Dietrofront Atalanta, un barlume di speranza
Di Daniele GrattieriLa petizione dei giocatori dell’Atalanta era stata strumentalizzata nei giorni scorsi da un’opinione pubblica a caccia di testimonial contro le curve degli stadi e i gruppi ultras, identificati – ora che c’è un morto e che fa comodo – come unico male del calcio attuale.
Io invece continuo a sostenere che gli ultras costituiscano l’unica parte sana e coerente di questo sport, perché sanno che quando sbagliano è giusto pagare. Chi eccede deve essere processato ed eventualmente punito. Una regola che non vale in altri ambienti della povera società italiana ma che gli ultras non hanno mai respinto. E’ la repressione a essere invisa, quella repressione che in Inghilterra ha portato all’impossibilità di gridare allo stadio (come se fosse un teatro) o di andare in trasferta a seguire la propria squadra (se non per pochi ricchi eletti che riescono ad acquistare i biglietti).
Questo scenario spaventa chi vive il calcio secondo una certa mentalità, e quindi il dietrofront dell’Atalanta Calcio, che chiede rispetto per la Curva Nord, è da applaudire. Un punto di partenza per fare chiarezza.
A proposito di chiarezza. Qualcuno mi spiega la relazione tra l’uccisione di Gabriele e il divieto di tutte le trasferte? Io non lo capisco.
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