Un Inter formato Champions
Di Matteo MaffiaÈ riiniziato tutto da dove si era fermato. Dal colpo di testa di Vecino nel finale all’Olimpico contro la Lazio lo scorso 22 Maggio, alla spizzata vincente dell’uruguagio nel recupero contro il Tottenham.
Due partite per certi versi simili, con una grossa posta in palio. Quelle partite per cui questa Inter è stata pensata e costruita. Già dalla scorsa stagione era parso evidente, soprattutto dallo score contro le dirette concorrenti per un piazzamento in Champions: 3 vittorie, 6 pareggi e un’unica sconfitta, quella per tre a due contro la Juventus di Allegri a tre giornate dalla fine. A livello mentale e di concentrazione difficilmente la squadra di Spalletti si è fatta trovare impreparata di fronte alle grandi sfide, e così è stato anche nell’esordio europeo contro gli Spurs.
Una partita giocata con idee chiare, organizzazione difensiva, nonostante lo schieramento inedito con Skriniar terzino destro, e grande attenzione. Da sottolineare soprattutto la prova del reparto arretrato dei nerazzurri e di un grande Handanovic, che ha permesso alla squadra di restare sempre in partita contenendo le scorribande offensive di Kane e compagni. Correndo dei rischi, inevitabili del resto quando si fronteggiano squadre di questo calibro, ma facendosi sempre trovare pronto, occasione dopo occasione.
La partita ha messo in luce quelli che sono stati i limiti offensivi dell’Inter in questo inizio di stagione. La scarsa condizione fisica di alcuni, Perisic su tutti è parso meno brillante di quanto ci abbia abituato a vedere negli ultimi anni sia nell’Inter che in nazionale, e la poca precisione, anche dovuta alla frenesia di cercare immediatamente la giocata, hanno dato come risultato un primo tempo intenso ed emozionante ma senza grossi pericoli per la porta difesa da Vorm. Politano, in particolar modo, ha manifestato la sua inesperienza nel giocare partite di questo livello risultando sia uno tra i più attivi sul fronte offensivo che uno tra i più imprecisi. Ha sempre cercato la giocata per risolvere le varie situazioni di gioco, finendo spesso però con il consegnare il pallone all’attenta retroguardia inglese. Del resto, le qualità dell’esterno italiano sono state evidenti fin dalle prime stagioni con il Sassuolo, anche se è chiaro che ancora deve abituarsi a ritmi di un certo livello.
La svolta della partita è arrivata al minuto 86, quando Icardi, dopo uno scontro al limite dell’area con Davies, riesce per la prima volta ad evadere dalla gabbia difensiva costruita da Sanchez e Vertonghen. Asamoah lo trova con l’unico pallone pulito ricevuto in tutta la partita, destro al volo, palla nell’angolo basso e San Siro che esplode a portiere battuto. Fino a quel momento l’attaccante argentino aveva giocato, e nemmeno molto bene, soltanto quattro palloni. Ma questo è Icardi. E questa è, ad oggi la manovra offensiva dell’Inter. Come sempre, la colpa, e di colpa si tratta visti i risultati non entusiasmanti di inizio stagione, sta nel mezzo. Mauro potrebbe fare più movimenti, potrebbe dettare più passaggi e aiutare maggiormente la squadra toccando più palloni. Ma se servito nel modo giusto, diventa uno dei finalizzatori più letali d’Europa. Il gol segnato è comunque atipico. È infatti solamente il terzo realizzato da fuori area in 162 partite con l’Inter (unici precedenti nelle sfide contro Sassuolo nel settembre 2014 e Bologna ad aprile dello stesso anno).
Da quel momento in poi l’inerzia del match cambia totalmente, l’Inter, sostenuta da tutto lo stadio, inizia a credere nella rimonta, mentre il Tottenham sembra aver subito il contraccolpo e si rintana al limite della propria area. È nei minuti di recupero, dopo il secondo corner consecutivo battuto dai nerazzurri che succede quello che tutti stavano aspettando. Palla di Candreva sul secondo palo, De Vrij fa la sponda di testa per rimettere il pallone in mezzo, e come all’Olimpico, proprio come tutto era iniziato, la (ri)prende Vecino che consegna tre punti fondamentali all’Inter in un girone che si prospetta combattutissimo.
La squadra di Spalletti, riscatta così, almeno dal punto di vista di orgoglio e risultato, la sconfitta casalinga con il Parma e gli scarsi risultati ottenuti fin ora in campionato. La partita che tutti aspettavano e che probabilmente ha tenuto occupate le menti dei giocatori nerazzurri è stata giocata e preparata nel modo migliore. Adesso è il momento di dimostrare ai tifosi, che negli ultimi anni non hanno mai mancato di far sentire il loro supporto alla squadra, di aver acquisito quella solidità mentale necessaria per continuare la striscia positiva, ma con questa pazza Inter, ci si può aspettare di tutto.
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