Italia: Preparazione per la sfida con la Finlandia. Notizie in casa-Napoli. Analisi e commenti.
Di Alessandro Lugli“Questo gruppo ha tantissimo talento al proprio interno, giocatori che vanno aspettati, fatti crescere e non subito giudicati. Quando uno e’ giovane bisogna dargli il tempo di sbagliare e di poter crescere”. Lo ha detto Federico Bernardeschi, dal ritiro azzurro di Coverciano. POCHI GOL: “E’ vero che giochiamo bene e per quello che creiamo segniamo poco – ha aggiunto – Pero’ e’ anche vero che e’ meglio creare e segnare poco che creare poco e segnare sempre poco perche’ poi alla fine sono poche le partite in cui crei tanto e non segni. Vogliamo ovviamente segnare di piu’, e su questo stiamo lavorando con il ct”. IL PESO DELLA MAGLIA AZZURRA: “Pressione per le prossime due gare obbligatoriamente da vincere? Fa parte del gioco e la maglia della Nazionale sappiamo che pesa molto”, il riferimento alle gare di qualificazione a Euro 2020 con Finlandia e Liechtenstein. OBIETTIVO QUALIFICAZIONE: Iniziare con il piede giusto e’ importante, quindi un po’ di pressione e’ inevitabile. “Fa parte del gioco ed e’ giusto averla anche perche’ la maglia della Nazionale e’ importante”. Contro Finlandia e Liechtenstein gli azzurri proveranno a invertire quella tendenza che in ‘Nations League’ ha visto l’Italia produrre tanto a livello di gioco, ma poco come numero di gol segnati”. DALLA JUVE IN NAZIONALE: “Vorrei portare la consapevolezza della nostra forza, perche’ siamo forti. Su questo ci dobbiamo credere ogni giorno. Siamo una Nazionale giovane si’, ma piena di talento e forte, dobbiamo rendercene conto, puntando su noi stessi e sul compagno che abbiamo al nostro fianco” ha sottolineato Bernardeschi che poi parla anche del suo ruolo in campo. RUOLO: Non so dove mi schiererei. Credo che ogni mister abbia delle idee e credo che un giocatore debba rispettarle. Credo anche che la Juventus sia diversa dalla Nazionale. Dove gioco io e’ secondario, mi piacerebbe pero’ un sacco essere il tuttocampista di questa Nazionale”. Federico Bernardeschi ha poi ‘incoronato’ un ex compagno di squadra in maglia viola. IL PARALLELISMO: “Chiesa e’ migliorato tantissimo sotto tutti i punti di vista, lo vedo molto cresciuto. Non sono con lui nel quotidiano e per il suo futuro non posso che dargli un consiglio: di scegliere e di fare cio’ che vuole. E’ questo che deve fare. Lo vedo maturo per reggere le pressioni, credo che a 22 anni sia gia’ pronto. E’ giovane, ha ancora tantissima strada davanti per rafforzarsi e per diventare ancora piu’ ‘robusto’. Il suo percorso lo sta facendo e lo sta facendo benissimo”. E proprio Federico Chiesa potrebbe andare a meta’ giugno prossimo, insieme ad altri compagni della Nazionale maggiore, a rafforzare l’Under 21 azzurra che sara’ impegnata negli Europei che l’Italia disputera’ in casa. GIOVANI: “Mi ricordo che un po’ di anni fa si diceva che non c’erano piu’ giovani in Italia. Finalmente adesso li abbiamo, stanno venendo fuori e questo fa molto piacere a tutti. Speriamo che il futuro dell’Italia sia sempre piu’ roseo e pieno di talenti”. LA POSSIBILE SQUALIFICA DI RONALDO: “Secondo me e’ un argomento sul quale non bisogna intervenire, parlare di squalifica mi sembra folle, e’ stata un’esultanza, un gesto, credo e spero per noi che tutto si chiuda li’. Per quanto riguarda il giocatore CR7, lui e’ un fuoriclasse assoluto, un campione, lo ha dimostrato in Inghilterra, Spagna e Italia. Basta vedere quello che fa in campo e quello che ci dà ogni giorno con il suo carisma e la caratura da campione che ha. Se riesci a guardarlo con occhi più distaccati, riesci a imparare tante cose da lui”. LA VITTORIA CONTRO L’ATLETICO: “Abbiamo scritto un pezzo di storia bianconera contro l’Atletico Madrid ed abbiamo dato dimostrazione del valore di questa Juventus. Ora pero’ dobbiamo affrontare l’Ajax e poi eventualmente pensare alla semifinale” (raisport.it)
