Milano a due facce: Inter sul tetto, Diavolo in cantina (e la chiave…)
Di Emanuele SaccardoLa differenza tra Inter e Milan, almeno sul piano dei risultati, è già abissale: i nerazzurri comandano la Serie A con 26 punti (e una gara in più rispetto al Napoli), il Diavolo arranca a metà classifica a quota 13. Spalletti ha già fatto il doppio dei punti di Montella, vinto il derby e trovato la proverbiale ‘quadra’ sul piano dell’identità del gruppo. Negli ultimi anni la distanza tra le due sponde del Naviglio non era mai stata così netta ed evidente quanto in questo primo scorcio di stagione.
Si dirà che l’Inter non fa le Coppe mentre il Milan è impegnato in Europa League (dove, per ora, guarda le altre del girone dall’alto): vero, ma i rossoneri nella passata stagione, a questo punto del campionato non stavano comunque meglio di adesso pur con lo stesso allenatore. La sola attenuante era il terremoto societario, che anche l’Inter affrontò con il cambio da Thohir a Suning e, in effetti, ci è voluto tempo per trovare una certa stabilità. Ci è voluto Spalletti, in sostanza. Il Milan adesso non ha più l’alibi del riassetto dirigenziale; in definitiva, considerando anche il mercato estivo, non ha più alcuna scusa.
L’Inter, che comunque ieri sera contro la Samp ha mostrato le sue storiche due facce, vince e convince partita dopo partita. L’idea semplice di Spalletti, ovvero sia gioco sugli esterni e centrocampisti bravi in entrambe le fasi, paga: Candreva e D’Ambrosio si intendono sempre meglio, Perisic (5 assist e, ieri, due legni colpiti) è in forma smagliante, Vecino e Borja Valero ergono muri e creano calcio sia con inserimenti che suggerimenti ai compagni. Tutti questi ‘muscoli’ sono perfettamente già integrati con la ‘spina dorsale’ della squadra: Handanovic (ieri non perfetto sul primo gol, ma fin qui fondamentale), Skriniar (spunti offensivi e dighe impressionanti dietro) e il capitano Mauro Icardi (con la doppietta alla sua ex sono 11 reti in stagione e 92 in Serie A).
Per qualcuno questa Inter sarà una sorpresa, visto da dove era partita e come è stato l’abbrivio estivo, ma tant’è: almeno fino a stasera i nerazzurri guarderanno ancora tutti dal tetto del campionato. Per certi versi resta una sorpresa anche il Milan, ovviamente in negativo. Oggi contro il Chievo al Bentegodi Montella cercherà la chiave per uscire dalla cantina nella quale morale, gioco e rapporti sembrano essere stipati senza possibilità di riprendere fiato. E la Juventus all’orizzonte (sabato, ore 18 a San Siro) sarà qualcosa che assomiglia molto a un’ultima spiaggia per il tecnico campano, forse a prescindere dalla partita contro i clivensi. Bonaventura fermo ai box per 2-3 settimane (piccola lesione muscolare di primo grado) e l’assenza forzata di Bonucci, non aiutano a ritrovare in fretta la serenità.
Magari, però, quella chiave per uscire dalla cantina Montella già ce l’ha in tasca. Magari non riesce a trovarla, magari non è ancora pronto per vederla. Banalmente può darsi faccia rima con “schierare gli stessi undici almeno per due gare di seguito”, chissà. Quel che è certo è che, soprattutto dopo le inopportune parole di Mirabelli prima del match contro l’Aek Atene, il tempo sembra davvero agli sgoccioli: 13 punti in 9 gare sono una miseria per le ambizioni – forse eccessive – di partenza del Club.
GARE IN PROGRAMMA 10° TURNO SERIE A:
Atalanta-Verona (ore 18:30), Bologna-Lazio, Cagliari-Benevento, Chievo-Milan, Fiorentina-Torino, Genoa-Napoli, Juventus-Spal, Roma-Crotone, Sassuolo-Udinese (ore 20:45)
CLASSIFICA:
Inter 26*, Napoli 25, Juventus e Lazio 22, Roma 18***, Sampdoria 17**, Chievo 15, Bologna 14, Fiorentina, Torino e Milan 13, Atalanta 12, Sassuolo 8, Genoa, Udinese, Cagliari, Crotone e Verona 6, Spal 5, Benevento 0
* una gara in più
** una gara in meno
*** due gare in meno
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