Parità fra Sampdoria-Sassuolo. Juventus nello scandalo. Interviste e commenti.
Di Alessandro LugliPierpaolo Marino è intervenuto nel “Microfono Aperto” per rispondere alle domande degli ascoltatori.
SULL’INCHIESTA DI REPORT SULLA JUVENTUS: “La mia opinione è che la responsabilità oggettiva mette le Società in condizioni di essere ostaggio di alcune tifoserie violente. Le organizzazioni malavitose si infiltrano e ne approfittano, ricattando i club e questo accade da diverso tempo. La Juve è esposta in questo senso. Le indagini vanno acclarate e probabilmente ci sono state alcune leggerezze dai responsabili della sicurezza. E’ una vergogna che il calcio deve subire”.
SUL TORINO: “Mazzarri è un ottimizzatore, si impegna molto. Ha fatto sempre rendere di più le squadre del loro potenziale. Agonismo e intensità di gioco sono mancate nel 2-0 del Torino al Bologna. Belotti? Punta centrale classica che rende bene in tutti i moduli. Sia da solo davanti, sia ad aggredire gli spazi. Diamogli tempo, la scorsa stagione è stata travagliata a causa degli infortuni, ma tornerà ai suoi livelli”
SUL MILAN: “Donnarumma? Debutto precoce in Serie A, per questo sbaglia. I portieri giovani si mandano a fare le ossa nelle squadre minori o in Serie B. La colpa della sconfitta nel derby non è solo sua, c’è una serie di disattenzioni e complicità. Musacchio ha dormito. Il Milan è una squadra più forte dell’anno scorso. L’unico problema è che Gattuso non è cresciuto dal punto di vista tattico nel voler sperimentare soluzioni alternative al 4-3-3. Cutrone è un delitto lasciarlo in panchina. Gattuso con un 4-4-2 potrebbe formare una coppia esplosiva Higuain-Cutrone”.
SUL GENOA: “Vedo un futuro roseo. Un bomber come Piatek ti trascina nella parte sinistra della classifica. Non capisco perché è stato esonerato Ballardini e nel pareggio di Torino il merito è anche suo”.
SU PASTORE: “Fossi stato nella Roma non lo avrei preso. Operazione molto costosa di cartellino e di ingaggio. Troppi infortuni e nel progetto tattico di Di Francesco è di difficile collocazione essendo un giocatore atipico”.
SU TONALI: “E’ il prospetto più interessante che c’è in Serie B”.
SU BARELLA: “E’ il Modric italiano”.
SU MAROTTA ALL’INTER: “Grande dirigente. All’Inter sarebbe un valore aggiunto per il raggiungimento di obiettivi importanti, per primeggiare in Italia ed in Europa”.
Giancarlo Capelli, alias “Il Barone”, storico ultras del Milan, è intervenuto a Radio Sportiva, per parlare della contestazione alla squadra rossonera: “Condivido il comunicato. Non ci è piaciuto l’atteggiamento dei giocatori. Se non sono all’altezza, Gattuso doveva lasciarli fuori. Il Derby per i tifosi è la partita dell’anno ed il Milan è stato rinunciatario al 100%, invece di giocarlo a viso aperto. Abbiamo visto sempre passaggi indietro e un solo tiro in porta. Vuol dire non siamo concentrati. Cutrone era entrato giusto per fare numero. Ora il Milan ha 3 partite alla portata, da vincere, altrimenti sarà un altro fallimento. E’ una squadra che fatica a portare a casa il risultato. A parte Higuain, la campagna acquisti è stata sbagliata. Insomma, siamo stanchi di continuare ogni anno con le promesse”.
