Raspadori: “Il destino mi ha voluto a Napoli”

Di

Giacomo Raspadori al Corriere dello Sport:

Raspadori ha risposto così sulla decisione di firmare per il Napoli questa estate: “È stata una mia scelta precisa, sollecitato da ciò che mi dicevano Giuntoli e Spalletti: se mi passa la battuta, mi misero in mezzo, ero felicemente frastornato dalle loro parole, coglievo la fiducia. Non potevo sbagliarmi, non mi sono sbagliato. Il destino mi ha voluto a Napoli ed io non posso che esserne fiero. Era un’occasione da cogliere per me, perché io ho avuto modo di crescere guardando il Napoli di Sarri, impressionato sostanzialmente dalla natura stessa di un club che ha sempre avuto una filosofia diretta con lo spettacolo. Sa che io mi ci vedevo dentro questa squadra?.

“Il club del presidente Aurelio de Laurentiis l’ha pagato 30 milioni dal Sassuolo. Una cifra importante che però non spaventa Giacomo: “Se lei si riferisce alla cifra spesa dal Napoli per acquistarmi – dice Raspadori – non mi spavento. Conosco ormai le dinamiche del mercato, so che può succedere – e con me è capitato – e che ci sono anche somme più rilevanti a definire certe operazioni. Fa parte del gioco. E stupirmi non avrebbe senso. Anzi, quasi quasi le dico che sono orgoglioso”.
Sul sogno scudetto Raspadori non fa tanti giri di parole: “Sarei un bugiardo se fingessi distacco. Ma non è un’ossessione. È l’obiettivo per il quale lavoriamo, ma senza stress. Però ci credo: per conquistarlo servirà l’impegno di questi tre mesi e la capacità di dimostrare che l’abbiamo meritato. Le qualità del Napoli, finora, sono emerse”.
Scelga il suo gol più bello. “Forse quello di testa, all’Ajax, in Olanda, quasi contro la mia natura. O magari quello in Nazionale all’Inghilterra”.
Dal 10 al 26 settembre, due settimane folli.
“Gol al Maradona contro lo Spezia; poi a Glasgow e a seguire con la Nazionale al Meazza, a Budapest alla Puskas Arena e ad Amsterdam nello stadio intitolato a Crujff”.
Non le chiederemo Messi o CR7, Messi o Mbappé, ci è chiaro. Ma, domanda carogna, Messi o Maradona? “Potrei cavarmela dicendo che io Diego non l’ho vissuto ma sarebbe una furbata. Chi vive di calcio è obbligato a sapere, a conoscere, ad informarsi. Diego è stato il Genio e comunque se stai a Napoli ti rendi conto di cosa abbia significato Maradona per questa città”.
Sul Mondiale: “La ferita del Mondiale è ancora aperta, non si è rimarginata, anche se adesso è tutto finito. Ma durante questo mese, mentre vedevo le partite degli altri, la sofferenza l’avvertivo”.


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