Messi infinito: 502 motivi per rialzare la testa e vincere ancora
Di Emanuele SaccardoSubito una precisazione: per ovvie questioni di spazio, non citeremo tutte e 502 le ragioni che ci sono venute in mente – una per ogni rete di Messi con la maglia del Barcellona – affinché chiunque, persino il più scettico pessimista, si convinca che la Pulce argentina ha davvero parecchio ancora da mostrare. Leo è infinito. Leo è Leo. Messi è Messi. Uno così non si discute, punto e a capo. Questi sono i primi quattro motivi che ci sono passati per la testa riguardo al numero 10 blaugrana. Non serve altro.
Con la doppietta di ieri sera ai danni dell’Osasuna – ora matematicamente retrocesso – e del povero Sirigu (il risultato finale, impietoso, dice 7-1 per il Barça), Messi ha oltrepassato la soglia dei 500 sigilli con la maglia del Club catalano. Quel ‘5 volte 100’ lo aveva raggiunto giusto domenica scorsa e non in una partita qualunque, e non con un gol banale: stadio Bernabeu, il Clasico, minuto 92, rete del 2-3 finale a favore degli ospiti per il più emozionante degli agganci in vetta alla classifica.
Ieri, prima del match, il pubblico del Barça ha reso omaggio a Messi con una coreografia da brividi: una gigantografia immensa con la foto del numero 10 preso di spalle e la scritta ‘Gracies Leo! 500 gols’. Lui, da par suo, ha deciso che doveva sdebitarsi con i tifosi ed ecco servita la doppietta che lo ha portato a 502 e, in stagione, a 33. Niente male per un ventinovenne da più parti considerato già sul viale del tramonto dopo l’eliminazione dalla Champions e senza essere riuscito a bucare Buffon nei quarti.
Messi non sta vivendo la stagione più facile della carriera, questo è vero. Ma la possibilità che il Barcellona possa ancora vincere due titoli esiste: i blaugrana sono infatti in finale di Copa del Rey (appuntamento il 27 maggio contro l’Alavés) e da qui alla fine della Liga metteranno pressione al Real Madrid per posare di nuovo le mani sul campionato (dopo i successi di ieri sera di entrambe, Barcellona e Real sono appaiate a 78 punti, ma i Blancos hanno la gara con il Celta Vigo da recuperare). Se i catalani dovessero riuscire a spuntarla, soprattutto in Liga, tanto merito sarà proprio di Messi. Perché quella rete nel recupero di domenica scorsa sarà stata in qualche modo l’ago della bilancia.
Ma non è soltanto una questione di reti e statistiche: è come Messi gioca a far strabuzzare ancora gli occhi. Contro la Juventus, sia a Torino che al ritorno, l’argentino è stato tra i più pericolosi e le poche invenzioni sono quasi sempre nate dal suo piede sinistro; nel Clasico, parafrasando Federico Buffa, Messi ha indossato i panni di Zorro e i giocatori del Real si sono calati nel ruolo del sergente Garcia – specialmente Sergio Ramos che ha rimediato il rosso per un tentativo di ‘linciaggio’ ai danni del 10 blaugrana. La sintesi perfetta di cosa sia Messi, l’ha fatta tempo fa Pep Guardiola: “Non cercate di descriverlo, non tentate di paragonarlo a Maradona o Pelé, non provate a mettergli un’etichetta sulla schiena. Limitatevi a goderlo”.
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