Marco Sansovini, il “sindaco” che Pescara aspettava
Di francodi Lorenzo Cristallo
“Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano”. I versi della canzone di Antonello Venditti sarebbero i più adatti per descrivere la storia tra Marco Sansovini e Pescara. Una storia fatta di goal, prestazioni eccellenti ma anche di addii o meglio arrivederci. La storia del bomber romano cresciuto nelle giovanili della Roma è quella di un attaccante prolifico sotto porta, un attaccante che in serie B è stato il fiore all’occhiello per molte squadre e soprattutto per il Pescara.
Una nuova pagina tra Sansovini e il club biancazzurro è stata scritta domenica scorsa al termine del match di serie B tra Pescara e Catania.
Sotto un diluvio che aveva coperto il cielo sopra il capoluogo adriatico e una partita contro gli etnei che sembrava indirizzata verso lo zero a zero ecco spuntare al 92’ minuto e con un Pescara in dieci, complice l’espulsione di Pasquato, un gioiello inaspettato. Il “Sindaco” (così viene chiamato dai suppporter pescaresi riconoscendogli tutta la sua autorità da capitano in campo) pesca il jolly con un tiro potente e preciso sotto l’incrocio che non lascia scampo all’estremo difensore catanese, Gillet.
Goal e corsa liberatoria sotto la curva a raccogliere l’abbraccio dei sempre presenti tifosi del delfino che non aspettavano altro che rivivere emozioni che solo Sansovini riesce a regalare.
Quella di domenica scorsa è solo l’ultima pagina di un libro, quello di Sansovini a Pescara contraddistinta da mille eventi. Dall’approdo in biancazzurro nel lontano 2007 quando la squadra abruzzese militava in serie C1, si sono susseguiti goal importanti e bellissimi che hanno fatto dell’attaccante romano un punto fondamentale della squadra.
Dopo una parentesi a Grosseto, il “sindaco” torna nel 2009 in riva all’Adriatico per restarci fino al 2012, anni in cui con i suoi goal si rende protagonista della scalata degli abruzzesi dalla serie C1 alla serie B per poi vivere l’anno migliore e di grazia nella stagione 2011/2012. L’anno di Zeman in riva all’Adriatico, l’anno del primo posto in classifica e della promozione tanto attesa in serie A. Lui è uno degli artefici di questa memorabile scalata assieme a Insigne ed Immobile, un tridente che faceva impazzire tutte le difese avversarie e in quella squadra da record stavano crescendo oltre ai due attaccanti sopra citati anche un campione dal futuro assicurato, ovvero sia Marco Verratti che poi approderà al Paris Saint Germain.
Sansovini tocca il punto più alto della sua carriera, spinge il suo Pescara laddove latitava da circa vent’anni, nella massima serie.
Poi però siccome il destino è strano e beffardo e a volte la riconoscenza non fa parte di questo calcio, il bomber biancazzurro per scelte dirigenziali è costretto a salutare Pescara. Un saluto amaro che però non spegne la stima e l’affetto dei tifosi pescaresi per lui.
La Spezia, Novara, Entella saranno le piazze che lo accoglieranno. Fino a quando nel mercato di gennaio, questa storia d’amore tra Sansovini e Pescara si riaccende, è il 2 febbraio scorso e il “sindaco” viene richiamato al capezzale della compagine abruzzese.
Quella di domenica scorsa è solo l’ultima rete in biancazzurro dell’attaccante romano che è tornato nella sua terra, tra i suoi tifosi, tra la sua gente che lo hanno sempre sostenuto e acclamato.
È proprio vero, certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi? E poi ritornano.
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