Napoli: bisogna vincere a Frosinone. Analisi e commenti.
Di Alessandro LugliUno dei principali obiettivi della Juventus per la prossima stagione è Christian Eriksen, centrocampista del Tottenham che però piace anche a Bayern Monaco e Real Madrid. Nella finestra di mercato invernale il danese, in scadenza di contratto con gli Spurs nel 2020, è stato accostato a diversi club e Pochettino aveva dichiarato: “Lui sa e noi sappiamo quello che stiamo facendo. Stiamo lavorando duramente per trovare un’intesa. Il club sta provando a prendere la decisione migliore e Christian farà altrettanto. Non sono preoccupato, ma preferirei che firmasse il nuovo contratto per restare a lungo col Tottenham”. Recentemente, però, il tecnico degli Spurs è parso meno sicuro della permanenza di Eriksen: “Spero che rimanga con noi anche in futuro, ma penso che le trattative siano ancora aperte, vedremo cosa succederà. Ci avviciniamo a fine stagione, ci sono tante chiacchiere e penso che la cosa più importante sia tenere i giocatori concentrati sugli obiettivi ancora da raggiungere”. L’eventuale acquisto del danese non escluderebbe quello di Nicolò Zaniolo che a Roma non sta passando un momento positivo, come si evince dallo sfogo del giocatore sui social contro le critiche di alcuni tifosi: “Non sono mai riuscito a vedere l’invidia degli altri – è il suo lungo post su Facebook -, perchè sono troppo soddisfatto della mia vita e perchè non capisco il motivo per il quale esserlo. Eppure sto iniziando a vederla, per la prima volta ci sto facendo caso. E allora mi sto ripromettendo di essere meno generoso con chi non gioisce delle vittorie altrui, con chi è frustrato e cattivo, con chi se la prende con gli altri per ciò che non è riuscito a ottenere per mancanza di talento o di sacrificio. Ti accorgi dell’invidia da come l’invidioso vuole buttarti giù, da come ti attribuisce colpe che non hai, da come non fa altro che dirti che lui non vuole niente dalla vita, che tanto il mondo è sporco e cattivo e lui è puro e onesto, anche se mentre lo ascolti senti il veleno nelle sue parole e l’angoscia di non avercela fatta. Dovevo farci caso prima, avere maggiore attenzione”. “Invece la mia ingenuità me lo ha impedito, avendo sempre presupposto negli altri la mia stessa soddisfazione e la mia pienezza di vita. Curatevela, e se non siete soddisfatti di voi stessi lottate per esserlo e non siate mai sazi di raggiungere ciò che rincorrete. Credo che arrivare ad augurare perfino la morte ad un ragazzo di 19 anni che fa ciò che ama sia esagerato. Meno cattivi, su”.
SPORTAL.IT | 24-04-2019 18:42
In una lunga intervista concessa a DAZN, Josè Mourinho ha ricordato la sua esperienza all’Inter: “Ho trovato una famiglia incredibile, che mi ha fatto essere felice ogni giorno ad Appiano Gentile. In questa connessione coi tifosi ci sono dei risultati, perché quando si vince siamo tutti in luna di miele; abbiamo vinto e creato questa empatia che rimane. Io vado in giro per Londra e arriva un interista che mi bacia e abbraccia, questa cosa rimane”. “L’Italia è stato un habitat naturale per me; in Inghilterra devo essere diverso in tante situazioni da come sono io naturalmente, in Italia invece il modo di vivere il calcio, 24 ore al giorno, è molto latino”. Sulla