Europa League: Lazio e Atalanta corrono, il Milan frena tra i fischi

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Le sfumature dell’Europa League del calcio di casa nostra sono diverse l’una dall’altra: si va dalle conferme della Lazio divenuta ormai una grande squadra, alla doppia faccia di un’Atalanta entusiasmante ma sprecona, per finire con un Milan che ancora è ben lontano dall’essere quel che ci si aspetta e incassa anche qualche fischio. Tuttavia, nei rispettivi gironi eliminatori, le nostre tre forze guardano tutti dall’alto: non stupiscono i biancocelesti e il Diavolo, per i quali il passaggio ai sedicesimi è il minimo sindacale, emoziona invece la Dea perché sulla carta aveva pescato il raggruppamento più difficile.

NIZZA-LAZIO 1-3 (GRUPPO K) – La Lazio di Simone Inzaghi studia ancora da big del pallone italiano, ma la laurea sembra sempre più vicina. Al terzo posto in Serie A, raggiunto con la ciliegina di un nuovo successo sulla Juventus, si è aggiunta la conferma della vetta nel girone di Europa League. Un altro esame superato, il più difficile sin qui nel torneo continentale perché sulla strada biancoceleste c’era il Nizza di Sneijder e Balotelli. E proprio Super Mario ha provato subito a mettere paura agli ospiti, facendo esplodere la gioia dell’Allianz Riviera con la rete personale al 4′.

Nemmeno il tempo di godersi il vantaggio, che la Lazio trovava immediatamente il pari con l’azione caparbia di Caicedo. E qui si è vista la scorza della grande squadra: per il resto del primo tempo Inzaghi ha dosato le forze, si è preoccupato di contenere il Nizza per arrivare ad aggredirlo nella ripresa con alcuni dei titolarissimi. Il piano ha funzionato, perché nella seconda metà del match, con gli inserimenti di Immobile, Leiva e Luis Alberto, arrivava la doppietta di Milinkovic-Savic (65′ e 90′) a chiudere i conti e a definire le gerarchie del raggruppamento. Il pareggio tra Vitesse e Zulte Waregem, infatti, permette alla Lazio di allungare sulla terza in classifica (+8). La qualificazione, insomma, è a un passo.

CLASSIFICA: Lazio 9, Nizza 6, Vitesse e Zulte Waregem 1

ATALANTA-APOLLON 3-1 (GRUPPO E) – L’Europa League si tinge sempre più anche di nerazzurro. L’Atalanta di Gasperini, in un Mapei di Reggio Emilia vestito a festa per 110 anni del Club, mostra la sua faccia migliore: quella europea. Il singhiozzo in campionato (solo 9 punti in 8 gare) non si avverte quando scatta l’impegno internazionale. Dopo le prove convincenti contro Everton e Lione, è arrivata anche l’altrettanto fondamentale vittoria contro il modesto Apollon. I ciprioti, tuttavia, hanno rischiato di fare un mezzo colpaccio portando via un punto, perché sul punteggio di 1-1 è parso che la Dea non sarebbe riuscita a concretizzare le tante palle gol create.

E proprio questo è il limite dei bergamaschi, evidenziato spesso anche in campionato: una mole impressionante di gioco ormai fatto a memoria, tutto pressing, recuperi palla e profondità, con una quantità di occasioni gol create da far girare la testa, eppure troppo spreco sotto porta. Gasperini, pur soddisfatto per un cammino internazionale già ben al di là delle aspettative di partenza, non ha mancato di farlo notare. Il gol iniziale di Ilicic (12′) su assist accademico di Spinazzola aveva in parte illuso, perché la consistenza dell’Apollon autorizzava a credere in una goleada. Poi però ci sono voluti Petagna e Freuler per raddrizzare una barca rimessa in equilibrio dal momentaneo pari di Schembri. Il 3-1 finale vale la testa del girone e il +5 proprio sulla squadra di Avgousti. Il ritorno a Cipro del 2 novembre potrebbe essere decisivo per il passaggio ai sedicesimi.

CLASSIFICA: Atalanta 7, Lione 5, Apollon 2, Everton 1

MILAN-AEK ATENE 0-0(GRUPPO D) – L’unica vera delusione della serata di Europa League, almeno per il calcio nostrano, è stato il pareggio a reti inviolate tra Milan e Aek Atene. In un Meazza semi deserto, i rossoneri hanno mostrato ancora le consuete debolezze, sia corali che individuali. Un primo tempo in pratica regalato agli avversari che, pur non facendo nulla di trascendentale, sono andati vicini al vantaggio, e una ripresa più convinta ma troppo caotica. Quasi un doppione del derby, insomma, con la differenza che la squadra greca è arrivata a Milano con la chiara intenzione di strappare un punto e con un portiere praticamente insuperabile. Poi il momento decisamente negativo di Bonucci, apparso ancora lontano dai suoi standard di consapevole sicurezza, e Chalanoglu, fuori forma e poco nel vivo del gioco rossonero.

Montella predica calma, è convinto che il Milan diventerà grande attraverso gli step necessari, ma le parole di Mirabelli prima del match, a freddo, non gli danno scampo: “Tutti abbiamo un tempo, il Milan diventi presto squadra”. Non proprio un ultimatum, ma dopo lo scialbo 0-0 di ieri sera il Mirabelli-pensiero suona ancora più minaccioso. Il tecnico del Milan sa che è un momento complesso, sa che dopo un derby perso in quel modo, arrivato poi a ruota dello 0-2 patito per mano della Roma, non era facile ritrovare in fretta il giusto vestito mentale. Qui, forse, c’è il maggior lavoro da fare: recuperare velocemente le energie nervose, indispensabili per una squadra che gioca ogni tre giorni e che vuole diventare una big.

Montella e i suoi possono almeno sorridere guardando la classifica del girone: nonostante i fischi di San Siro per lo 0-0, il Diavolo è in testa con un +2 sui greci e un +4 sul Rijeka. Ma i sorrisi vanno coltivati, anche perché il 2 novembre il Rijeka incontrerà ancora il modesto Austria Vienna e, in caso di successo, andrebbe a quota 6 punti. Se il Milan giocasse come ieri ad Atene, il rischio di restare a 7 sarebbe concreto. E con l’Aek a 8, le ultime due gare di Europa League diventerebbero una potenziale bomba a orologeria. Affidarsi ancora alla verve di Cutrone e Locatelli, lasciando per ora fuori Biglia e magari Silva, potrebbe essere la strada giusta. In barba ai soldi spesi in estate.

CLASSIFICA: Milan 7, Aek Atene 5, Rijeka 3, Austria Vienna 1


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