Cartoncini della vergogna nella Curva Sud dello stadio Olimpico
Di Lorenzo CristalloEnnesimo episodio raccapricciante e deprecabile avvenuto nel corso della gara di campionato tra Lazio e Cagliari nella Curva Sud dello stadio Olimpico. Protagonisti dell’accaduto un nutrito gruppo di ultras biancocelesti, i quali nonostante il divieto di occupare la Curva Nord, squalificata a seguito dei cori razzisti pronunciati nei confronti di Duncan e Adjapong, entrambi calciatori di colore in forza al Sassuolo, durante la sfida con gli emiliani dello scorso 1 ottobre, hanno approfittato dell’offerta presentata dalla società capeggiata da Claudio Lotito, che ha permesso agli abbonati di assistere al match contro il Cagliari, in Curva Sud, storicamente occupata dai tifosi giallorossi, versando la modica cifra di 1 euro. Ed è proprio in questo contesto che si è materializzato l’orrore: il gruppo ultras degli “Irridubicili” non nuovo ad episodi a chiaro sfondo xenofobo e razzista, ha lasciato sui seggiolini dei cartoncini con l’effige di Anna Frank con addosso la maglia della Roma, per poi appendere degli striscioni con su scritto: “Romanista ebreo” e “romanista Aronne Piperno” in riferimento al personaggio di origini ebraiche nel film “ Il Marchese del Grillo”. In seguito a questo campionario della vergogna, non si sono fatte attendere le reazioni da parte della FIGC, per bocca del presidente Carlo Tavecchio, il quale ha dichiarato: “Offendono una comunità e tutto il nostro Paese, è un atteggiamento inqualificabile”, mentre il Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello, ha twittato: “Questa non è una curva, questo non è calcio, questo non è sport. Fuori gli antisemiti dagli stadi”. Ovviamente la procura federale non resterà a guardare in quanto occorra fare chiarezza su come tali ultras abbiano affisso tali striscioni e imbrattato il settore con questi cartoncini offensivi e denigratori, senza che gli steward presenti potessero sollecitare l’intervento delle autorità competenti. Nel frattempo la Società Sportiva Lazio non è rimasta a guardare passivamente, prendendo le distanze da tale gesto assolutamente inqualificabile, attraverso questo comunicato ufficiale: “La Lazio ha sempre condannato ogni forma di razzismo, si resta interdetti di fronte a manifestazioni che evidentemente riguardano un ristrettissimo numero di persone, che non coinvolgono i tifosi che si sono comportati bene e in maniera regolare. Ci preoccupa che un numero minutissimo di sconsiderati possa provocare danni d’immagine e materiali clamorosi a una società che sta facendo ogni massimo sforzo per essere al passo coi tempi”. Intanto, quest’oggi, alle ore 12 una delegazione della Lazio, di cui farà parte anche il presidente Claudio Lotito, porterà una corona di fiori alla sinagoga di Roma per ricordare le vittime dell’olocausto. Nel frattempo mentre il mondo dello sport, della cultura, si indignano dinnanzi ad avvenimenti del genere che mortificano uno spettacolo, quale è il calcio, e lenisce l’immagine di un popolo e di una storia, il gruppo ultras degli “Irriducibili” non sembra affatto voglia tornare indietro sui propri passi e ciò lo si evince dal comunicato rilasciato nelle scorse ore in cui ridimensionano di gran lunga l’accaduto, dichiarando: “Siamo stupiti da tutto questo clamore mediatico e convinti che il tutto debba rimanere nell’ambito del “nulla”, circoscritto a un contesto sportivo animato da scherno, sfottò e goliardia”. Per poi aggiungere: “Esistono altri casi che secondo noi meriterebbero aperture dei tg e ampie pagine di giornali. Non ci dissociamo da ciò che non abbiamo fatto, ci meravigliamo che queste, che vengono ritenute accuse, quando vengono fatte nei nostri confronti non scandalizzano nessuno”. La verità, invece, è che la Curva Nord della Lazio è stata troppo spesso protagonista di eventi deprecabili, sfociati nel più becero cattivo gusto. Ululati razzisti, manichini appesi, cori di scherno nei confronti dei calciatori di colore, bandiere con croci celtiche e chiari riferimenti al fascismo, oltre all’inneggiare verso coloro che si resero autori dei più atroci genocidi. Certamente giungerà un’altra sanzione nei confronti di questi ultras, che nulla hanno a che vedere con il calcio, ma ciò che resterà indelebile saranno quei cartoncini con il volto di Anna Frank con addosso la maglia della Roma, un’entrata a gamba tesa inaccettabile, un vero e proprio pugno nello stomaco, un insulto nei confronti della storia, di tutto ciò che ha caratterizzato il novecento. Ricordare il passato è fondamentale, non dimenticare è un dovere civico, migliorare facendo passi in avanti è una necessità, perché altre scene come quelle accadute in Lazio-Cagliari, simboleggiano un salto all’indietro preoccupante, che incute paura.
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