cessione di Ibrahimovic: “Lui è fantastico, ma ha un’autostima incredibile. Ha detto che voleva andare via per vincere la Champions, e io in quel momento gli dissi spontaneamente: ‘Magari vinciamo noi’. La squadra ha trasformato la paura di perdere un grande come Zlatan in un obiettivo: potercela fare senza di lui”. Un curioso aneddoto su Maicon: “Prima di una partita a Siena mi hanno ricordato che era solito prendere il quinto giallo prima della pausa natalizia per andare in Brasile. A Siena giocavamo prima della sosta e lui aveva quattro gialli. Capii che stava aspettando il quinto e gli dissi: ‘Se ti fai ammonire non vai in vacanza’. Lui rispose: ‘E se segno?’. Gli risposi di farne due e lui li fece. Poi viene ammonito per essersi tolto la maglia, e alla fine fece una settimana di vacanza in più“. Il futuro del tecnico portoghese è un incognita ma lo ‘Special One’ ha lasciato un indizio: “Non so dove andrò, non sono sotto pressione e per la prossima tappa sarò preparato al meglio. Posso dire però che non tornerò in Premier League. I trofei sono la mia garanzia di successo, anche contro quelli che cercano di dimenticare tutto questo; però è impossibile. L’ultimo trofeo vinto è stata l’Europa League, qualcuno pensa sia stato venti anni fa invece è stato un anno e mezzo fa”. SPORTAL.IT | 24-04-2019 17:35
Se dal campo arrivano notizie contraddittorie, con la qualificazione alle semifinali di Europa League in cui il suo Chelsea affronterà l’Eintracht Francoforte, ma anche il pareggio contro il Burnley che ha rallentato la corsa ad un posto nella prossima Champions League, fuori dal campo le cose non si mettono bene per Maurizio Sarri. Il riferimento è proprio a quello che è successo nell’ultima gara di Premier giocata a Stamford Bridge e finita 2-2, in cui l’ex allenatore del Napoli, allontanato dal campo durante la partita, è stato fatto bersaglio di insulti provenienti dalla panchina ospite, tra i quali sarebbe arrivato anche uno ‘stronzo italiano’. A riferire il tutto è stato il secondo di Sarri, Gianfranco Zola, ma il tecnico toscano potrebbe finire nei guai a causa della reazione agli insulti. La Football Association lo ha infatti messo sotto accusa per il suo comportamento nei minuti conclusivi della partita, con tanto di comunicato ufficiale. L’accusa è “condotta impropria”. Questo il comunicato emesso al riguardo nella giornata di mercoledì: “Maurizio Sarri è stato accusato di condotta impropria in relazione al comportamento assunto al 94′ minuto del match giocato lunedì scorso tra Chelsea e Burnley. Il manager del Chelsea ha tempo fino a venerdì alle ore 19.00 per poter presentare le proprie difese”. Arrivato sulla panchina del Chelsea in estate inoltrata al posto dell’esonerato Antonio Conte, Sarri ha vissuto una stagione in altalena: ottimo inizio, poi flessione brusca di risultati con tanto di rischio esonero, sempre scongiurato. Il Chelsea è comunque ancora in corsa su due fronti, potendo qualificarsi per la prossima Champions, obiettivo della stagione, attraverso il campionato o la vittoria dell’Europa League. Il futuro di Sarri a Londra è comunque ancora tutto da scrivere. L’addio dopo una sola stagione è possibile: sull’ex Napoli si sarebbe concentrato l’interessamento della Roma.
