Milan, niente allarme rosso(nero): il tris del Genoa può insegnare
Di Emanuele SaccardoC’è chi il calcio lo vive, lo guarda, lo commenta. E poi c’è chi lo capisce. Tipo Vincenzo Montella, tecnico del Milan. Sia chiaro che anche lui, qualche volta, prende cantonate; è un essere umano, non il sistema operativo di un pc. Però ha le idee chiare: il Milan c’è, a dispetto del 3-0 patito ieri sera contro il Genoa.
I rossoblu sono un’ottima squadra, lo si era già intuito e poi visto nel corso di questo primo scorcio di campionato. Jurić, allenatore del Grifone, sta amalgamando – e bene – un buon gruppo di giocatori, un insieme di individualità interessanti. Ma dire o scrivere che il Genoa ha schiantato il Milan non corrisponde al vero, non totalmente almeno. Dal punto di vista del risultato, senza ombra di dubbio; chi di calcio capisce poco o nulla, tuttavia, dimentica di analizzare l’andamento complessivo della gara del Ferraris.
Il Milan, andato sotto subito, non si è fatto prendere dal panico, anzi, ha mostrato la voglia e la caparbietà che lo stanno caratterizzando da quando in panchina siede l’ex doriano. Nella prima frazione ha faticato a trovare gli spazi per la costruzione della manovra, complice l’ottimo sistema di marcature a uomo del Genoa in ogni zona del campo, ma nella ripresa ha comandato il gioco. Almeno fino alla scellerata entrata di Paletta che ha costretto in dieci i rossoneri.
Manca qualcosa, lo ha sottolineato anche Bonaventura a fine gara. E ha ragione, sarebbe stato illogico pensare che, dopo il successo sulla Juventus, il Diavolo avesse trovato la quadra. Giusto chi non capisce di calcio si può stupire del primo stop milanista dopo 6 risultati utili consecutivi. Come se andare in vetta alla Serie A, seppur temporaneamente, fosse obbligatorio perché normale alle latitudini di Milanello. Forse quattro anni e mezzo fa lo era, momento dell’ultimo primato rossonero. Oggi non è così e, a conti fatti, è un bene (specie per i calciatori più giovani della rosa di Montella) che non sia arrivata la vittoria.
Sì, perché manca davvero qualcosa. L’esperienza, per tanti. La fluidità della manovra per arrivare a creare palle gol, specie dal centrocampo in su. Bonaventura, anche quando ispirato, non sempre basta, e se accanto non ha compagni che sappiano saltare l’uomo e creare superiorità numerica, diventa dura. In questo senso la scelta di far stare inizialmente in panchina Suso, schierando Honda (e Poli), può essere interpretata come la cantonata cui accennavamo all’inizio. Ma Montella vive e osserva i suoi ogni giorno e, con le scorie del match di sabato ancora in circolo, ha visto cose che noi non possiamo sapere.
Poi bisogna mettere in conto una serata storta, almeno per qualche interprete. Tipo Kucka, suo malgrado pietra tombale del match con l’autorete del 2-0. Tipo Paletta, cresciuto tantissimo e inaspettatamente nel 2016, incappato nella classica giornata nera. Tipo Bacca, la cui nottata genovese non è stata dissimile dalle ultime uscite: ancora niente gol, un digiuno che ha ormai toccato quota 200 minuti. Però addossare al colombiano le colpe di una fase offensiva spesso sterile, non è corretto: chi non capisce di calcio lo considera impalpabile, chi osserva e comprende si rende conto che, da solo, Bacca crea superiorità numerica trascinando a sé almeno un paio di difensori a ogni partita. Carlos balla costantemente sulla linea della retroguardia avversaria, cosa che fa ammattire i centrali di turno. Si dice che non partecipa alla manovra: falso, rileggete le ultime righe. Poi, è chiaro, da lui ci si aspettano i gol. Ma se i palloni arrivano con il contagocce…
Quindi, tirando le somme, per la banda milanista l’esperienza di Genova può essere considerata positiva. Un rapido ritorno sulla terra, per così dire. Un tesoro da reinvestire nelle prossime due gare, quelle contro Pescara e Palermo. In fondo, almeno per oggi, è ancora secondo posto. Lo diciamo per quelli che di calcio capiscono poco o nulla. Perché il vero obiettivo del Milan è l’Europa. League, plausibilmente. Per la Champions serve ancora qualcosa in più. Se poi arrivasse già in questa stagione, quel qualcosa che manca, beh, sarebbe missione stra compiuta da Montella e la sua banda di ragazzini.