Questo il comunicato pubblicato su Instagram da Luca Lucci, capo della Curva Sud milanista, dopo la sconfitta con l’Inter: “I derby si giocano, si lotta si combatte si sputa sangue e poi magari si possono anche perdere! Ieri il nulla!!! Vergognatevi tutti!!! Da chi scende in campo a chi vi mette in campo a chi permette che tutti voi abbiate questa testa in partite del genere! Non ci sono scuse!! Abbiate rispetto dei tifosi, di tutti quelli che giorni prima non dormono per la tensione, tutti quelli che si fanno in 4 per realizzare coreografie per darvi la carica e gli stessi che ieri cantano per novanta minuti e oggi sono letteralmente senza voce! Certo perché chi ama il milan il suo lo fa sempre a prescindere!!! Il milanismo vi manca ma probabilmente chiediamo valori che di questi giorni sono solo sogni!”.
Massimo Taibi, ex portiere ed attuale direttore sportivo della Reggina, è intervenuto nel “Buongiorno Sportiva” per parlare del big match di questa sera tra Manchester United e Juventus. “E’ una bella sfida tra 2 squadre blasonate. Ronaldo? Giocatore esemplare, importante, che quando scende in campo sa cosa fare. Il Manchester? E’ un pò in difficoltà adesso, ma la Champions ti da energie e motivazioni enormi. Mourinho? Ottimo stratega, sa caricare la squadra a livello mentale ed è anche umile nel rispettare la Juve. Perin? La Juve ha fatto una scelta importante ma ponderata. C’èra il rischio che potesse giocar meno, come sta succedendo. Ma era un occasione importante per la sua carriera. Da garanzie in porta”.
L’ex centrocampista di Bologna, Torino e Fiorentina, Eraldo Pecci, è intervenuto in diretta a Sportiva per commentare la prova delle sue ex squadre nell’ultimo turno di campionato:
SU FIORENTINA-CAGLIARI: “Il Cagliari aveva giocato per tutta la gara, la Fiorentina non si può lamentare, il pari di ieri non può farle storcere la bocca
SU BOLOGNA-TORINO: “Il Bologna ha rimontato due gol e al Toro e non è la prima volta che accade. A me viene un po’ da ridere, però, perché sento gli allenatori che studiano le situazioni e poi prendono dei gol che non stanno né in cielo né in terra. Ieri le reti di Baselli e di Calabresi sono arrivate da errori che non si vedono neanche nei dilettanti!”
SULLA CRISI DI SIMEONE E BELOTTI: “Quella di Belotti fa specie, perché Simeone è più promessa rispetto al Gallo. La Fiorentina, però, ha Chiesa che tutte le volte che prende la palla è un pericolo per gli avversari”
L’ex difensore e capitano dell’Inter, Giuseppe Bergomi, è intervenuto in diretta a Sportiva per commentare il successo dei nerazzurri nel derby.
SULL’ANDAMENTO DELLA GARA: “La partita con il Tottenham ha dato la svolta, ma l’Inter è così da sempre: ha bisogno di queste scosse per trovare l’ambiente giusto. Spalletti sta toccando le corde giuste e non è un caso che la squadra vinca sempre nel finale. Ieri non pensavo potesse reggere quel ritmo per tutta la gara, invece ce l’ha fatta e il gol è arrivato a coronamento di una bella prestazione. La vittoria è stata meritata
SU VECINO E BORJA VALERO: “Lo spagnolo sembrava ai margini, invece sta dando equilibrio alla squadra. L’uruguaiano deve crescere sotto l’aspetto del gioco, perché sull’inserimento e sui gol c’è sempre stato. Per l’Inter è determinante trovare dei gol al di fuori di Icardi e Perisic e lui l’anno scorso ne ha fatti di decisivi… Se a gennaio verrà messa più qualità a centrocampo, l’Inter può lottare fino alla fine per lo scudetto”
SU LAUTARO MARTINEZ: “Può giocare con Icardi in determinate partite, non certo nel derby o contro Juve e Barcellona. Lautaro va fatto sentire importante, deve crescere e non può giocare poco: deve andare in campo ogni 2-3 partite, perché è troppo forte…”
SULLE PROSSIME PARTITE: “Le prossime due gare contro il Barcellona determineranno molto. L’Inter deve fare punti, perché sarebbe determinante indipendentemente da quello che farà il Tottenham contro il Psv. Della Lazio ne parlo bene da due anni: Con le grandi fa un po’ fatica, ma è sempre una gara difficile.