SPORTAL.IT | 24-04-2019 14:14
La storia d’amore tra Lorenzo Insigne e il Napoli potrebbe finire. Molto presto. L’attaccante sta vivendo una stagione molto delicata e deludente sul piano personale. Il passaggio dall’era Sarri a quella Ancelotti non ha portato fortuna all’esterno della Nazionale, che non ha ingranato sul piano delle prestazioni e anche su quello realizzativo, fino al punto di pensare a lasciare la squadra in cui è cresciuto e in cui è tornato nella stagione 2012-2013, dopo la promozione in A con il Pescara di Zeman, fino a diventarne uno dei leader, nonché capitano da gennaio dopo la partenza di Marek Hamsik verso la Cina. Nelle ultime settimane la tensione è salita: prima lo sfogo di Insigne successivo alla sostituzione contro il Sassuolo, poi quello contro Ancelotti dopo un altro cambio subito, in Europa League contro l’Arsenal. Si aggiunga il cambio di manager, dal momento che Insigne ha scelto di farsi rappresentare da Mino Raiola, ed ecco che l’addio al Napoli a fine stagione non è un’ipotesi da scartare. Qualche frecciata a distanza tra lo stesso Raiola e il presidente De Laurentis c’è già stata, la società non sembra voler valutare eventuali offerte inferiori ai 70-80 milioni, ma siamo ancora alle schermaglie, anche perché il mercato deve ancora prendere il via. Bisogna allora attendere la fine dei campionati nazionale e infatti per il momento non ci sono proposte ufficiali, ma, secondo quanto riportato dal ‘Corriere delllo Sport’, timidi interessamenti da parte di due squadre che hanno affrontato il Napoli in stagione in Champions, Liverpool e Paris Saint-Germain. Ai Reds Insigne ha pure segnato un gol rivelatosi poi inutile per il Napoli, ma Jürgen Klopp lo apprezza e lo vedrebbe bene per il proprio tridente. Per il Psg potrebbe invece lavorare Raiola, in ottimi rapporti con il club parigino, dove milita Marco Verratti, possibile “esca” vista l’amicizia con Insigne dai tempi di Pescara, coltivata poi in Nazionale. SPORTAL.IT | 24-04-2019 12:41
In un intervento a Radio2, Marcello Lippi ha detto la sua sulla Nazionale di Mancini: “Ci sono tanti giovani bravi e Mancini ha avuto il coraggio di chiamarli in qualche caso anche prima che esordissero in Serie A. Ha scelto i giovani più bravi, questa Nazionale mi piace, ci sono tanti ragazzi interessanti”. Sulla Juventus: “Fu la prima grande soddisfazione internazionale. L’anno prima vincemmo campionato e Coppa Italia, poi trionfammo in coppa dei Campioni e l’anno dopo alzammo la coppa Intercontinentale. Per vincere la Coppa dei Campioni ci vogliono dei grandi giocatori e poi serve un grande senso di appartenenza, la voglia di mettersi a disposizioni l’uno dell’altro. Quei ragazzi lo fecero, e infatti salirono sul tetto del mondo”. “Quest’anno è mancata la fortuna di avere a disposizione i giocatori importanti nel momento decisivo. Ad esempio Chiellini è importante quasi quanto Ronaldo e con l’Ajax non c’era”. SPORTAL.IT | 24-04-2019 15:17
I cantieri della metropolitana. Il traffico. Le buche. No. Nulla di tutto ciò. A tenere la città in apprensione in questo particolare momento storico è Carlo Ancelotti. È lui l’allenatore giusto per il Napoli? È lui l’uomo capace di far tornare la passione ai tifosi? Dopo i tanti successi raccolti in giro per il mondo, è arrivato a Napoli ereditando il pesante scettro di Maurizio Sarri, l’allenatore capace di far innamorare una città intera grazie al gioco, andando al di là del risultato finale. E invece con Ancelotti le cose sono cambiate diametralmente. Non tanto per quel che riguarda il cammino del Napoli (secondo in classifica ed uscito dall’Europa League ai quarti di finale per mano dell’Arsenal), quanto per il progetto e il gioco di una squadra che sembra lontana parente di quella che un anno fa sembrava davvero in grado di spodestare la Juventus nella lotta scudetto. Al partito di quelli che sostengono la causa del nuovo allenatore del Napoli si iscrive di diritto la presentatrice e super