Le nubi del Milan: Roma e Inter all’orizzonte, Montella in bilico?

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Non è la prima volta che lo scriviamo: nel calcio, come in gran parte dell’esistenza umana, la riconoscenza è merce rara – o a scoppio ritardato – e la memoria è quel che è. Giusto o sbagliato che sia, non fa eccezione in questo momento il caso Milan, più in dettaglio la situazione intorno a Vincenzo Montella, tecnico rossonero. Dopo la pesante sconfitta del lunch match giocato ieri a Marassi contro la Sampdoria (sconfitta pesante più per la non prestazione del Diavolo che per il 2-0 finale), l’entusiasmo intorno a Montella e ai suoi sembra essersi definitivamente spento.

Se la società, nella persona di Fassone, si è limitata a una pubblica tirata d’orecchie (“che queste sconfitte non diventino una routine”), il vaso del pensiero comune milanista è invece tracimato via social: da ieri pomeriggio, infatti, gira l”hashtag #MontellaOut, a sottolineare come i tifosi rossoneri abbiano già finito la pazienza, o comunque abbiano la miccia molto corta. E il calendario non aiuta, visto che dopo il secondo impegno di giovedì prossimo in Europa League contro il Rjeka arriveranno le sfide bollenti contro Roma e Inter in campionato. Almeno tra la gara contro i giallorossi e il derby ci sarà la sosta per le Nazionali, quindi la possibilità di registrare un po’ alcuni meccanismi, se non altro con chi non verrà convocato dai vari c.t.; ma per Montella fallire la stracittadina e lo scontro interno contro Dzeko e & Co. significherebbe forse una reale delegittimazione anche da parte del Club.

Non ci schieriamo dalla parte di chi lo vorrebbe già con le valigie in mano, perché ribadiamo che ci vuole tempo per costruire una squadra che funzioni, specie dopo aver cambiato così tante pedine che, in quanto individualità specifiche, possono avere adattamenti più o meno rapidi (anche linguistici, giova considerarlo). Certamente non ci schieriamo nemmeno dalla parte di chi al posto di Montella preferirebbe Walter Mazzarri. E non c’è bisogno, ci pare, di spiegare perché. In ultimo, non prendiamo in considerazione neanche l’opinione di tutti quelli che si erano facilmente e banalmente esaltati dopo le prime vittorie, per poi abbandonare la nave non appena sono arrivate le logiche sbandate.

Possiamo capire chi la vede in modo diverso da Montella da un punto di vista prettamente tattico, per carità, tanto si sa che al Mondo sono tutti allenatori esperti almeno fino a che non si è chiamati in causa in prima persona per fare meglio di un qualunque predecessore (logica che vale tanto per i professionisti quanto per i dilettanti). Tuttavia, in ultima analisi, in campo ci vanno i giocatori, non Montella, e se Zapata incappa nell’errore tecnico individuale da tripla matita rossa, o se Suso è un fantasma, oppure se Bonucci pare decisamente il fratello più scarso di quello visto alla Juve, Montella ha colpa fino a un certo punto. Si può discutere sull’impiego di questo o quel giocatore, sulla posizione di Suso nel 3-5-2, sulle 11 formazioni diverse in altrettante uscite stagionali, però non bisogna dimenticare che le gare sono tante e che gli esperimenti servono per trovare l’assetto ideale di modulo e uomini.

Insomma, a conti fatti mettere già ora alla gogna Vincenzo Montella pare un po’ azzardato. Ha portato a casa il risultato pieno in 9 occasioni su 11 (certo, Lazio e Samp, squadre già rodate, lo hanno di fatto impallinato), la qualificazione in Europa League ai gironi dopo un sesto posto nella scorsa, tribolata stagione. Proprio scarso non è. Un pelo meglio di Mazzarri, a prescindere, lo è.


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