La preparazione atletica nel calcio: un dibattito infuocato

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correre-tapis-roulantDurante i mesi estivi, le squadre calcistiche approfittano della pausa dei vari campionati per andare per qualche settimana in ritiro. Il ritiro delle squadre di serie A e B è un evento mediatico, seguito da giornalisti e tifosi in crisi d’astinenza da campionato.
Per i team, il ritiro è un evento chiave, utile per saldare il gruppo e studiare le tattiche di gioco con vecchi compagni e nuovi acquisti in attesa che inizi la nuova stagione.
Gli allenatori e i preparatori atletici hanno così l’opportunità di studiare il nuovo assetto della squadra e di assicurarsi che i calciatori recuperino in modo completo prima di iniziare la stagione.
Per un calciatore l’allenamento è tutto. Questo spiega l’importanza di mantenersi in forma anche durante la pausa estiva, evitando che a settembre il fisico sia impreparato a riprendere la stagione o non abbia superato lo stress dell’anno appena trascorso.
Per la sua enorme importanza, la preparazione atletica calcistica è un tema caldo che vede scontrarsi medici, fisioterapisti, coach e calciatori stessi. Ognuno ha le sue convinzioni e applica la sua teoria di training, ma prima di entrare nel merito della questione si farà un breve accenno alle facoltà fisiche e motorie più coinvolte nella pratica sportiva calcistica.

Calciatori e abilità motorie

Le tre abilità calcistiche più importanti sono la forza, la velocità e la resistenza. Dalla forza dipendono velocità e forza esplosiva. Insieme, questi tre elementi regolano la capacità del calciatore di compiere in breve tempo accelerazioni e decelerazioni improvvise senza subire infortuni.
Il calciatore non è un maratoneta e, nonostante in una partita percorra in media 10 km, lo fa con bruschi sbalzi di velocità, detti anche sprint, che in media si verificano ogni 90 secondi e durano dai 2 ai 4 secondi.
Inoltre il calciatore non procede solo in avanti, ma cambia direzione circa 50 volte a partita, dovendo mantenere anche l’equilibrio e il controllo di palla. L’esempio più chiaro di un campione con questo tipo di abilità è Leo Messi, il quattro volte pallone d’oro famoso per la rapidità di gioco e il dribbling palla al piede.
La velocità non basa a un calciatore se questi non riesce poi ad accelerare e decelerare rapidamente durante il match.
Durante la partita il calciatore compie uno sforzo aerobico di un’intensità tale da avvicinarsi alla soglia anerobica. Per aumentare la resistenza occorre innalzare la soglia anaerobica, e per innalzare la soglia anerobica si deve lavorare sulla massa muscolare con allenamenti studiati a tavolino.
A questo punto sarà più chiara la relazione tra forza, velocità e resistenza nelle performance fisiche dei calciatori.

Le tecniche di allenamento calcistico

Le tecniche di allenamento nel calcio oggi vengono studiate con i criteri scientifici dalla medicina sportiva.
La prima cosa da chiarire è che la preparazione atletica nel calcio è sempre individuale. Ogni atleta ha caratteristiche fisiche proprie, delle potenzialità, una storia fisica e sportiva e degli obiettivi. Ignorare queste differenze significherebbe limitare il potenziale di un calciatore e, quindi, della squadra in cui gioca.
La seduta di allenamento tipica del calcio include il riscaldamento, la preparazione fisica, la tecnica individuale e la tattica.
In ciascuna fase, persino in quella della tattica, è di fondamentale importanza l’attrezzatura sportiva in dotazione alla squadra. Non basta infatti un campo da calcio regolamentare per allenare una squadra in modo professionale, perché per la preparazione calcistica serve ormai molto altro: degli attrezzi, una piscina e – perché no – una sala pesi.

