Tiago e l’ipocrisia calcistica del “tutti titolari”

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tQualche mese fa, la Juve ha comprato un giocatore modesto pagandolo una cifra folle, 13 milioni di euro (!): Tiago (foto). Adesso se n’è pentita. Ranieri – dopo averlo visto all’opera – secondo me è inorridito, pensando anche a come potevano essere investiti quei quattrini. E l’ha messo in panchina.

La reazione del calciatore in questione è scomposta: voglio giocare; sono diventato una quarta scelta. Sì – dico io – ma se sei mediocre, come pretendi che ti facciano giocare?

Quel che più mi colpisce, tuttavia, è la controreplica della società Juve, che dice: non ci sono prime, seconde, terze e quarte scelte. Proprio come dicono tutte le società di calcio.

Non è vero! Da sempre, in qualsiasi epoca, esiste un undici titolare; poi i panchinari; infine quelli che vanno in tribuna. Ai primi il mister di turno (tutti, non soltanto Ranieri) non dice nulla; agli altri racconta che non giocano perché in quel momento meno utili dei titolari.

Balle. Giocano sempre i più bravi. Ma che male c’è a dirlo? Ci sono e sempre ci saranno prime, seconde, terze e quarte scelte: Tiago – ora – è fra questi ultimi. Onestamente, osservando quei suoi piedi a ferro da stiro, credo che al massimo possa diventare una seconda scelta.


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