SULLE PROSPETTIVE DELLA STAGIONE: “L’Inter deve innanzitutto consolidare la posizione nella zona Champions del campionato, poi vedere cosa farà la Juve: adesso sembra irraggiungibile, ma non si sa mai… In Champions League, invece, può fare un percorso come quello della Roma di Di Francesco, per gettare le basi per tornare a vincere”
Pietro Lo Monaco, amministratore delegato del Catania, è intervenuto in diretta a Sportiva per commentare l’elezione di Gravina a presidente della Figc. “Per lui parla la storia: è una persona perbene e un imprenditore di spessore. Ha esperienza a tutto tondo e questo è un buon viatico per cominciare l’inevitabile percorso di riforme. Penso a quelle dei campionati e della giustizia sportiva: Gravina è un uomo del fare, ha tanto da fare e va fatto. Mi auguro che a questa percentuale bulgara con cui è stato eletto corrisponda la collaborazione di tutte le componenti. Infantino ha detto la verità: negli ultimi anni il fatto che la giustizia ordinaria abbia preso piede è una sconfitta di tutto il calcio”
SUL COMMISSARIAMENTO: “Non ho salutato Fabbricini. Non vedo perché avrei dovuto farlo nei confronti di chi colpevolmente ha portato un caos pazzesco nel mondo del calcio. L’unico intervento all’altezza nell’assemblea di oggi è stato quello di Sibilia, presidente della Lnd. Gli altri hanno tutti celebrato Fabbricini, quando lui e Malagò hanno fatto solo sfracelli”
Tiziano Crudeli, giornalista-tifoso del Milan, è intervenuto in diretta a Sportiva per commentare la bruciante sconfitta dei rossoneri nel derby. “Sul gol di Icardi, l’errore madornale è di Donnarumma, ma c’è pure uno sbaglio difensivo complessivo. Non è concepibile subire un gol così: proprio perché Icardi è Icardi, andava curato con maggior attenzione. In ogni caso, la sconfitta è meritata, perché l’Inter ha giocato meglio. Poi, però, non si possono rilasciare interviste cercando giustificazioni: in 90′ il Milan ha fatto un tiro nello specchio. Non c’è gioco: si diceva che il Milan avesse più qualità dell’Inter, ma io non l’ho vista. Il Milan ha curato soprattutto la fase difensiva, perché anche Gattuso si è reso conto che finiamo sempre per concedere qualcosa all’avversario. Tatticamente i rossoneri hanno fatto una discreta partita, ma non sono mai usciti da quella fase difensiva. Il Milan ha Higuain, uno dei migliori centravanti d’Europa e del Mondo, e non è mai riuscito a servirlo adeguatamente. E su questo Gattuso va criticato. Questa sconfitta è una batosta difficile da digerire, perché era un test importantissimo: se il Milan avesse vinto, avrebbe fatto un salto di qualità. Poi qualcuno mi deve spiegare perché Allegri riesce sempre a variare tatticamente la propria squadra durante le gare, mentre il Milan insiste con il 4-3-3 pur avendo giocatori, come Calhanoglu, in condizioni non ottimali…”
Sandro Sabatini è intervenuto in diretta a Sportiva per rispondere alle domande degli ascoltatori in “Microfono Aperto”.
SU BELOTTI: “Un po’ risente dell’assenza di Ljajic, ma la sua crisi è iniziata l’anno scorso, quando il serbo c’era ancora. Ha avuto un’annata magica: se la vivi tranquillamente, ok; se il tuo presidente rifiuta offerte da 100 milioni, se il peso della squadra inizia ad essere tutto sulle tue spalle, poi diventa una situazione difficile da sopportare. Penso che stia risentendo di questo peso. Oltretutto, Belotti ha avuto qualche infortunio e strutturalmente fa fatica a tenersi bene in forma”.
