Champions: Milan al palo (e traversa). Ibra, Barça e Bayern ok
Di Emanuele SaccardoChe il calcio non sia una scienza esatta è cosa risaputa, arcinota; che sia questo il fattore in grado di affascinare sopra ogni altra disciplina i suoi appassionati, è molto più di un sospetto. Perché anche un neofita, ieri sera e martedì, trovandosi a fare zapping, inciampando per caso sulle magie di Ibra, sui rigori sbagliati a Londra, sui legni colpiti dal Milan, bé: almeno la voglia di sapere come andranno a finire questi atti di teatro sportivo gli sarà pur rimasta incollata al respiro.
Eh già, mancano ancora novanta minuti alle sentenze definitive, eppure una sembrerà soltanto una formalità di rito: il ritorno a Parigi tra Psg e Bayer Leverkusen suonerà forse come una gara di allenamento dopo il pesantissimo poker che Ibrahimovic e compagni hanno inflitto ai tedeschi nella prima partita. Proprio la punta svedese ha dato spettacolo: doppietta, assist a ripetizione e la consueta fisicità plastica che ne hanno fatto un modello unico. Per Ibra i gol stagionali sono così diventati 35 tra campionato e coppe, club e Nazionale; non male per un bomber che sembra avere un conto aperto con la Champions League e che, forse, vanta qualche credito nei suoi confronti.
Bene anche Barcellona e Bayern Monaco in terra inglese. I Catalani si sono imposti per 2-0 sul Manchester City (non senza polemiche per il rigore assegnato ai blaugrana), i bavaresi detentori del titolo hanno fatto altrettanto grazie ad un secondo tempo ad alta velocità da fare girare la testa e a dispetto di un rigore fallito – un errore dal dischetto anche per i Gunners. Super Neuer blinda la porta ripetutamente, dando il là al successo dei suoi. Messi e Guardiola continuano dunque ad avere qualcosa in comune: l’uno la voglia di stupire a suon di reti e record abbattuti, l’altro attraverso il verbo di un gioco spumeggiante che lo ha reso celebre proprio alla guida del Barça.
Tasto dolente invece per l’unica superstite italiana. Il Milan, nonostante una gara davvero di grande spessore di fronte all’Atletico Madrid, ha subito la beffa perdendo a meno di dieci minuti dalla fine. E’ bastata una palla gol agli uomini di Simeone, un calcio d’angolo deviato goffamente all’indietro da Abate e spinto in rete da Diego Costa, punta iper prolifica dei Colchoneros e implacabile a pochi passi da Abbiati. Ma al di là delle distrazioni dei singoli in occasione del vantaggio spagnolo (Ramì perde la marcatura su Costa e Abbiati non esce in area piccola), resta per Seedorf la reale consapevolezza di aver fatto un grosso passo in avanti.
Mentalità e gioco: ecco ciò che i rossoneri hanno messo in campo contro una delle tre regine della Liga (l’Atletico, infatti, condivide il primato con Real Madrid e Barcellona a quota 60 punti), ecco ciò che Seedorf porta via dalla serata stregata di San Siro. Un palo clamoroso di Poli, una traversa incredibile di Kakà, le palle gol in sequenza dello stesso brasiliano e di Balotelli: questa è la fotografia del primo tempo di un Diavolo capace di schiacciare nella propria metà campo una delle formazioni europee più temibili.
Ma l’infortunio di De Sciglio e la contestuale staffetta con Abate, il calo fisico della squadra nella ripresa, l’uscita anzitempo di Balo per una botta alla spalla e il cinismo degli spagnoli hanno fatto il resto. L’11 marzo nella pentola bollente del Vicente Calderòn, Seedorf avrà certamente grandi difficoltà a ribaltare risultato e pronostici; come del resto accadrà a Manchester City e Arsenal. Ma, come accennavamo inizialmente, il calcio non è una scienza esatta.
RISULTATI OTTAVI DI FINALE CHAMPIONS LEAGUE, ANDATA:
Manchester City – Barcellona 0-2 (rig. Messi, Dani Alves)
Bayer Leverkusen – Psg 0-4 (Ibra 2, Matuidi, Cabaye)
Milan – Atletico Madrid 0-1 (Diego Costa)
Arsenal – Bayern Monaco 0-2 (Kroos, Mueller)
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