tifosa azzurra Caterina Balivo. «È vero che finora non è stata una stagione super emozionante, ma non va dimenticato che il secondo posto è nelle mani del Napoli. Ancelotti è un allenatore che ha vinto tanto nella sua carriera e può dare tanta esperienza, soprattutto in fase di programmazione. Certo, era lecito attendersi qualcosa in più ma è pur vero che questo è il suo primo anno a Napoli. Magari riuscirà a portare qualche campione nella prossima finestra di mercato, confido in lui. Forza Napoli Sempre e Forza Ancelotti», chiara, anzi chiarissima. Un po’ come l’ex rettore della Federico II Guido Trombetti che non ha dubbi: «Sono un grande estimatore di Ancelotti e non capisco dove sia il problema. Trovo questo campionato oggettivamente soddisfacente. Mi sembra una follia discutere l’allenatore e bisogna dargli il tempo di portare avanti il suo progetto. Per me non c’è differenza tra 2 e 100 punti di distacco dal primo. E per la prima metà della stagione la squadra ha giocato molto bene». Dalla parte di Ancelotti c’è anche il professore di robotica della Federico II Bruno Siciliano. «Sono un nostalgico Sarriano, ma sono pro Ancelotti. Nella prima parte della stagione ha giocato un po’ con gli schemi di Sarri, ma le statistiche sono a suo favore: il Napoli ha tirato di più in porta. Nella seconda metà della stagione sono solo mancati gli stimoli, è un problema psicofisico, e ha inciso la partenza di Hamsik e sono venuti meno i punti fermi dello spogliatoio». Poi ci sono quelli che nonostante tutto credono in Ancelotti, seppur con qualche piccola riserva. Tra questi Riccardo Villari, presidente del Tennis Club Napoli. «Non sono soddisfatto di quello che ho visto quest’anno, ma voglio dare fiducia all’allenatore perché penso che sia difficile arrivare e risolvere subito tutti i problemi. Il vero punto sta nel fatto che il napoletano è stanco di aspettare. E infatti io per primo vorrei capire qual è il progetto del Napoli perché sono rimasto impressionato dai 20 punti di distacco dalla Juve. Lo dico perché penso che la società è ad alti livelli da anni. Poi vinci o perdi di un punto, ci può anche stare». Sembra chiaro che tutto, o quasi, giri attorno al mercato che secondo molti dovrà essere il vero banco di prova di Carletto. «Sono a favore di Ancelotti perché ha delle attenuanti date dalle scelte societarie», spiega Franco Porzio. «Per me Ancelotti è stata la pezza a colori per il post Sarri. Questo Napoli più di tanto non poteva fare perché non ha ricambi a centrocampo. Ancelotti deve essere messo alla prova con giocatori veri che danno intensità al gioco. Mi aspetto che punti i piedi per farsi comprare i giocatori». Sulla stessa lunghezza d’onda il prorettore della Federico II Arturo De Vivo. «Mi aspettavo qualcosa in più da Ancelotti. Il suo errore è stato quello di guardare al Napoli di Sarri e pensare che con qualche piccolo ritocco potesse fare una stagione esaltante. Spero che Ancelotti sia responsabile pienamente della prossima stagione a partire dal mercato». Ci sono poi quelli che invece sono delusi da Ancelotti e dalla sua prima stagione in azzurro. A partire dal magistrato Tullio Morello. «Sono sempre dalla parte del Napoli, ma il lavoro che ha fatto Ancelotti quest’anno non l’ho apprezzato. Mi ha deluso molto. Non che nutrissi grosse aspettative. Mi ritengo un “No Ancelotti” della prima ora, perché fin dall’inizio lo ritenevo poco adatto alla piazza. È un allenatore bravo a gestire grandi campioni, ma qui i grandi campioni sono pochi. C’era più bisogno di qualcuno che desse l’identità di gioco. E poi è troppo aziendalista. Non si può accettare la cessione di Hamsik senza sostituirlo e poi dire che vuoi vincere l’Europa League». Giudizio analogo a quello dell’avvocato Carlo Claps, presidente Aidacon consumatori. «Ero a Dimaro e ho ascoltato personalmente i proclami e le promesse di Ancelotti, che sono stati disattesi. Fuori da Champions, Coppa Italia ed Europa League perché sono state interpretate male le sfide decisive contro Liverpool, Milan e Arsenal. In campionato abbiamo accumulato un mortificante meno 20 dalla Juve e rispetto allo scorso anno nel girone di ritorno abbiamo fatto più punti soltanto del Chievo. Per me questa stagione è stata un fallimento». (ilmattino.it)