SULL’ELEZIONE DI GRAVINA A PRESIDENTE FIGC: “Spero che faccia bene per il calcio italiano. È un personaggio che è nel calcio da tanto tempo, ma non punto ad occhi chiusi su di lui. Credo che il calcio italiano abbia bisogno di manager, idee e strategie e di poca politica
“.
SUL MILAN: “Dopo il derby i tifosi, sulla scia di Salvini, ce l’hanno con Donnarumma e Gattuso. Sul primo hanno ragione, il suo errore ieri è stato clamoroso. Sul secondo, invece, sono sempre molto titubante, va messo sotto esame sull’impiego dei giocatori a sua disposizione. Mi spiegate che acquisti sono stati fatti dal Milan e chi li ha avallati? Laxalt non gioca un minuto, Bakayoko sembra il fratello di quello del Monaco. Se la squadra è la stesa dell’anno scorso, arriveranno i risultati dell’anno scorso…”
SULLO SCONTRO BIGLIA-NAINGGOLAN: “Capisco l’arbitro, visto live anch’io avrei fischiato la stessa cosa. Una volta che ha ammonito Biglia, poi, il Var può intervenire solo se valuta da espulsione il pestone di Nainggolan. E secondo me non lo era. È evidente, però, che il fallo era di Nainggolan e che la decisione è stata invertita”.
SU JUVENTUS-GENOA: “La Juve ha giocato bene il primo tempo, poi nel secondo ha pensato di essere all’allenamento defaticante verso Manchester”
SUL RUOLO DI ANTI-JUVE: “Per me è l’Inter, perché rispetto alla squadra dell’anno scorso ha messo dentro giocatori come Asamoah e
Nainggolan che hanno un peso specifico importante”
Fumata bianca: Gabriele Gravina è il nuovo presidente della Figc e resterà in carica per i prossimi due anni. L’ex numero 1 della Lega Pro, candidato unico alla massima poltrona della Federcalcio, è stato eletto già al primo scrutinio dai delegati dell’assemblea elettiva riuniti all’Hotel Hilton di Fiumicino con il 97,20% dei voti.
Si chiude così la gestione commissariale di Roberto Fabbricini, durata 9 mesi e iniziata il 1° febbraio dopo la mancata elezione del presidente nella precedente assemblea elettiva di fine gennaio. La crisi della Figc si era invece aperta quasi un anno fa, il 13 novembre 2018, con la mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali in Russia seguita una settimana dopo dalle dimissioni dell’allora presidente Carlo Tavecchio. Gravina non vuole perdere tempo: “Ringrazio tutti per il supporto e il sostegno: Gabriele è uno di voi, uno che vuole cambiare e rilanciare il calcio italiano. Cambiamo verso e direzione, puntiamo a coltivare la passione di tanti dirigenti del calcio italiano, per far sì che ci sia la massima professionalità. Risponderemo con i fatti, i comportamenti e il lavoro. Bisogna saper sognare, progettare e credere. Il calcio non può più aspettare, andiamo insieme”.
“Dobbiamo puntare moltissimo nel coccolare la passione di tanti dirigenti del calcio italiano, e far sì che ci sia la massima crescita e professionalità, e dobbiamo fare sì che ci sia da parte di tutti la massima collaborazione e supporto. Ora è il momento di lavorare”, aggiunge Gravina. “Il mio progetto è stato definito ambizioso – conclude -, so benissimo che bisogna lavorare ma anche saper sognare e soprattutto credere”.
“Oggi è un giorno importante e di festa, c’è un’atmosfera positiva e propositiva, di condivisione. Penso e sono convinto che in questa fase soprattutto sia indispensabile che ci sia un presidente rappresentato dal massimo delle componenti in questa sala”. È il pensiero del presidente del Coni, Giovanni Malagò, rivolgendosi ai delegati della Federcalcio in occasione del suo intervento all’assemblea elettiva all’Hilton Fiumicino. “Il programma di Gravina è ambizioso come è giusto che sia – aggiunge il numero uno del Coni – ma è un momento della vita del calcio italiano in cui bisogna remare tutti nella stessa direzione. Se il calcio cresce tutto il Coni e il Paese migliorano”. Basta commissariamento: “La Figc è la federazione che più volte è stata commissariata: ben undici volte nella storia, quattro anni e mezzo negli ultimi venti. Su questo bisogna interrogarsi: sono sicuro che le persone in sala hanno le capacità per non trovarsi più nelle condizioni attuali”.
