Europa League: Italia forza 5, impresa del Torino
Di Emanuele SaccardoInter – Celtic 1-0 (and. 3-3, tot. 4-3)
87′ Guarin
Fiorentina – Tottenham 2-0 (and. 1-1, tot. 3-1)
54′ Gomez, 71′ Salah
Napoli – Trabzonspor 1-0 (and. 4-0, tot. 5-0)
19′ De Guzman
Feyenoord – Roma 1-2 (and. 1-1, tot. 2-3)
47′ Ljajic (R), 57′ Manu (F), 60′ Gervinho (R)
Athletic Bilbao – Torino 2-3 (and. 2-2, tot. 4-5)
16′ rig. Quagliarella (T), 44′ Iraola (A), 47′ Maxi Lopez (T), 61′ De Marcos (A), 67′ Darmian (T)
Una settimana fa per le italiane l’Europa League si era chiusa con quattro pareggi, una vittoria e tanta speranza. Questa mattina i calciofili del Belpaese si sono svegliati guardando alle cinque vittorie di ieri sera che, per una volta, fanno rima con certezza. Innanzitutto la certezza che i tifosi romanisti, sotto la lente d’ingrandimento dopo i fattacci di Piazza di Spagna, si sono comportati come ci si aspetterebbe da un disciplinato olandese. Al contrario, alcune decine di olandesi hanno ribadito che il malcostume del supporter frustrato non è soltanto un problema nostro: lo dimostra la prolungata sospensione del match a causa del ripetuto lancio di oggetti contundenti, specialmente all’indirizzo dell’arbitro. Verrebbe da dire: mal comune, mezzo Daspo.
Ma la certezza che più conta, quella che punta lo sguardo dritto in faccia al campo, ha a che fare con i numeri. Oggi alle 13, al sorteggio degli ottavi di Europa League, l’Italia piazza quasi un terzo delle rappresentanti che compongono il tabellone delle 16 rimaste. Roba mai vista, roba da antichità pallonara: gli anni Novanta sono lontanissimi anni luce da noi, non soltanto per una mera questione di calendario. I settori giovanili dei nostri Club sono quel che sono, i campioni spesso partono anziché approdare alla Serie A. Ma cinque squadre qualificate su altrettante partecipanti ai sedicesimi, certamente sono un dato confortante. Non tanto per una ripresa dell’intero movimento, quanto per il ranking Uefa e per la convinzione che l’egemonia in Europa League può diventare realtà per il Tricolore.
Tutto ciò accresce orgoglio, voglia, agonismo. Elementi che nessuno come il Torino ha saputo mettere in campo al San Mames di Bilbao. I granata hanno scritto davvero un pezzo di Storia (meritatamente con la maiuscola): nessuna formazione italiana aveva espugnato la cattedrale basca, ultima vittima in ordine temporale il Napoli, uscito dai preliminari Champions la scorsa estate.
Il Torino ha condotto un match perfetto sotto il profilo dell’agonismo, della determinazione a non vestire i panni della vittima sacrificale designata. Maxi Lopez è risultato decisivo una volta in più – e tutt’altro che “bollito”-, la rete del momentaneo 2-2 a pochi istanti dalla chiusura del primo tempo ha dato la scossa essenziale per affrontare gagliardamente la ripresa. Per l’argentino fanno 3 centri in 2 presenze nella competizione (tutte contro l’Athletic), cui va aggiunto il sigillo in campionato. Cairo gongola, la Galina de oro sta ampiamente dimostrando che il soprannome non gli è stato affibbiato a caso. Acquisto azzeccato nel mercato di riparazione, acquisto azzeccato anche quello di Darmian. Certo, lo sappiamo, lui in rosa c’è da molto prima di gennaio; ma nell’ultimo scorcio di stagione (forse dal Mondiale in poi) la critica si è spesso accanita sul laterale granata. La rete ancora più decisiva l’ha firmata proprio Darmian, un piattone volante di grande bellezza, nella cornice di una pioggia incessante che ha regalato alla sfida i contorni epici di certe partite in bianco e nero.
Anche la Fiorentina ringrazia sentitamente la finestra invernale dei trasferimenti: nell’impresa del Franchi contro il quotatissimo Tottenham, è stato Salah a prendersi la scena con il 2-0 che ha regalato la certezza del passaggio agli ottavi. Dopo la rete di Gomez (altro attaccante finalmente restituito alle cronache per i suoi centri), quella dell’egiziano ha dato ragione per l’ennesima volta alle strategie di mercato della Viola: fuori Cuadrado – con rammarico – per 32 milioni, dentro Salah al prezzo di 13. Una significativa plusvalenza (almeno fino a giugno) che sta ripagando anche sul campo. Il mancino venuto dal deserto, infatti, ha già timbrato le porte avversarie 3 volte in 5 gare disputate.
Un’altra società che ringrazia il mercato è l’Inter, non quello in entrata ma quello in uscita: essere riusciti a trattenere Guarin a suo tempo, non perderlo mentalmente sotto la gestione Mazzarri e rivitalizzarlo con la cura Mancini, oggi significa andare avanti in Europa. La sua splendida rete contro il Celtic, in una gara rognosa e a rischio fino all’ultimo, racconta di un giovane uomo rinato soprattutto grazie alla vicinanza della famiglia, che dalla Colombia lo ha raggiunto in pianta stabile a Milano. Eppure ci dice anche quanto l’Inter sia stata saggia, fortunata e lungimirante. Aspettando l’urna di Nyon, che si spera non riservi scontri fratricidi, si può gioire. Per Darmian, Salah e Guarin, per il pokerissimo tricolore e per un movimento che ha bisogno di queste iniezioni di fiducia. Costanti, auspichiamo.
QUALIFICATE AGLI OTTAVI DI EUROPA LEAGUE:
Roma (ITA), Napoli (ITA), Zenit (RUS), Inter (ITA), Wolfsburg (GER), Fiorentina (ITA), Everton (ING), Siviglia (SPA), Villareal (SPA), Ajax (OLA), Torino (ITA), Dinamo Kiev (UCR), Dinamo Mosca (RUS), Besiktas (TUR), Bruges (BEL), Dnipro (UCR)
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