Quello dell’allenamento con i pesi è in realtà un argomento molto controverso e dibattuto. Secondo alcuni medici sportivi e coach, la sala pesi è un complemento importante per lo sviluppo della potenza muscolare e della forza esplosiva. I pesi sarebbero in grado di migliorare la qualità del gesto e il controllo neuro-motorio.
Un parere completamente opposto è invece quello di chi ritiene la sala pesi utile solo nel pre-campionato, perché durante il periodo di carico massimo l’abbinamento calcio-palestra potrebbe aumentare il rischio di infortuni.
Resta comunque indispensabile la dotazione di una palestra attrezzata alle squadre di calcio che giocano a livello agonistico.
Cosa si intende con “palestra attrezzata”? La risposta arriva dall’azienda perugina Fitness Service S.r.l., che da diversi anni è leader per il Centro Italia nella vendita di attrezzature da palestra e fitness. Le attrezzature scelte dallo staff di Fitness Services e in vendita sia online (www.tapisroulantstore.it) sia in negozio rispecchiano le tendenze top del fitness ed esprimono la migliore “anima” dell’allenamento in sala pesi, ovvero quello che non contempla mode passeggere, ma si basa sui reali risultati ottenuti con attrezzature di elevata qualità prodotte da brand leader nell’innovazione.
Gli attrezzi ideali per la “sala pesi del calciatore” sono panche piane e reclinabili, manubri, bilancieri e step. Un discorso a parte meritano i tapis roulant, su cui gli atleti effettuano la fase di riscaldamento e il defaticamento, e che sono spesso utilizzati dai medici sportivi per il calcolo della FCM (Frequenza Cardiaca Massima sotto sforzo).
Attenzione però, perché un tapis roulant è efficace come altri tipi di attività aerobiche solo se riesce a riprodurre le stesse condizioni della corsa su strada e a sostenere il carico di allenamento elevato dei calciatori. Come scrive sul suo blog Stefano Donadio, uno dei fondatori di Fitness Service:

“Se (…) sei un ragazzo/uomo, di 85 kg circa, alto 1,85 mt è consigliabile un motore che sia almeno 2,5 CHP con una pedana di almeno 48 cm di larghezza per una lunghezza dai 140 cm in su. In questo caso però è da valutare se l’utilizzo che ne farai sarà molto intenso, con corse anche veloci e durature, oppure delle semplici camminate. Nel primo caso necessiterai di un tapis roulant che sia anche molto robusto perché l’impatto che darai durante la corsa sarà più forte di quello che si da con una camminata e se l’attrezzo è troppo leggero vedrai che si sposterà assieme a te durante l’allenamento!”

Conclusioni

Per concludere, non esiste attualmente una teoria certa e univoca nel campo della preparazione calcistica. La letteratura è estesa e i pareri dei medici o degli allenatori sono spesso contrastanti. Se però si vogliono indicare i punti fermi, è certamente possibile affermare che oggi l’allenamento del calciatore non è più finalizzato unicamente alla corsa e alla resistenza. L’obiettivo è quello di sviluppare in modo armonico tutte le fasce muscolari per aumentare la potenza, lo sprint e l’equilibrio dell’atleta. Questo ha spalancato le porte dell’allenamento calcistico a moltissime altre discipline: dal body building in sala pesi al nuoto, fino ad arrivare addirittura al trekking o agli sport alternativi e complementari al calcio, con cui gli atleti possono recuperare negli intervalli tra un campionato e l’altro senza perdere la forma fisica.
Un altro caposaldo del training calcistico è che ogni calciatore ha bisogno di essere seguito in modo individuale, con tabelle di allenamento cucite addosso a lui. Non c’è più l’allenamento per tutta la squadra, e i momenti di lavoro di squadra devono essere compensati da quelli individuali con il personal trainer.
Infine, non possiamo non citare l’importanza crescente della figura del medico sportivo, che detta le regole dei tempi di allenamento e di recupero monitorando lo stato di salute complessiva dell’atleta per evitare infortuni e incidenti più o meno gravi in campo.


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