La pressione di San Siro su Suazo

Di

sa Uno degli stadi che mette più pressione psicologica al mondo è quello di San Siro (io continuo a chiamarlo così). Lì ho visto presunti campioni sciogliersi come neve al Sole, giocatori tremare di fronte al pubblico, altri impressionarsi per i boati. Un po’ è la struttura stessa dello stadio a incutere timore, un po’ il fiato degli spettatori che è proprio sul collo di chi va in campo.

La più recente vittima di San Siro si chiama David Suazo. Che nelle amichevoli ha segnato tanto e bene, ma nel suo stadio ha sbagliato due golletti molto semplici: uno di piede solo davanti al portiere della Roma Doni, l’altro di testa ancora più facile. Il motivo del doppio flop non va cercato nella condizione atletica, ma esclusivamente nella pressione psicologica che ti mette addosso lo stadio: tutti si aspettano un gol da te, che devi segnare assolutamente. Quando Suazo militava nel Cagliari (ottima squadra), un gol era una benedizione, invece un errore ben tollerato. Adesso, un gol è un dovere, mentre un errore è una maledizione poco gradita dal pubblico: ora sei un attaccante pagato profumatamente, e correre o procurare calci di punizione non basta più; tu devi segnare.

Vedremo se all’emozione dell’esordio seguiranno caterve di gol.


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