E’ presto per immaginare chi scenderà in campo a Udine, ma un giorno di allenamento è stato abbastanza per capire che nella mente di Roberto Mancini i dubbi sono pochi. Rispetto all’impianto tattico visto a ottobre e novembre non cambierà nulla. La nazionale si esibirà sul generico copione de 4-3-3 con variabili tecniche imposte dagli interpreti del centrocampo e dell’attacco. La fase di possesso palla, salita al 65 per cento nelle ultime uscite, vivrà soprattuuo sulle capacità tecniche e di palleggio di Jorginho e Verratti ormai addestrati a coesistere trovando la posizione giusta in campo. Barella sarà il collante del triangolo di metà campo. Incide sui lavori in corso e sullo sviluppo l’assenza di Lorenzo Insigne centravanti flessibile, con Ancelotti anche esterno, capace di cambiare sistematicamente posizione con Chiesa e Bernardeschi. Senza Lorenzo il Magnifico ballottaggio per il ruolo di punta centrale tra Immobile, che cerca di scalare posizioni nella gestione Mancini, e Quagliarella, probabilmente il più in forma con i 21 gol in campionato portati nel borsone a Coverciano. Questo è il ballottaggio destinato a vivere fino alla partenza per Udine assieme a un paio di dubbi in difesa. Davanti a Donnarumma ci saranno i due ministri della difesa Chiellini e Bonucci e fin qui dubbi zero. A sinistra Biraghi si gioca una maglia con Spinazzola. Il primo è stato finora il titolare di Mancini, ma la prova del secondo contro L’Atletico Madrid è stata impressionante. L’idea è che i due giocheranno una partita a testa. Sulla fascia destra invece Florenzi sembra favorito su Piccini. Il romanista vive una stagione difficile e vorrebbe ritrovare il sorriso in azzurro, l’esterno del Valencia ha fisico e gamba che piacciono al ct. Pochi dubbi e 5 giorni di lavoro per risolverli. L’Italia di Mancini è già sul trampolino di lancio di Euro 2020. (raisport.it)
A Monchi “ho dato il pieno controllo”, ma “guardando i risultati e le nostre prestazioni, è chiaro che questo non abbia funzionato”. James Pallotta, presidente della Roma, replica così ad alcune dichiarazioni dell’ex direttore sportivo giallorosso Monchi, oggi presentato a Siviglia. “Sono rimasto un po’ sorpreso nel leggere le dichiarazioni di Monchi in conferenza stampa, dove ha dichiarato che volevamo intraprendere strade diverse”, le parole del magnate statunitense. “Io e il presidente abbiamo capito piano piano che la pensiamo in maniera diversa”, ha detto Monchi nel corso della sua presentazione a Siviglia. “Mi fa piacere sapere che Monchi non avrebbe mai voluto fallire a Roma, ma voglio fare chiarezza su alcune cose. Fin dal primo momento – la replica di Pallotta al sito ufficiale del suo club – sono stato molto chiaro sulla direzione che dovevamo intraprendere ed è questo il motivo per cui abbiamo speso tanti soldi per portare Monchi da noi. Ho da subito detto che avrei voluto allenatori di primo livello, preparatori di primo livello, staff medico di primo livello, addetti allo scouting di primo livello, assieme a un’organizzazione calcistica di primo livello. “Ho consegnato a Monchi – continua il presidente – le chiavi per dar vita a tutto questo. Gli ho dato il pieno controllo per ingaggiare l’allenatore che voleva, per assumere i collaboratori tecnici e i preparatori, per gestire lo scouting e per acquistare i giocatori che preferiva. Guardando i risultati e le nostre prestazioni, è chiaro che questo non abbia funzionato”. “A novembre – aggiunge Pallotta – quando la nostra stagione stava andando di male in peggio e tutti notavano come l’allenatore stesse faticando a ottenere una reazione dai calciatori, chiesi a Monchi un piano B da attuare nel caso in cui le cose fossero ulteriormente peggiorate. Pur essendo lui l’unico responsabile della parte sportiva alla Roma, non aveva un piano B. Questo accadeva a novembre: mi spiegò che il suo piano B era continuare con la stessa strategia, quella del piano A”. “Quindi, quando leggo o ascolto certe interviste radiofoniche, in cui sostiene che la proprietà stesse intraprendendo una direzione diversa dalla sua e che questo è il motivo per cui se n’è andato, mi chiedo: cosa avrebbe voluto fare Monchi di differente? Mi ha chiesto di fidarsi di lui e di lasciarlo fare a modo suo. Gli abbiamo dato il pieno controllo e ora – conclude il numero uno giallorosso – abbiamo più infortuni di quanti ne abbiamo mai avuti e rischiamo di non riuscire a finire tra le prime tre per la prima volta dal 2014”.(raisport.it)
