Champions: pioggia di reti, City e Atletico verso i quarti
Di Emanuele SaccardoManchester City – Monaco 5-3 (1-2)
26′ Sterling (Ma), 32′ Falcao (Mo), 40′ Mbappé (Mo), 58′ Aguero (Ma), 61′ Falcao (Mo), 71′ Aguero (Ma), 77′ Stones (Ma), 82′ Sané (Ma)
Chi ha avuto la fortuna di poter vedere la partita tra City e Monaco, avrà dormito poco e male. Troppe emozioni, troppo spettacolo; tanta adrenalina e, anche, tanti errori. Una partita che non si dimentica, insomma: 8 gol, cosa rara – sebbene non rarissima – a questo punto della Champions League. Di solito ci si aspetta squadre un filo abbottonate quando l’inno della Coppa dice che da qui in avanti sarà eliminazione diretta. E invece no, all’Etihad i padroni di casa e i monegaschi se ne sono fregati.
Non c’è passato, il futuro ancora non esiste. C’è il presente e così si sono regolati Guardiola e Jardim. Il primo, forse, ha più l’anima del comandante che guarda lontano, ma quando tocca fare i conti con un dirimpettaio per cui conta soltanto l’hic et nunc, pure l’ex Barça deve regolarsi di conseguenza. Il City ha una profondità letale, specie con un terminale del calibro di Aguero, però il Monaco possiede un centrocampo tanto offensivo da abbagliare, capace di innescare gli esterni decine di volte a partita – e di conseguenza il Tigre Radamel Falcao. Ma il difetto più grande della squadra di Jardim è quello di non preoccuparsi granché della fase difensiva, specie sui calci piazzati, vera croce da inizio anno.
Ecco che, dunque, dopo aver visto il City andare in vantaggio con Sterling e averlo prima ripreso (volo d’angelo di Falcao), poi superato (Mbappé, 18 anni e 63 giorni, secondo marcatore più giovane nelle gare a eliminazione diretta della Champions), il Monaco si addormenta e subisce il 2-2 di Aguero. Falcao inventa una rete per intenditori e buongustai che sembra indirizzare definitivamente il match, ma la squadra del Principato spegne la luce e prende 3 sberle nel giro di 11 minuti (ancora Aguero, poi Stones, quindi Sané).
Su spalti e divani gli occhi restano sbarrati, la sensazione è quella di aver assistito nello stesso tempo allo spettacolo più bello e più brutto che si possa vedere su un campo da calcio. Tanti gol significano divertimento puro, ma anche che qualcosa non è davvero andato come doveva e poteva. Ci penserà su senza dubbio Guardiola, che non è al riparo da sorprese in vista del ritorno. Chissà se ci penserà pure Jardim o se dormirà tranquillo fino al momento dell’improvvisazione sul terreno amico.
Bayer Leverkusen – Atletico Madrid 2-4 (0-2)
17′ Saùl (A), 25′ Griezmann (A), 48′ Bellarabi (B), 58′ rig. Gameiro (A), 63′ aut. Savic (A), 88′ Torres (A)
Anche alla BayArena di Leverkusen non sono mancati spettacolo e gol. E, gioco forza, tanti errori che hanno dato vita alla sagra del marcatore. Il tutto culminato nel definitivo 4-2 in favore dell’Atletico che, quindi, in vista del match in programma al Vicente Calderòn può cominciare a intravedere la porta dei quarti.
Eppure per il Colchoneros non è tutto oro quello che luccica, perché il rassicurante bottino di reti in trasferta va un po’ al di là dei meriti complessivi del gruppo di Simeone. Un primo tempo quasi perfetto per la squadra di Madrid, vero, tuttavia la ripresa è stata troppo morbida. Doppio vantaggio con Saùl e Griezmann, poi calo di tensione che fa rientrare in partita i tedeschi con Bellarabi; quindi nuovo scatto a +2 grazie al sigillo di Gameiro su rigore, e ancora luce che s’affievolisce nel pasticcio dell’autorete involontaria di Savic. Alla fine il sospiro di sollievo griffato Torres, uno che non ne ha mai fatti tanti in Champions (con quello di ieri sono 20) ma quasi tutti di importanza capitale.
Insomma, troppa intermittenza che può costare caro. Ed è un po’ il disco rotto di questa stagione madrilena: un’altalena di atteggiamento, gioco e risultati che Simeone non ha ancora fermato. Rallentato sì, ma serve un ritorno alla quadratura del recente passato per poter andare ancora avanti in Champions, raggiungendo magari la seconda finale consecutiva. Il pass per i quarti, intanto, è a portata di mano.
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