Champions League: steccano Atletico Madrid e Arsenal

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La carta è una cosa, il campo un’altra. In questo semplice e trito luogo comune affondano le radici i risultati maturati negli ultimi due ottavi di andata della Champions League. I pronostici sembravano pendere decisamente dalla parte di Atletico Madrid e Arsenal, i novanta minuti hanno invece raccontato una storia differente. Perché le campagne europee sono fatte di dettagli e momenti.

LeverkusenBayer Leverkusen – Atletico Madrid 1-0 (0-0)

57’ Calhanoglu

Alla BayArena i Colchoneros di Simeone erano i grandi favoriti di serata, forti della coppia d’attacco Mandzukic-Griezmann, capace di mettere a segno 37 gol fino a questo momento della stagione. Di fronte al Bayer Leverkusen, stordito in apparenza da 7 reti al passivo nelle ultime due gare di Bundesliga, era lecito attendersi se non una passeggiata, almeno una prova convincente da parte dell’Atletico. In apparenza, come accennato.

Pronti via e la sensazione è che i quattro attaccanti dei padroni di casa (la punta Drmic più i trequartisti mascherati Bel Arabi, Son e Calhanoglu) siano imprendibili. Ipotesi che si conferma con l’andare del match: i moschettieri agli ordini di Schmidt hanno un’età media complessiva di 22 anni, il centrocampo e la difesa degli spagnoli sembrano accorgersene quando cominciano ad inseguirli in tutte le zone della propria metà di campo.

Il Bayer è dinamico, gioca ad alta intensità (che porta comunque spesso ad essere imprecisi nell’ultimo passaggio) e cerca di affondare il timido Atletico attraverso le ripartenze. Il pubblico apprezza e inizia a credere all’impresa quando Simeone è costretto a due cambi in rapida successione già nella prima frazione: fuori Siqueira e Saul per infortunio, dentro Gàmez e Raùl Garcia. Il coreano Son gioca tra le linee e fa impazzire i madridisti, Spahic centra l’incrocio dei pali da fuori area con un destro di rara bellezza e potenza. Nel finale di frazione gli ospiti provano a rialzare la testa in due occasioni: in entrambe è fenomenale Leno, 23enne estremo difensore dei tedeschi, bravo a disinnescare Griezmann (respinta su uscita alta a pochi centimetri dalla porta) e soprattutto Thiago (grande riflesso dopo la mezza rovesciata ravvicinata dell’ex juventino).

Nella ripresa il match si sblocca a favore del Bayer: Bel Arabi semina il panico e offre un cioccolatino all’accorrente Calhanoglu che, con un destro in corsa, buca centralmente il già inginocchiato Moyà. L’Atletico è alle corde e perde anche Thiago (doppia ammonizione sacrosanta), in inferiorità numerica Simeone schiera un 4-3-2 ma senza idee a centrocampo. Torres (subentrato) può poco se non recriminare per una rete annullata, Mandzukic e Griezmann sono stremati e il pari resta un miraggio. Senza Godin e Thiago, al Calderon, non sarà semplice per i vice campioni invertire la rotta.

WengerArsenal – Monaco 1-3 (0-1)

38’ Kondogbia (M), 53’ Berbatov (M), 91’ Chamberlain (A), 94’ Carrasco (M)

All’Emirates si pensava di aver pescato bene dall’urna di Nyon. Finalmente, dopo un calvario di 4 eliminazioni consecutive agli ottavi, il popolo dei Gunners assaporava l’idea di entrare di nuovo tra le migliori otto del Continente. Speranza, quella del popolo; presunzione – forse – quella dei giocatori scesi in campo che hanno subìto la quinta sconfitta nelle ultime 6 gare interne agli ottavi. E non contro il Barcellona o il Real Madrid. Con tutto il rispetto per il Monaco, s’intende.

Perché i monegaschi allenati da Jardim hanno capito al volo di poter far male all’Arsenal in contropiede. L’avvio degli ospiti è guardingo, i padroni di casa aggrediscono il match tentando di indirizzarlo a proprio favore. Ma quando di fronte hai una squadra che ha fame, che quest’anno ha fatto debuttare 9 giocatori nella massima competizione europea, non puoi prenderla sotto gamba, rischi specialmente quando rifiati. Il risultato è che alla prima occasione l’avversario ti punisce. Così è stato: Kondogbia (uno dei migliori talenti in circolazione) sblocca a pochi minuti dal riposo, ammutolendo lo stadio.

Nella ripresa il raddoppio arriva quasi subito e per mano di un combattente troppo spesso dato per finito con largo (e inappropriato) anticipo. Berbatov, ex Tottenham e Fulham, manda all’aria i piani di rimonta dell’odiato Arsenal con uno 0-2 pesantissimo. L’attaccante bulgaro ritrova così la via del gol in Champions dopo la bellezza di 1191 giorni, l’Arsenal e Wenger al contrario perdono la bussola. Non del tutto, perché a tempo scaduto Chamberlain infila la rete di una debole speranza in ottica ritorno. Tutto inutile: a tempo super scaduto Carrasco mette la lapide sul match e rimanda al Louis II qualsiasi verdetto. Che, ora, sulla carta, pende maledettamente dalla parte dei francesi.


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