Champions League: steccano Atletico Madrid e Arsenal
Di Emanuele SaccardoLa carta è una cosa, il campo un’altra. In questo semplice e trito luogo comune affondano le radici i risultati maturati negli ultimi due ottavi di andata della Champions League. I pronostici sembravano pendere decisamente dalla parte di Atletico Madrid e Arsenal, i novanta minuti hanno invece raccontato una storia differente. Perché le campagne europee sono fatte di dettagli e momenti.
Bayer Leverkusen – Atletico Madrid 1-0 (0-0)
57’ Calhanoglu
Alla BayArena i Colchoneros di Simeone erano i grandi favoriti di serata, forti della coppia d’attacco Mandzukic-Griezmann, capace di mettere a segno 37 gol fino a questo momento della stagione. Di fronte al Bayer Leverkusen, stordito in apparenza da 7 reti al passivo nelle ultime due gare di Bundesliga, era lecito attendersi se non una passeggiata, almeno una prova convincente da parte dell’Atletico. In apparenza, come accennato.
Pronti via e la sensazione è che i quattro attaccanti dei padroni di casa (la punta Drmic più i trequartisti mascherati Bel Arabi, Son e Calhanoglu) siano imprendibili. Ipotesi che si conferma con l’andare del match: i moschettieri agli ordini di Schmidt hanno un’età media complessiva di 22 anni, il centrocampo e la difesa degli spagnoli sembrano accorgersene quando cominciano ad inseguirli in tutte le zone della propria metà di campo.
Il Bayer è dinamico, gioca ad alta intensità (che porta comunque spesso ad essere imprecisi nell’ultimo passaggio) e cerca di affondare il timido Atletico attraverso le ripartenze. Il pubblico apprezza e inizia a credere all’impresa quando Simeone è costretto a due cambi in rapida successione già nella prima frazione: fuori Siqueira e Saul per infortunio, dentro Gàmez e Raùl Garcia. Il coreano Son gioca tra le linee e fa impazzire i madridisti, Spahic centra l’incrocio dei pali da fuori area con un destro di rara bellezza e potenza. Nel finale di frazione gli ospiti provano a rialzare la testa in due occasioni: in entrambe è fenomenale Leno, 23enne estremo difensore dei tedeschi, bravo a disinnescare Griezmann (respinta su uscita alta a pochi centimetri dalla porta) e soprattutto Thiago (grande riflesso dopo la mezza rovesciata ravvicinata dell’ex juventino).
Nella ripresa il match si sblocca a favore del Bayer: Bel Arabi semina il panico e offre un cioccolatino all’accorrente Calhanoglu che, con un destro in corsa, buca centralmente il già inginocchiato Moyà. L’Atletico è alle corde e perde anche Thiago (doppia ammonizione sacrosanta), in inferiorità numerica Simeone schiera un 4-3-2 ma senza idee a centrocampo. Torres (subentrato) può poco se non recriminare per una rete annullata, Mandzukic e Griezmann sono stremati e il pari resta un miraggio. Senza Godin e Thiago, al Calderon, non sarà semplice per i vice campioni invertire la rotta.
38’ Kondogbia (M), 53’ Berbatov (M), 91’ Chamberlain (A), 94’ Carrasco (M)
All’Emirates si pensava di aver pescato bene dall’urna di Nyon. Finalmente, dopo un calvario di 4 eliminazioni consecutive agli ottavi, il popolo dei Gunners assaporava l’idea di entrare di nuovo tra le migliori otto del Continente. Speranza, quella del popolo; presunzione – forse – quella dei giocatori scesi in campo che hanno subìto la quinta sconfitta nelle ultime 6 gare interne agli ottavi. E non contro il Barcellona o il Real Madrid. Con tutto il rispetto per il Monaco, s’intende.
Perché i monegaschi allenati da Jardim hanno capito al volo di poter far male all’Arsenal in contropiede. L’avvio degli ospiti è guardingo, i padroni di casa aggrediscono il match tentando di indirizzarlo a proprio favore. Ma quando di fronte hai una squadra che ha fame, che quest’anno ha fatto debuttare 9 giocatori nella massima competizione europea, non puoi prenderla sotto gamba, rischi specialmente quando rifiati. Il risultato è che alla prima occasione l’avversario ti punisce. Così è stato: Kondogbia (uno dei migliori talenti in circolazione) sblocca a pochi minuti dal riposo, ammutolendo lo stadio.
Nella ripresa il raddoppio arriva quasi subito e per mano di un combattente troppo spesso dato per finito con largo (e inappropriato) anticipo. Berbatov, ex Tottenham e Fulham, manda all’aria i piani di rimonta dell’odiato Arsenal con uno 0-2 pesantissimo. L’attaccante bulgaro ritrova così la via del gol in Champions dopo la bellezza di 1191 giorni, l’Arsenal e Wenger al contrario perdono la bussola. Non del tutto, perché a tempo scaduto Chamberlain infila la rete di una debole speranza in ottica ritorno. Tutto inutile: a tempo super scaduto Carrasco mette la lapide sul match e rimanda al Louis II qualsiasi verdetto. Che, ora, sulla carta, pende maledettamente dalla parte dei francesi.
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