Coppa America: Cile in semifinale, Uruguay furioso
Di Emanuele Saccardo81′ Isla
Sotto i cieli del Sudamerica, in particolare a ridosso della Cordigliera delle Ande, il calcio non fa mai rima con “tranquillità” o “serenità”. Ennesimo caso il quarto di finale della Coppa America disputato ieri sera (questa notte in Italia, ndr) tra i padroni di casa del Cile e l’Uruguay di Tabarez. Partita spigolosa, elettrica e nervosa, soprattutto sulla sponda Celeste: due gli espulsi, Cavani e Fucile, entrambi per doppio giallo. Se per il secondo il cartellino è sembrato sacrosanto per l’entrataccia su Sanchez nel finale, il Matador ha pagato l’eccessiva severità del direttore di gara.
Andiamo però con ordine, perché la cosa che più conta è che sia stata il Cile la prima squadra a qualificarsi per le semifinali di questa edizione del torneo continentale. La rete di Isla a pochi minuti dagli eventuali supplementari certifica il passaggio del turno della Roja, tra le favorite per la vittoria finale dopo aver chiuso il Gruppo A da prima: fin qui la squadra di Sampaoli non ha mai perso, segnando 11 gol e subendone soltanto 3. Miglior attacco, anche se nella gara contro l’Uruguay il match winner è stato un difensore. Mauricio Isla, professione terzino, oggi in forze al Qpr in Premier League ma ancora di proprietà della Juventus. Bianconero dentro come il compagno di Nazionale Arturo Vidal, ieri reo di essersi divorato la rete del 2-0 in pieno recupero. Ma poco importa, le semifinali sono comunque una certezza.
Ora il Cile aspetta una tra Perù e Bolivia, impegnate questa sera sul campo di Temuco (20:30 ora locale). Casomai fosse la Bolivia a superare il turno, per i cileni si riproporrebbe la sfida già disputata nel girone e terminata con un rotondissimo 5-0 per la Roja. Per l’Uruguay resta il rammarico di non aver sostenuto l’impegno con la veemenza necessaria: la partita è stata a lunghi tratti bolccata, quasi agonica, nella quale le vere occasioni da rete sono state più o meno tutte griffate Cile.
Attaccarsi alla direzione di gara può essere giustificato in parte, perché certo l’inferiorità numerica patita dall’Uruguay a mezz’ora dalla fine si è fatta sentire. Ma Tabarez ha sulla coscienza la decisione di aver voluto comunque schierare Cavani nonostante le recenti e note vicende personali (il padre del Matador arrestato dopo la morte di un motociclista investito, le ore convulse che hanno preceduto la partita con il Cile, lo shock del calciatore). Il nervosismo del bomber del Psg era da mettere in preventivo, anche se la seconda ammonizione è stata del tutto eccessiva – Cavani è sì caduto nel tranello di una provocazione, però la sua reazione è parsa tutt’altro che da matita rossa.
La doppia inferiorità numerica arrivata con l’espulsione anche di Fucile, non ha cambiato molto gli equilibri in campo: la testa, la Celeste, l’aveva già persa dopo il gol partita di Isla. Come scritto all’inizio, sotto i cieli sudamericani il mondo del pallone non è sinonimo di “pace” e “calma”. Quasi mai.
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