Milan e Napoli, Inzaghi e Benitez: nervi tesi e brutte figure
Di Emanuele SaccardoSiamo d’accordo, è il calcio di luglio: le scarpette da pallone somigliano ancora troppo alle infradito da spiaggia e l’umore non è magari dei migliori quando si fanno le ripetute ricordando il mare cristallino di qualche isola lontana. Milan e Napoli, però, sono alle prese con crisi di gioco ed esistenziali che potrebbero, alla lunga, far scattare più di qualche campanello d’allarme.
Inzaghi è reduce dalla seconda batosta consecutiva in quel degli States: alla Guinness Cup ha incassato un pesante 5-1 dal Manchester City, peraltro infarcito di riserve (i vari protagonisti del Mondiale si stanno godendo gli ultimi scampoli di vacanza). Dopo il secco 3-0 rimediato nella prima uscita contro l’Olympiakos, la creatura di Super Pippo becca una sonora manita – e quattro dei cinque schiaffi sono arrivati nei primi 26′ di gioco. Male, non c’è che dire. Inzaghi si prende le colpe allo stesso modo in cui Conte, tre anni fa, ci mise la faccia nella partenza a rilento della sua Juve: come lui, Pippo ha raccolto una squadra reduce da una deludente stagione; come lui, il neo tecnico rossonero è chiamato a ricostruire puntando su idee nuove, tanti giovani e la speranza che arrivi altro dal mercato estivo.
Nel match di Pittsburgh il Milan ha mostrato soltanto brevi attimi di lucidità, un po’ con il giovane Cristante, in parte grazie al gol della bandiera di Muntari e all’esordio stagionale di Balotelli (per lui il palcoscenico si è aperto nella ripresa). Troppo poco, c’è tanto da lavorare per farsi trovare degnamente pronti ai blocchi di partenza della Serie A. Gli animi sono comunque abbastanza sereni considerata la consapevolezza di dover risalire la china partendo dalle fondamenta: prima di tutto la mentalità. Paradossalmente il Milan sembra stare meglio del Napoli, collettivo che nella passata stagione ha portato a casa Coppa Italia e terzo posto in campionato. Nel ritiro di Dimaro, infatti, Benitez è alle prese con un’atmosfera tutt’altro che serena, e non può essere soltanto colpa delle vacanze ormai lontane.
Un assaggio al malumore serpeggiante in casa partenopea lo aveva dato Lorenzo Insigne qualche sera fa, quando a margine della presentazione nella piazza del paese trentino, dal palco, visibilmente contrariato non aveva voluto parlare al microfono beccandosi fischi impietosi dal pubblico. Insigne aveva poi chiarito il suo silenzio, dovuto al lutto ancora fresco del tifoso azzurro morto in seguito agli episodi avvenuti prima della finale di Coppa Italia. Caso isolato? Nemmeno per sogno: ieri, sui campi di allenamento, ecco il doppio battibecco di Benitez con Callejon prima e Behrami poi. Entrambi i giocatori hanno abbandonato la partitella (lo spagnolo alla mattina e lo svizzero nel pomeriggio, con tanto di pettorina lanciata stizzosamente a terra).
Episodi già rientrati, tuttavia sintomatici di un ambiente agitato forse anche a causa delle pressioni di De Laurentiis, il patron del Napoli, “colpevole” di aver alzato l’asticella in ottica Serie A: lo scudetto non è più un tabù ma un obiettivo dichiarato. Piccola postilla: dietro il nervosismo di Behrami potrebbero esserci ragioni legate al calciomercato; lo svizzero, non è un mistero, vorrebbe accasarsi all’Inter, mentre la società napoletana sta trattando la sua cessione con l’Amburgo (destinazione non gradita al giocatore). Dicevamo all’inizio: è soltanto il calcio di luglio. Agosto è però dietro l’angolo, gli impegni ufficiali anche. A buon intenditor, poche parole.
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