E. League: avanza solo la Roma, Sousa spera, a casa Inter e Sassuolo

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romaMale, anzi: malissimo. Il risveglio post quinto turno di Europa League, per le italiane, è amaro. Eccezion fatta per la Roma, reduce dalla passeggiata di salute contro il Viktoria Plzeň (4-1 con tripletta di Dzeko e sontuosa rabona di Perotti), è quasi buio totale. Quasi, perché la Fiorentina può ancora contare sull’ultimo turno per centrare la qualificazione ai sedicesimi. Per Inter e Sassuolo, invece, la corsa si ferma qui. Con diverse sfumature, tra rimpianto e vergogna.

Andiamo con ordine e partiamo dalla Roma, unica nota lieta (per ora) di una campagna europea che nella competizione meno blasonata ci vede come di consueto zoppicanti. I giallorossi hanno risposto presente all’ultima uscita casalinga del Gruppo E, calando il poker contro il fanalino di coda ceco. Dzeko ha confermato il momento di forma andando a segno tre volte: per il bosniaco fanno in tutto 16 centri in 19 presenze stagionali tra campionato e Coppa, una media monstre considerando i numeri dello scorso anno. A completare l’opera la chicca di Perotti che, ispirato, ha messo il timbro personale con un gioco di prestigio tipico dei sudamericani. Per la Roma, dunque, primo posto e accesso ai sedicesimi blindati con una partita di anticipo. Serviva una prova di carattere dopo lo scivolone di Bergamo, missione compiuta: adesso, per Spalletti e i suoi, testa solo al campionato.

Come accennato, le buone nuove italiane in Europa League si fermano qui. Inter, Sassuolo e Fiorentina, tutte sotto il segno di una sconfitta per 3-2, ragionano su quanto si possa ricostruire sulle macerie di una serataccia. La Fiorentina, tuttavia, deve raccogliere soltanto qualche calcinaccio: qualificazione e primo posto matematico sono ancora a portata di mano, nonostante il gol al 93’ del Paok. Il Franchi, Sousa e i suoi sono rimasti gelati, certo, specie dopo aver rimontato da 0-2 a 2-2. Ma la vetta del Gruppo J è ancora Viola, decisiva sarà l’ultima sfida dell’Immacolata sul campo del Qarabağ, uscito sconfitto da Liberec e raggiunto proprio dal Paok al secondo posto. La Fiorentina dovrà affrontare l’impegno con la massima attenzione, in virtù dello svantaggio nello scontro diretto con la formazione greca. Attenzione a non trasformare semplici calcinacci in macerie.

Per Inter e Sassuolo, nulla da fare. I nerazzurri avevano già visto andar giù la propria casa, l’intenzione dichiarata era quella di provare a rimettere in piedi qualcosa con l’arrivo del nuovo capo cantiere Pioli. Ma la serata nera del Turner Stadium ha confermato che il problema non era la lingua olandese di qualche settimana fa, bensì l’atteggiamento della squadra che va in campo. La missione dell’Inter era già disperata, dover vincere sia contro l’Hapoel che all’ultima in casa con lo Sparta Praga, sperando in congiunture favorevoli sugli altri campi. Tutto incenerito al primo tentativo e in modo penoso. Dopo aver chiuso il primo tempo con il doppio vantaggio (Icardi-Brozovic) e aver sfiorato il terzo gol a inizio ripresa (traversa del capitano), l’Inter è scomparsa da Israele. I padroni di casa accorciano, pareggiano e sorpassano mandando in tilt le fragilissime convinzioni della banda Pioli. Ultimo posto mesto e certificato nel Gruppo K per una squadra che, dopo il derby acciuffato nel recupero, era convinta di aver già imboccato la strada giusta. Ma come accaduto dopo il lontano successo sulla Juventus, l’Inter ha mostrato la sua vera faccia di questa stagione: smarrita.

Chiudiamo con il Sassuolo. E qui iniziamo con una parola precisa: peccato. Già, peccato perché dopo l’avvio della manifestazione i neroverdi ci avevano entusiasmato. Il sogno della passata stagione sembrava poter continuare anche in Europa. E invece, niente. Un calo vertiginoso in campionato cui è andata a braccetto la campagna continentale. Fino all’amaro epilogo del San Mamés. E, anche qui, l’illusorio vantaggio emiliano grazie all’autorete di Balenziaga aveva fatto sperare. Poi la reazione immediata del Bilbao con Garcia e i sigilli di Aduriz e Lekue nella ripresa, prima dell’inutile 2-3 griffato Ragusa, hanno confermato che il Sassuolo deve ancora crescere e migliorare. Di Francesco prova più rammarico che delusione, ha tenuto a ribadire che è bene ricordare da dove la sua squadra sia partita e cosa sia stata in grado di materializzare in pochissimi anni. Vero, per questo l’ultimo posto neroverde nel Gruppo F non è paragonabile a quello dell’Inter. Ci sono macerie e macerie.

 

 

 

 

 


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