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solo 2 righe
se consideriamo le ultime 3 partite forse avremmo una idea un po più precisa del l’attuale momento del Milan
con la Sampdoria vittoria un evidente errore arbitrate porta all’ assegnare un rigore inesistente al Milan risultato + 2 punti
con la Juventus un errore evidente dell’arbitro ha portato ad annullare il gol regolare di Pianic risultato + 2 punti
Senza questi 2 regali il Milan con una partita in più avrebbe solo 15 punti e sarebbe intruppato in centroclassifica con genoa,chievo,atalanta,sassuolo
ma dov’è sto miracolo Montella?
scusatemi ho dimenticato di inserire la terza ed ultima partita ,quella di ieri con la pesante sconfitta con il genoa
Tutto vero quello che dice, sig.ra Carla Rossi, gli errori arbitrali (come del resto quelli di difensori, attaccanti, centrocampisti e portieri) pesano nell’immediato e nell’economia di alcune gare. Va sottolineato tuttavia che, tirando le somme alla fine dei campionati, grosso modo tutto va a compensarsi. Al Ferraris, per esempio, un fallo evidente su Locatelli in area genoana non è stato sanzionato; la gara era ancora sul punteggio di 1-0 e Paletta non aveva ancora commesso il brutto fallo da rosso che ha costretto il Milan in dieci uomini. Che la squadra di Montella sia presumibilmente da Europa League, quindi da quinto o sesto posto, lo abbiamo sottolineato nell’articolo. E, quindi, a questo punto avrebbe potuto davvero tranquillamente trovarsi “intruppata” a metà classifica. Magari lo sarà più in là, chi può saperlo. Il “miracolo” di Montella, a nostro avviso, sta nell’aver iniziato a dare una identità precisa ai suoi, lavoro che aveva cominciato anche Mihajlovic ma senza la distensione societaria che si intravede da quando all’orizzonte c’è la cordata cinese. Il carattere e la voglia di lottare che Montella sta facendo metabolizzare al gruppo, vanno certamente completati anche con una identità di gioco più incisiva e precisa. Ma, a prescindere, tutto questo va oltre il discorso sugli errori arbitrali. Continui a seguirci, buona giornata!
permettimi di dissentire un pò da quello che mi dici nella tua risposta carissimo Emanuele Saccardo
una cosa sono gli errori arbitrari universalmente accertati e che hanno portato un inconfutabile incremento di punti ad una squadra
e questi sono i due citati da me
altra cosa sono gli infiniti elementi di discussione su presunti errori degli arbitri.
Il rigore che citi nell’ultima partita del Milan ,e che io non ho visto ( solo per mio dolo)fa parte di quella serie di episodi che farciscono una partita di calcio ,ma non è automaticamente da considerarsi una rete : il rigore va prima tirato e lo si puo anche sbagliare.
Vale come un fuorigioco inesistente che ferma una importante azione potenzialmente da gol ma della quale non abbiamo la certezza che si sarebbe finalizzata con il gol e che l’arbitro con il suo fischiare ha depotenziato
In tutta onestà in questi casi non si possono contare punti persi o guadagnati.
Che poi alla fine del campionato i vari episodi si vanno a compensare sono d’accordo,ma continuo a non vedere nel nuovo corso del milan i miracoli di montella.
Gentilissima Carla Rossi, apprezzo il nostro scambio di opinioni, in parte mi trovi ancora d’accordo con la tua disamina. In effetti rigori non dati e potenziali azioni pericolose fermate per fourigioco inesistenti fanno parte di quello che, in definitiva al termine di un torneo, considero il “calderone” dentro cui ci sono episodi a favore e a sfavore. Per me è questa la compensazione, composta in gran parte da punti potenziali presi o persi. Poi ci sono quelli certi, come tu hai sottolineato con gli esempi concreti e già accaduti; e l’esperienza mi suggerisce che anche il Milan, nel prossimo futuro, incapperà in altrettanta concretezza a suo scapito. Gli errori non finiscono mai, è umano. A dispetto della tecnologia.
Per quanto riguarda Montella e il suo miracolo (forse termine che dovremmo smettere di usare perché un po’ forte e prematuro), tenuto conto di ciò che già ho scritto e che confermo, aspetto anche io come tanti lo sviluppo della stagione per constatare se la sua idea e il progetto in sé possano avere un futuro. Non dimentico, e ci tengo a ribadirlo, che rosa ed esperienza complessiva sono da squadra che può ambire alla qualificazione in Europa League. Se poi arrivasse qualcosa in più, ben venga. Soprattutto per il campionato italiano, che ha bisogno anche del Milan per tornare più competitivo. Continua a seguirci!
eccomi a rispondermi:
ora sono d’accordo con te
credimi le mie parole non erano dettate da astio contro il mondo Milan anzi, se non è la mia squadra del cuore non ho difficoltà a riconoscere in questa squadra e nei suoi tifosi una certa pacatezza,eleganza ,correttezza, e quasi nobiltà (escluso il mitico Tiziano Crudeli che però è l’eccezione che conferma la regola) che me la fa guardare con rispetto.
Volevo soro dire la mia sull’esagerazioni di certa stampa troppo esaltante nei riguardi di Montella quasi che tutti i tecnici che erano passati prima di lui fossero tutti zombi.
Altra cosa invece è l’Inter e tutto il suo mondo , questi proprio non li posso digerire ma forse è un problema solo mio.