Al Napoli rimane un ultimo traguardo da raggiungere, un risultato importante che tiene ancora viva la fiammella del campionato: la qualificazione in Champions League. La squadra di Ancelotti l’avrebbe potuta raggiungere matematicamente se avesse battuto l’Atalanta, mettendo 15 lunghezze di distacco da quella che sarebbe stata a quel punto la quinta in classifica, cioè la Roma. A cinque giornate dal termine del torneo, con il vantaggio degli scontri diretti con i giallorossi, il gioco sarebbe stato fatto. La sconfitta con l’Atalanta, invece, rimette tutto in discussione. Ora i punti di vantaggio sulle quinte (Milan e Atalanta) sono solo 11 e con cinque gare da giocare non c’è ancora la sicurezza della qualificazione, anche se il vantaggio è molto consistente. Il chiodo fisso di Ancelotti è comunque raggiungere al più presto il traguardo. E anche mantenere il secondo posto alle spalle della Juventus viene considerata una priorità. Proprio in considerazione di questi presupposti la partita di domenica a ora di pranzo con il Frosinone riveste una certa importanza. Un vittoria degli azzurri allo Stirpe significherebbe qualificazione matematica solo in caso di contemporanea sconfitta di Milan e Atalanta, circostanza improbabile. Ma è evidente che mantenere quantomeno 11 lunghezze di vantaggio sulle inseguitrici con sole altre quattro gare da giocare, metterebbe il Napoli al riparo da qualsiasi sorpresa. Ancelotti sta preparando dunque con particolare meticolosità e attenzione la partita. Il Frosinone in caso di sconfitta potrebbe a sua volta dire matematicamente addio alla serie A. La squadra di Baroni venderà dunque cara la pelle e sicuramente per il Napoli ci sarà da combattere e forse anche da soffrire. Quanto alla formazione che il tecnico di Reggiolo manderà in campo contro i laziali, è ancora tutto in alto mare. Il centrocampo è l’unico reparto in cui non ci sono praticamente alternative per cui dovranno giocare Callejon, Allan, Ruiz e Zielinski. Varie sono invece le possibilità di scelta che si offrono ad Ancelotti in difesa e in attacco. Tutta da verificare la presenza in campo di Insigne, tenuto in panchina contro l’Atalanta dopo la sostituzione con l’Arsenal, sottolineata dagli impietosi fischi dei tifosi. Da quel giorno le voci sul destino del capitano lontano da Napoli si rincorrono. Ancelotti, però, potrebbe regalare ancora una volta una sorpresa, rimettendolo proprio a Frosinone alla guida dell’attacco.
(ilmattino.it)
Sento blaterare i tifosi del Napoli, che non sono soddisfatti dell’annata di Carlo Ancelotti sulla panchina azzurra. La colpa non è del buon Carlo ma del Presidente Aurelio De Laurentiis,che non ha comprato la scorsa estate, giocatori all’altezza del blasone del tecnico emiliano. Non si può pensare di competere con la Juventus con Ounas e Younes, con tutto il rispetto, per questi due onesti giocatori.
Poi rimasi allibito, allorquando Ancelotti e lo stesso De Laurentiis credevano di poter vincere l’Europa League; infatti, questa competizione è composta da squadre tipo Arsenal, Chelsea, Villareal, etc etc. Come poteva questo Napoli riuscire a tener testa a questi squadroni?
Adesso bisogna stare attenti anche alla difesa del secondo posto, poichè credo che le motivazioni sono andate a farsi benedire, in casa-Napoli, e tutto adesso diventa più complicato. Anche perchè la vicenda legata ad Insigne e alla sua velata voglia di andare via, non rasserena di certo gli animi, nello spogliatoio campano. Inoltre non sembra che scorri pace ed armonia nemmeno fra Ancelotti e il buon Lorenzo. E questo non è di certo un buon segnale. (Alessandro Lugli)
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