“Clan” Italia: i nodi al pettine che agitano Conte e gli azzurri
Di Emanuele SaccardoAll’indomani dei tragici fatti di Bruxelles, gli ennesimi di stampo terroristico sul suolo europeo, il clima intorno alle Nazionali non può essere disteso. Con il Belgio in lutto e la squadra ferma ai box (annullato l’allenamento), Naingollan e altri suoi compagni sotto shock per aver schivato un appuntamento con il destino, con la Francia comunque ottimista (“L’Europeo si farà”), in tutti i ritiri l’aria è pesante ed elettrica. A partire dall’Italia di Antonio Conte.
C’è ovvia preoccupazione per quel che riguarda l’aspetto della sicurezza intorno al blocco azzurro, alle spedizioni prima in Germania (a Monaco di Baviera, martedì 29 marzo, per affrontare l’amichevole contro i tedeschi) e poi in Francia quest’estate. Difficile per tutti, se non impossibile, preparare un torneo tanto importante con la consapevolezza umana della paura per la propria incolumità. Perché al di là delle Intelligence internazionali, dei percorsi studiati a tavolino, dei presidi blindati intorno a ritiri e hotels, resta il fatto che dagli aeroporti è obbligatorio passare. La paura è un meccanismo necessario che tuttavia, se scappa di mano, può portare più danni che benefici. A qualunque essere umano, anche ai calciatori di un certo lignaggio.
Questo è senza dubbio il nodo più rilevante da sciogliere, quello sul quale Antonio Conte dovrà lavorare – di concerto, eventualmente, con gli psicologi messi a disposizione dalla Federazione. Esistono anche altri pericoli nei quali l’Italia rischia di incappare, certamente “buche” assai frivole se paragonate alle bombe di ieri. Una tra le trappole cui fare maggiore attenzione riguarda il già annunciato addio dell’attuale c.t. alla fine della manifestazione estiva francese. Stiamo parlando di 24 professionisti (tecnico incluso): le sbandierate dichiarazioni di rito sull’impegno non sono certamente da mettere in discussione, ma la voglia di uscire dal “garage” che Conte ha manifestato nelle recenti conferenze stampa potrebbe involontariamente pesare nell’economia di una kermesse breve come un Europeo. In termini psicologici, la “fame” corre il rischio di non essere la stessa che Conte ha saputo trasmettere sin qui.
Un altro sintomatico dettaglio da non prendere sotto gamba è la scelta della numerazione, da parte dei convocati, per il doppio impegno con Spagna e Germania. Sì, lo sappiamo, è un discorso che lascia magari il tempo che trova, ma che nessun azzurro abbia optato per il 10 fa riflettere. Si sa, indossare quel numero porta con sé una serie di responsabilità implicite, la sensazione è che non ci sia al momento un solo giocatore maturo abbastanza da sostenerne il peso. Può darsi sia un pensiero sbagliato, in considerazione del fatto che l’Italia sta per affrontare delle amichevoli. Epperò sono gare che portano a misurarsi con i padroni del globo pallonaro: forse un senso di inferiorità serpeggiante ha pesato sulle scelte delle maglie? Non lo sappiamo né mai lo sapremo con certezza. Possiamo solo stare alla finestra a guardare quello che accadrà.
LISTA CONVOCATI ITALIA (Italia-Spagna, giovedì 24/03 a Udine; Germania-Italia, martedì 29/03 a Monaco di Baviera):
PORTIERI – Buffon (Juventus), Sirigu (Psg), Perin (Genoa)
DIFENSORI – Acerbi (Sassuolo), Antonelli (Milan), Astori (Fiorentina), Bonucci (Juventus), Darmian (Manchester United), De Silvestri (Sampdoria), Ranocchia (Sampdoria), Rugani (Juventus)
CENTROCAMPISTI – Florenzi (Roma), Giaccherini (Bologna), Jorginho (Napoli), Montolivo (Milan), Thiago Motta (Psg), Parolo (Lazio), Soriano (Sampdoria)
ATTACCANTI – Bernardeschi (Fiorentina), Bonaventura (Milan), Candreva (Lazio), Eder (Inter), El Shaarawy (Roma), Insigne (Napoli), Pellé (Southampton), Zaza (Juventus), Okaka (Anderlecht)
INFORTUNATI – Immobile (Torino), Verratti (Psg), Barzagli (Juventus)
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