La speranza è che il neo presidente della FIGC Gabriele Gravina abbia avuto modo di vedere la puntata del programma Report dedicato ai rapporti tra ultrà, malavita e la principale squadra italiana: la Juventus. Sì perché l’elezione “bulgara” con la quale è stato posto ai vertici del calcio italiano gli dà la forza per iniziare quel processo di riforme promesso con queste testuali parole “…togliere ogni alibi alla necessità di riformare il nostro mondo dal quale terremo fuori gli avventurieri”.
Ecco, prima degli avventurieri (italiani e stranieri) è necessario liberarsi della mafia. Sì proprio la mafia! Come dimostrato ieri dalla bella inchiesta del programma di Sigfrido Ranucci c’è un sistema di bagarinaggio organizzato che collega in modo opaco ultrà, alcuni dirigenti bianconeri e ‘ndrangheta. Sistema ancora attivo nel 2018.
Il misterioso suicidio dell’ultrà Raffello Bucci, giri di affari milionari, intercettazioni telefoniche. Tutto il “fango” emerso nell’inchiesta Alto Piemonte trasmesso in tv ha avuto un effetto dirompente. Più per il pubblico che per gli addetti ai lavori. Leggere le conclusioni della Corte d’appello sull’inchiesta dove si rileva che la Juve fosse: “disposta a fornire agli ultrà cospicue quote di biglietti perché li rivendessero e ne traessero utili ottenendo come contropartita l’impegno a non commettere azioni violente” è una cosa. Vedere in tv le immagini di come il piazzale davanti all’Allianz Stadium sia una zona franca in mano agli ultrà, un’altra.
Scoprire che i cinque gruppi di ultrà bianconeri (Drughi, Bravi Ragazzi, Nucleo 1985, Viking, Tradizione Bianconera) sono tutti, più o meno, vicini a gruppi criminali e i loro leader (spesso pluripregiudicati) sono diretta emanazione delle cosche calabresi non lascia certo sereni. Ancora più inquietante è che tutti sapessero tutto della tratta dei biglietti: da alcuni dirigenti bianconeri alla Questura. Andrea Puntoro, capo dei Bravi Ragazzi, alle telecamere di Report ha candidamente rivelato: “la Juventus ha sempre dato delle quote di biglietti agli ultrà per il quieto vivere. Io con lo stadio mi sono comprato due case, una panetteria e la macchina”.
Report ha anche raccontato il ruolo di Rocco Dominello, leader dei Drughi, nullafacente che andava in giro in Jaguar. Condannato a sette anni per associazione mafiosa ma “di casa” in Questura a Torino. Non c’è bisogno di una nuova inchiesta di Report per capire che se la Juventus si trova circondata da questo fango, è difficile immaginare che le altre società calcistiche se la passino molto meglio.
Conclusione. Se la più importante e moderna società italiana con stadio di proprietà, 7 scudetti consecutivi vinti, la squadra di Ronaldo, la favorita della Champions, si trova immersa in questo mondo opaco è meglio che Gravina si dia una mossa. E la Juventus pure. L’immagine del calcio italiano nel mondo dipende, oggi, soprattutto da lei. E non è un immagine edificante. Per usare un eufemismo. (mediaset)
Al Ferraris di Genova, nel posticipo che chiude la nona giornata di Serie A, non ci sono vincitori e gol tra Sampdoria e Sassuolo (0-0). Era la partita di Berardi, 150esima presenza in Serie A, ma la sfortuna non lo premia al 35’ quando il palo gli nega il gol. Nella Sampdoria Quagliarella cerca spazi ma non li trova. Un punto a testa che non cambia granché in classifica: la Samp è quinta a quota 15, il Sassuolo subito dietro a 14.
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