Cade la prima Inter di De Boer sotto i colpi di un indemoniato Birsa
Di francoColpo di scena al “Bentegodi”. Il Chievo supera l’Inter per 2-0 e regala una settimana di fuoco al neo tecnico dei nerazzurri Frank De Boer. Icardi e compagni sono apparsi svagati, ancora lontani da uno stato di forma accettabile. I meccanismi di gioco ,applicati dall’allenatore olandese, tardano ad essere appresi e la situazione attuale, da cantiere aperto, è stata rimarcata sul terreno di gioco, dove i clivensi, collaudati e con un impianto che ricalca pari passo quello della precedente stagione, hanno avuto ragione, affondando i colpi decisivi nella ripresa. Nel primo tempo, Sorrentino, unico nuovo innesto nell’undici titolare schierato da Maran, si è esibito in un paio di interventi decisivi per smorzare dei tentativi offensivi dei nerazzurri, mentre i gialloblù si sono resi pericolosi dalle parti di Handanovic, con un’azione in ripartenza avviata da Birsa per Meggiorini, con quest’ultimo che ha esploso un tiro che ha lambito il palo alla sinistra di Handanovic. Nei secondi quarantacinque minuti, l’organizzazione di gioco dei veneti è stata superiore rispetto alla mancanza di idee di un Inter apparsa ancora in rodaggio, con Icardi raramente pericoloso e Banega in ombra nonostante fosse stato designato come l’uomo in grado di accendere la luce tra le fila nerazzurre. Il Chievo legittima la migliore organizzazione al 49’ quando Cacciatore, involatosi sulla fascia di destra, serve a centro area Birsa, il quale mette a sedere sia D’Ambrosio che Ranocchia e con un tiro angolato trafigge il suo connazionale Handanovic. La squadra di Maran non si accontenta affatto, limitandosi a difendere il vantaggio acquisito, anzi, all’ 81’ minuto raddoppia sempre con il trequartista sloveno che raccoglie la sfera dalla distanza, se la sposta sul destro e con un tiro ad effetto, dal limite dell’area, non lascia scampo all’estremo difensore nerazzurro. Per Frank De Boer è una doccia gelata, un approccio al campionato italiano inaspettato e duro, coronato da una sconfitta che aprirà varie discussioni interne, dopo un’estate tribolata, caratterizzata dai “mal di pancia” del capitano Icardi e la risoluzione del contratto di Roberto Mancini. Ai microfoni dei giornalisti, il tecnico orange ha dichiarato che occorre lavorare tantissimo. Lui è al timone della squadra dallo scorso 10 agosto, troppo poco per conoscere approfonditamente le dinamiche interne di un gruppo costruito per tornare a primeggiare sia in Italia che in Europa. A seguire, ha spiegato i motivi delle sue scelte tattiche, con Perisic relegato in panchina essendogli stato preferito Candreva dall’inizio, nonostante l’ex biancoceleste sia stato aggregato da pochi giorni al resto della squadra. Ciò che ha colpito maggiormente è stata una fragile tenuta difensiva, con Ranocchia che ha palesato le continue defiance che stanno caratterizzando la sua carriera professionale e la scarsa inventiva a metà campo, con Banega ancora corpo estraneo nell’undici titolare e Kondogbia in compagnia di Medel non eccezionali in fase di impostazione della manovra. In attacco, detto di un Icardi avulso, Candreva non è apparso imprendibile e con la solita verve che lo contraddistingue, mentre l’unica nota positiva giunge da Eder che si è mosso con caparbietà e generosità, creando anche qualche grattacapo dalle parti di Sorrentino. Troppo poco per avere la meglio su un Chievo arrembante, organizzato e compatto nei reparti. I veneti hanno ripreso da dove avevano lasciato la passata stagione, fornendo una prestazione da applausi, coronata da un Birsa in forma strepitosa, autore di una doppietta altisonante e di una performance maiuscola alle spalle del tandem d’attacco Meggiorini-Inglese.
di Lorenzo Cristallo
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