Totti e Moratti: amore che vieni, amore che vai
Di Emanuele SaccardoTutto ha un principio, uno sviluppo, poi una fine. E’ legge universale. In alcune circostanze, tuttavia, la fine sembra essere soltanto una parola da scrivere nero su bianco. Se la circostanza in questione ha per protagonista Francesco Totti, allora il nero su bianco riguarda soltanto la firma di un nuovo, eterno contratto con la sua Roma.
Ieri il capitano giallorosso e James Pallotta, il patron americano della società capitolina, hanno trovato l’accordo che prolungherà il rapporto tra Totti e la Roma fino al 2016. I dettagli saranno resi noti oggi in una conferenza stampa prevista a Trigoria, la sensazione è che verrà ventilata l’ipotesi – assai concreta – che il Pupone resti nell’organigramma societario una volta appesi gli scarpini al chiodo, forse con un ulteriore contratto di cinque anni.
Come accennato all’inizio, ogni cosa inizia e, dopo un dato percorso, arriva al termine. Massimo Moratti resta fedele al principio e conferma ai microfoni dei più importanti media nazionali che a breve l’Inter non sarà più una sua creatura. Non è affatto una novità il passaggio di mano a beneficio del magnate indonesiano Thohir; le trattative e le voci si susseguono da fine luglio, ora però è stata raggiunta l’intesa su tutta la linea. Ci è voluto del tempo, è naturale quando si prende in considerazione una società dai molteplici interessi, fatta di risorse importanti.
La fumata bianca di Parigi ha dato il via libera al nuovo corso nerazzurro; Moratti resterà con il 30% delle quote e la possibilità di porre il veto sulle operazioni più onerose. Rinuncerà alla carica di presidente, al suo posto ci sarà il figlio Angelo Mario, che rivestirà la carica di vice presidente in grado di garantire la continuità familiare. I Moratti sono l’Inter, si defilano ma continueranno a fare il bene di quei colori. Tuttavia Thohir controllerà il 70% del club, insieme ai due soci Soetedjo e Roeslani, e avrà il potere di rivoluzionare l’organigramma in quei ruoli considerati più delicati.
Questo non dovrebbe avvenire da subito, così come è difficile ipotizzare un massiccio investimento sul mercato. Scordiamoci Abramovich e gli sceicchi del Manchester City. Il Tycoon indonesiano entrerà soprattutto per migliorare il marketing dell’Inter, trasformandolo in un brand riconoscibile in tutto il mondo. Si spera comunque che la linea verde adottata negli ultimi mesi possa proseguire senza intoppi.
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