Prosegue il momento no della Roma condizionata dall’“effetto-Porto”
Di Lorenzo CristalloLa Roma sembra essere una squadra seduta su una polveriera pronta ad esplodere. C’è un nervosismo dilagante dalle parti di Trigoria, così come testimoniano le parole di Spalletti nella conferenza stampa che ha preceduto il match contro la Fiorentina. Il tecnico di Certaldo è apparso infastidito nel rispondere alle consuete domande sulla gestione di Francesco Totti. Sintomo di un’ambiente dove regna poca serenità. Ed infatti anche i risultati non sono da supporto. I giallorossi dopo aver vinto, solo in extremis, contro la Sampdoria, hanno inanellato un pareggio in Repubblica Ceca, contro il Viktoria Plzen, nell’Europa League, per poi perdere per 1-0 contro la Fiorentina, grazie ad una rete, particolarmente discussa, di Badelj. Goal viziato da una posizione di fuorigioco attivo di Kalinic. Episodi, sì, a sfavore ma anche un sistema di gioco che appare lontano parente rispetto a quanto ammirato nel girone di ritorno dello scorso campionato. La Roma mostra gravi pecche in fase difensiva. Juan Jesus ha compiuto vari svarioni, rendendolo bersaglio preferito delle critiche da parte dei supporter giallorossi e Vermaelen, a causa di ripetuti problemi fisici, non è potuto scendere in campo con una certa regolarità. A ciò va aggiunto un Manolas piuttosto svagato. A centrocampo latita la forza d’urto di Strootman, mentre Nainggolan, da solo, nonostante la sua grinta e la sua verve, non può compiere miracoli. In avanti la squadra segna, Salah e Perotti non stanno disattendendo le attese ma il punto interrogativo maggiore aleggia su Dzeko. Il centravanti bosniaco, fino ad ora ha realizzato due goal in campionato ma ne ha sciupati, clamorosamente, tantissimi. Spesso mostra poca freddezza davanti ai portieri avversari, gettando alle ortiche propizie palle goal. Anche El Shaarawy stenta ad ingranare la marcia. Il “faraone”, in questa prima parte di stagione, si è accomodato spesso in panchina e quando ha giocato dal primo minuto non ha inciso come suo solito. Il problema dei giallorossi è proprio questo, molti uomini non stanno fornendo il loro prezioso contributo. La squadra gioca sotto ritmo e soccombe, facilmente, di fronte alle scorribande offensive dei rivali. Totti nel momento in cui è sceso in campo non ha mai fatto mancare il suo apporto. Nel match contro la Sampdoria è stato in grado di sovvertire un risultato sfavorevole ai capitolini, salendo in cattedra con un assist vincente per Dzeko per poi mettere a segno il calcio di rigore del definitivo sorpasso. Il numero dieci giallorosso, però, fra sette giorni compirà 40 anni, una data importante ma che indubbiamente lasci presagire ad un utilizzo ben dosato di questo campione. Spalletti proprio su questo aspetto sta lavorando, ossia nel concedere minuti al capitano, nei momenti in cui c’è bisogno del suo apporto, della sua classe, per risolvere delle gare complicate ed ostiche. Il tutto nell’ultima mezz’ora, in quanto auspicare un utilizzo di Totti sin dall’inizio, appaia piuttosto ardito. I giallorossi dovranno scrollarsi di dosso, definitivamente, le scorie pesanti di quella bruciante eliminazione nel play off di Champions League per mano del Porto, per ripartire con maggiore convinzione, più concentrazione, soprattutto in difesa, e con un mordente che non lasci scampo agli avversari, altrimenti, continuando di questo passo, si rischia di gettare le basi per una stagione anonima, avara di soddisfazioni e ben lontana dai progetti estivi messi in atto dalla dirigenza.
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