È cresciuto nel mito di Buffon e ora si ispira ad Handanovic, sogna la finale degli Europei Under 21 nella sua Udine e di andare fino in fondo con il Napoli in Europa League. Poi, è pronto a giocarsi le sue carte con la Nazionale dei grandi. Alex Meret si racconta in conferenza stampa dal ritiro degli azzurrini al Mancini Park Hotel di Roma. Il portiere del Napoli ha incassato ieri i complimenti di Gigi Buffon («Vederlo lavorare mi emoziona»). «È una grandissima soddisfazione, sono onorato di queste parole dette dal più grande al mondo, sono uno stimolo per continuare a migliorare. Cercherò di imitare quello che lui ha fatto per il suo club, per la nazionale e nella storia del calcio. Da piccolo ero innamorato di Buffon come portiere, un grandissimo, se ho iniziato tra i pali lo devo a lui. Ultimamente mi piace molto Handanovic, il migliore adesso in serie A, ho avuto l’onore di vederlo a Udine da piccolo. In Europa mi piace Oblak (portiere dell’Atletico Madrid, ndr), cerco di prendere il meglio da tutti i più grandi», spiega il giovane portiere azzurro, già entrato nel giro della nazionale maggiore. «La scuola italiana dei portieri è sempre di altissimo livello, io lavoro per migliorarmi e poi per il futuro vedremo. Tutti daremo il meglio per conquistare la nazionale. Io mi sento pronto e sono contento ogni volta di vestire la maglia azzurra», spiega Meret, per ora concentrato sulle sfide che lo attendono con la Under 21. «Il gruppo si prepara da molto tempo all’Europeo, dobbiamo dare tutto. Giocheremo davanti ai nostri tifosi, quindi avremo anche una spinta in più. Ma non dovremo sottovalutare nessuno, oltretutto la finale sarà a Udine e io sono di lì: sarebbe un sogno arrivarci». Al Napoli, intanto, Meret si è ritagliato un ruolo da protagonista. «È stato un anno speciale a metà, perché ho saltato tutta la prima parte di stagione per l’infortunio e non è stato un periodo facile. Ma ora sono felice di avere trovato la continuità e di conseguenza la nazionale. A Napoli mi sono trovato subito bene con il gruppo, giocare con una squadra di alto livello aiuta a maturare prima e a crescere. Stiamo facendo una buona stagione e speriamo di andare avanti ancora in Europa League, che è il nostro obiettivo principale». «La sfida con la Roma dopo la sosta -aggiunge- sarà molto importante per mantenere il distacco dalle inseguitrici, ma siamo consapevoli della nostra forza e andremo lì per vincere». Un pensiero va anche al suo compagno di squadra Ospina, dopo l’infortunio alla testa subìto contro l’Udinese: «Dopo quello che è successo domenica gli ho mandato un messaggio, mi è dispiaciuto molto ma so che non è nulla di grave e che ora sta bene. Sono contento per lui, è un grandissimo campione». (ilmattino.it)
«Tu si’ GuaglYunes», e in un attimo il ragazzino che arriva dalla Germania diventa napoletano doc. Il cerchio che si chiude. Da marzo 2018 a marzo 2019. E con un gol Amin Younes scaccia via i fantasmi. Macchina del tempo: 12 marzo dell’anno scorso, l’Ajax sta vincendo 4-1 con l’Heerenveen e l’allenatore dei lancieri ten Hag si rivolge a Younes in panchina per dirgli di prepararsi ad entrare. Il tedesco, però, si rifiuta e fa scoppiare un caso. Passano meno di 24 ore e ten Hag annuncia che il giocatore verrà aggregato alla squadra B per punizione. 17 marzo 2019, al primo tiro in porta contro l’Udinese, Younes segna il suo primo gol con la maglia del Napoli e sblocca il risultato. Strana la vita, sopratutto se sei un calciatore. Perché in questi casi viaggia ad una velocità tripla rispetto al resto del mondo. TIRA E MOLLA D’altra parte in questi 12 mesi ne sono successe di cose nella vita di Younes. Lui, tedesco di nascita ma con padre libanese, è entrato nel mirino del Napoli a dicembre del 2017. Una corsa contro il tempo per trovare l’accordo con il suo entourage e assicurarselo a costo zero per la fine della stagione, quando sarebbe andato in scadenza con l’Ajax. Ecco perché a gennaio dello scorso anno, il tedesco si intravede per la prima volta a Napoli per assistere