E. League: Manchester avanti ma è ansia per Ibra, storico Celta Vigo

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MANCHESTER UNITED – ANDERLECHT 2-1 d.t.s. (and. 1-1, tot. 3-2) C’è poco da fare: anche un semidio può cadere. Nel caso di Ibra accade proprio nei territori che per lui hanno lo stesso effetto della kryptonite: l’Europa. La sorta di maledizione che accompagna Zlatan quando si tratta di Champions la conoscono tutti, ma questo sembrava l’anno buono: il Manchester United, pur non brillando, si è arrampicato fino alla semifinale di Europa League; non sarà la Coppa Campioni, ma è pur sempre un traguardo di prestigio. E invece, quasi sul più bello, il ginocchio di Ibra si torce in modo innaturale al 91′ del ritorno contro l’Anderlecht, quarti di finale. Lui esce e tutti temono il peggio, anche Mourinho che, in attesa dei referti definitivi, non nasconde la paura per la rottura di un legamento.

Senza Ibra (che ieri, incidente a parte, era in serata no) la faccenda si farà comunque ancora più dura. Difficile, vista la dinamica dell’infortunio, che lo svedese possa recuperare in tempo per la doppia semifinale di maggio. A meno di miracoli, la stagione di Ibrahimovic sembra al capolinea. Se fosse questione di legamenti rotti, forse anche la carriera stessa potrebbe correre il rischio di chiudersi. Ibra non è un ragazzino, ha superato la boa dei 35 anni, e l’incetta di titoli nazionali senza lo straccio di una Coppa europea in bacheca…

Insomma, Mourinho vive una giornata a metà tra lo sconforto e la gioia. La seconda è una eredità della sfida vinta ai supplementari contro i belgi dell’Anderlecht, squadra arcigna e spregiudicata, dura da battere, che dopo il pari dell’andata (1-1) ha fatto sudare le proverbiali sette camicie ai Red Devils. Dopo il vantaggio immediato griffato Mkhitaryan (10′), gli ospiti hanno trovato il pareggio al 32′ con Hanni, sugli sviluppi di un’azione quasi rocambolesca davanti alla porta di Romero. Da lì in poi, al netto degli errori sotto porta di Ibrahimovic e Pogba, la gara si è trascinata fino all’extra time. Con lo spettro dei rigori in agguato, ci ha pensato Rashford a scacciare via ogni paura: al 107′, con una conclusione sul primo palo, il giovane attaccante inglese ha regalato il pass per le semifinali.

GENK – CELTA VIGO 1-1 (and. 2-3, tot. 3-4) Agli ottimi belgi del Genk sarebbe bastato poco, dopo i 2 gol messi a segno all’andata in trasferta, per ottenere una prestigiosa semifinale. Ma non avevano fatto i conti con la fame e il talento degli spagnoli che, pur soffrendo e faticando nel finale, sono riusciti a ottenere una storica qualificazione alle semifinali di Europa League. Dopo il successo interno dell’andata, il match di ritorno ha confermato la bontà degli uomini di Berizzo: 1-1 che basta e avanza per accedere al turno successivo.

Il Celta Vigo parte più forte che può, intenzionato a chiudere subito i conti, e dopo 9 giri di orologio va vicino alla rete con Cabral che, da pochi passi, incredibilmente non trova la porta. Copione che si ripete con Pione Sisto al 16′, quando calcia a giro un pallone che lambisce il palo ma va fuori. Berizzo si trova costretto a sostituire Guidetti (noie muscolari) con Beauvue. E l’attaccante francese, appena entrato, sfiora la rete d’antologia con una girata al volo ben parata da Ryan.

Beauvue è sempre il più pericoloso: al 51′ calcia addosso al portiere dei belgi e dà la sensazione che il vantaggio del Celta sia nell’aria. Puntuale, la sensazione si conferma 63′: il Vigo passa con un preciso destro dal limite di Pione Sisto, ma al 67′ il Genk pareggia con Trossard, bravo ad approfittare di un errore di Cabral. Serve a poco, anche perché i ripetuti tentativi di scardinare il muro galiziano vanno a vuoto. Il Celta Vigo può dunque festeggiare l’accesso alla prima semifinale d’Europa League della sua storia.

FONTE: SPORTMEDIASET

 


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