameiro (Si)
Unai Emery, illustre tecnico del Siviglia bis campione, non è più un novellino. Sapeva bene quali rischi e difficoltà avrebbero corso i suoi contro quella vecchia volpe di Lucescu, 12 anni sulla panchina dello Shakhtar e 18 trofei conquistati tra i quali la Coppa Uefa del 2009. Sa benissimo quanto l’allenatore rumeno è in grado di insegnare calcio, quanto è capace di plasmare i giocatori trasformando il rame in oro. Prendere come esempio Marlos, il brasiliano ex Metalist che fenomeno non era (e forse non è), ma che sotto le grinfie di Lucescu ha fatto un bel salto di qualità – anche sulla bilancia, dove ha lasciato qualche chilo in eccesso. Proprio Marlos ha rischiato di essere l’acconto per i biglietti con destinazione Svizzera, con 90 minuti di anticipo.
Ma partiamo dal principio, perché pronti via e il Siviglia pare voler dettare subito la propria personale legge europea. Gli spagnoli vogliono difendere il titolo e dopo 6 minuti spianano la strada: Banega (il migliore in campo degli andalusi) inventa a beneficio di Gameiro che trova il corridoio immediato per Vitolo; il centrocampista delle Canarie sterza in area eludendo la marcatura di Rakitsky e fulmina Pyatov di sinistro sotto le gambe. Sembra il preludio al dominio del Siviglia, perché gli ucraini risultano sonnecchianti. Poi sale in cattedra il brasiliano ex Metalist, Marlos: prima ringrazia l’assist di Rakitsky e la disattenzione dei centrali spagnoli fulminando Soria con un bel mancino, quindi si beve Banega sulla corsia di sinistra e crossa in area piccola dove Stepanenko approfitta del secondo regalo difensivo e fa 2-1 con una imparabile frustata di testa. Tutto ribaltato in 13 minuti e Siviglia stordito tipo pugile suonato.
All’intervallo Emery trova le contromisure e nella ripresa i suoi prendono il comando delle operazioni, con la complicità del calo fisico avversario. Carriço suona la prima carica mettendo Pyatov in difficoltà e costringendolo alla parata pallavolistica; tenta di testa pure N’Zonzi ma senza fortuna, così come il subentrato Krohn-Dehli (sfortunato davvero perché abbandona il campo dopo meno di un quarto d’ora a causa del ginocchio sinistro, parso saltare letteralmente in aria). Prende fiducia anche Gameiro, con lo Shakhtar costretto a difendere nella propria tre quarti: l’attaccante francese prima si vede annullare un gol per millimetrico fuorigioco, poi spreca a due passi dal portiere, infine realizza il prezioso rigore del 2-2 concesso per il fallo ingenuo di Ferreyra su Vitolo. Nel finale i padroni di casa ci provano ma solo con la testa, perché il fisico non ne ha più. Tutto rimandato al Sanchez Pizjuan dove, per la verità, il Siviglia non sembra inaffondabile. Emery lo sa. Quel volpone di Lucescu pure.
Villareal – Liverpool 1-0 (0-0)
92′ Adrian Lopez
Viene quasi da pensare che il Liverpool, per una oscura ragione genetica, lo faccia apposta. Non tanto il fatto di prendere gol nel recupero, che ci può stare, quanto costringersi all’impresa per passare il turno. Accadde con il Milan nella finale Champions del 2005, è successo ai quarti di questa Europa League contro il Dortmund ad Anfield (da 1-3 a 4-3). In una parola: rimonte. Tra 6 giorni, nella tana dei Reds, ci sarà da aspettarsi la stessa cosa? Può darsi, se lo augura Klopp e certamente tutti i tifosi. E non basterà un pareggio. Ma il Villareal, che in questa edizione della Coppa è imbattuto da 12 gare (sconfitto solo all’esordio dal Rapid Vienna), è un osso duro e ben organizzato dal tecnico Marcelino. Lo si è capito nella gara di ieri sera del Madrigal.
Il sottomarino giallo imbriglia il Liverpool, sceso a onor del vero in Spagna per portare a casa il pari (almeno questa è stata la sensazione). Poche le emozioni, rare le occasioni da rete – escluse le conclusioni di Allen e Lucas per i Reds, di Soldado e Pina per i padroni di casa – e le operazioni condotte a turno dalle due squadre. Nel complesso ne è scaturito un match bloccato, intenso solo sotto il profilo dell’attenzione a non scoprirsi oltre misura. Si sa: chi sbaglia, paga.
Soprattutto si conosce a memoria la regola non scritta del “a gol sbagliato, gol subito.” Non fa eccezione l’epilogo della sfida del Madrigal: a 4′ dalla fine il Liverpool si divora la rete più importante della stagione con Alberto Moreno, pochi minuti più avanti il Villareal trova il quasi insperato 1-0 grazie a Suarez che inventa l’assist per Adrian Lopez, bravo a farsi trovare sul secondo palo a porta spalancata. La difesa di Klopp ha sulla coscienza lo svarione che spiana la strada a Suarez e conferma che l’attenzione, in certe partite, è tutto. Merito però agli uomini di Marcelino che ci hanno creduto fino in fondo. Ad Anfield si prevede battaglia, rimonta o non rimonta.
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