alla gara degli azzurri contro il Bologna. Una toccata e fuga, prima di ripartire per la Germania dove, secondo quanto riportano i media tedeschi, deve assistere il nonno in fin di vita. Qualche chilometro più in là, i giornali olandesi raccontano un’altra versione dei fatti. Ovvero di un malcontento di Younes, deciso a non diventare un giocatore del Napoli, nonostante un contratto già sottoscritto col club azzurro. Sono settimane e mesi di tensione, che però si risolvono al meglio, quando anche il legale del Napoli chiarisce la situazione rendendo ufficiale l’arrivo del tedesco in azzurro. Tutto fila per il verso giusto. O quasi. Perché a maggio Younes si rompe il tendine di Achille. Un infortunio brutto e doloroso che ne pregiudica l’avvio di preparazione. A Dimaro, però, c’è anche lui. Assiste agli allenamenti del Napoli con le stampelle sotto braccio e poi lavora in palestra per farsi trovare pronto al momento giusto. (ilmattino.it)
Il ritorno di Mertens al gol è una delle liete notizie che Ancelotti attendeva. Nelle ultime settimane aveva visto rifiorire il belga, che peraltro prima di segnare la quarta rete aveva offerto gli assist a Younes e Callejon. Dries ha chiuso il felice pomeriggio per le 4 punte, tutte a segno. Milik non perde una battuta e, come gli attaccanti di razza, segna al primo pallone buono: ha fatto così a Salisburgo, si è ripetuto contro l’Udinese. E c’è fuori Insigne, che si è fermato durante il riscaldamento della partita di Europa League in Austria. Il Napoli avrà un attacco in grande spolvero per la prima sfida dei quarti sul campo dell’Arsenal: l’11 aprile sarà importante far gol a Cech, portiere del Chelsea ai tempi di Ancelotti, per la differenza reti, e Carlo potrà avere i suoi migliori uomini al massimo perché conta di recuperare Lorenzo in anticipo rispetto alle tre settimane indicate dallo staff medico dopo l’infortunio muscolare. Stimolato nel modo giusto, il capitano può fare la differenza. ZIELINSKI Era il primo cambio per Sarri, soprattutto in alternativa ad Hamsik. All’inizio ha faticato con Ancelotti, però da tre mesi è una preziosa risorsa, quel tuttocampista invidiato a De Laurentiis dai più prestigiosi club della Premier. E non è un caso che il presidente e il direttore sportivo Giuntoli abbiano avviato i colloqui per rinnovare il contratto, elevando la clausola rescissoria. Piotr, simbolo di Napolonia con Milik, è arrivato a 5 reti, un po’ in meno di quante ne aveva realizzate nelle prime due stagioni in azzurro. Può giocare dovunque, però il meglio lo dà quando parte a sinistra, spingendo sulla fascia e dando un concreto aiuto all’attacco. (ilmattino.it)
La nave ong Mare Jonio con a bordo 49 persone è stata sequestrata appena entrata nel porto di Lampedusa. L’ordine però “dato alla polizia è di fare sbarcare i migranti dalla Mare Jonio” come ha spiegato all’Ansa la portavoce di Mediterranea Alessandra Sciurba. Il ministro nell’Interno Matteo Salvini ha commentato il sequestro con un tweet: “Ora in Italia c’è un governo che difende i confini e fa rispettare le leggi, soprattutto ai trafficanti di uomini”. La Procura della Repubblica di Agrigento aveva aperto un fascicolo d’inchiesta, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il sequestro era stato anticipato dal vicepremier Luigi Di Maio a Pomeriggio 5: “Spero che si possa eseguire un sequestro perché questa nave ha disobbedito alla Guardia costiera libica e ha messo a rischio la vita di 49 persone attraversando il mare fino a Lampedusa. Se le navi delle Ong non rispettano le regole bisogna fermarle perché mettono anche a rischio la vita dei migranti”. Anche il ministro nell’Interno, che aveva negato l’ingresso nelle acque territoriali, aveva dichiarato: “Nessun pericolo di affondamento né rischio di vita per le persone a bordo (come documentato da foto) — ha dichiarato il vicepremier — nessun mare in tempesta. Ignorate le indicazioni della Guardia Costiera libica che stava per intervenire, scelta di navigare verso l’Italia e non Libia o Tunisia, mettendo a rischio la vita di chi c’è a bordo, ma soprattutto disobbedienza (per ben due volte) alla richiesta di non entrare nelle acque italiane della Guardia di Finanza. Se un cittadino forza un posto di blocco stradale di Polizia o Carabinieri, viene arrestato. Conto che questo accada”. “Ma il porto è aperto, non ci sono cannoni puntati, non capisco perché non sbarcano”, aveva invece dichiarato il sindaco dell’isola Totò Martello. “La nave è italiana e il nostro porto è aperto e pronto ad accoglierla. I migranti salvati in mare vanno fatti sbarcare, curati e rifocillati”. Il braccio di ferro giunge alla vigilia del voto in Parlamento sul caso Diciotti. La nave della Ong italiana Mediterranea Saving Humans di Luca Casarini, partita tre giorni fa da Palermo, ha soccorso 49 persone, tra cui 12 minori, al largo della Libia. Ieri aveva chiesto il permesso di approdare a Lampedusa, ma aveva ricevuto il no di Salvini, che aveva anche varato le nuove regole in materia di sbarchi. (fonte: Ansa)
E’ morto a 26 anni Kenneth To, atleta di nuoto nato ad Hong Kong e di passaporto australiano, specializzato nello stile libero e nei misti. La tragedia è avvenuta durante un training camp di tre mesi che il nuotatore stava frequentando all’Università della Florida. Secondo i media asiatici, sarebbe stato colpito da un malore nello spogliatoio e neppure l’immediato trasporto in ospedale è servito a salvargli la vita. “Si è sentito male durante una sessione di allenamento, è stato portato in ospedale ma non ce l’ha fatta”, spiega l’Istituto in un comunicato esprimendo tanta tristezza per l’accaduto. “Kenneth To era un nuotatore eccezionale con 16 record siglati per la nostra rappresentativa. Era estremamente popolare e amato dai suoi compagni di squadra e rispettato dagli avversari. La sua scomparsa è una perdita enorme per il nostro movimento. L’HKSI rivolge le più sentite condoglianze alla famiglia, ai conoscenti, ai compagni di allenamento e ai preparatori di Kenneth”. Nel corso della sua carriera, To ha vinto quattro medaglie ai Mondiali: un argento nei 100 misti e due bronzi in staffetta in vasca corta a Istanbul nel 2012 e un argento, sempre in staffetta, alla rassegna iridata di Barcellona nel 2013 quando ha gareggiato tra le fila della squadra australiana. Nel suo palmares anche un oro e un argento ai Giochi del Commonwealth e altre 6 medaglie (1 oro, 3 argenti e 2 bronzi) ai Giochi olimpici giovanili a Singapore nel 2010. (Fonte Adkronos).
La mattina del 17 marzo, in piazza Puccini a Firenze, diversi passanti hanno assistito al “salvataggio al volo” di un uomo da parte di una poliziotta delle volanti della Questura. Un cittadino rumeno di 40 anni già noto alle forze dell’ordine, dopo aver danneggiato lo specchietto di un’auto parcheggiata in via Baracca è salito sul muretto del ponte di piazza Puccini cominciando a gridare frasi incomprensibili. In pochi attimi gli agenti lo hanno accerchiato, determinati a farlo scendere, ma, nonostante diversi tentativi di riportarlo alla calma, l’uomo ha continuato ad avvicinandosi sempre più pericolosamente al bordo. Così, mentre uno dei veterani delle volanti – forte della sua lunga esperienza sul campo – lo ha distratto, è entrata in scena la giovane poliziotta che con grande prontezza di riflessi lo ha afferrato al volo, trascinandolo a terra. L’uomo è stato poi affidato ai sanitari del 118. Nei giorni scorsi, una coppia ubriaca girava per Torino con il figlio di 5 mesi in braccio, barcollando fino a rischiare di farlo cadere. Alcuni residenti che hanno assistito alla scena per le strade di Torino hanno chiamato la polizia e segnalato il pericolo. La polizia ha prelevato il piccolo e l’ha affidato a una comunità, denunciando i genitori per abbandono di minore. A dare l’allarme sono stati alcuni residenti. La polizia ha così trovato il padre e la madre, di 40 e 25 anni, che avevano appena messo il bimbo nel bagagliaio della loro auto, vicino al cane, e stavano per mettersi in viaggio verso casa. Ai genitori è stato contestato l’abbandono di minore, ma non la guida in stato di ebbrezza dato che l’auto non era stata ancora messa in moto.
Fonte: Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev, Ansa
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