Inter-Juventus: i conti sui giudizi non tornano

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interParliamo di Inter-Juventus, anzi, meglio: parliamo di Inter e Juventus. Occorre mettere un attimo i piedi per terra, respirare profondamente. Far circolare ossigeno nella testa, in buona sostanza, dimodoché si riesca a pensare con la giusta lucidità. Con un minimo di senso critico, magari. E un pochino di obiettività, che non guasta.

Partiamo dall’Inter. Anzi, meglio: dal titolo di un noto quotidiano sportivo che è stato ripreso da molti tuttologi del pallone come pensiero comune riferito ai nerazzurri, all’indomani della brutta sconfitta europea casalinga contro gli israeliani del Beer Sheva. Anzi, meglio ancora: riflettiamo proprio sul sostantivo femminile in oggetto, cioè vergogna.

Ecco, l’Inter doveva vergognarsi perché battuta da una squadra scesa a San Siro con il coltello tra i denti; perché implicitamente non ha interpretato il match al pari degli ospiti. Ma perché vergogna? Quale delitto ha commesso l’Inter? Di quali colpe che ricadono sul Tricolore, sull’Europa, financo sul Mondo si sarebbe macchiata la squadra? Scarso impegno. Certo, è una colpa specifica e sportiva. Se hai lavorato male in settimana e giochi male in partita, c’è qualcosa che non va; se hai lavorato bene in settimana e giochi male in partita, c’è comunque qualcosa che non torna. Vero, tutto vero. Ma la vergogna, di grazia, quale sarebbe?

Parliamo di un Club che ha cambiato quasi tutto in pochi mesi, dall’organigramma societario all’allenatore. Soprattutto questo, l’allenatore, colui che dispone giornalmente dei giocatori: ecco, De Boer è arrivato a rosa già fatta (da altri), senza parlare una parola d’italiano (che, magari, all’Inter serve anche poco, ma resta una discriminante), a due settimane dall’inizio del campionato. Giusto: forse la bacchetta magica l’ha dimenticata in Olanda. Forse alcuni tuttologi del pallone, di grazia, vorrebbero prestare la loro.

Serve tempo, serve lavoro, serve pazienza. Un concetto che magari i cinesi non conoscono benissimo, quello della pazienza, un’idea della quale senz’altro si stanno esaurendo le scorte pure alle nostre latitudini. Ecco a cosa serve fare un bel respiro: a recuperare la pazienza nei confronti di un work in progress bello e buono. I tifosi e gli addetti ai lavori, al contrario dei tuttologi del pallone siano essi giornalisti o sedicenti tali, lo sanno e non hanno contestato o licenziato nessuno. Aspettano. E aspettando, magari, accade che il calendario ti regali il derby d’Italia alla quarta giornata.

E arriviamo alla Juventus. I tuttologi di cui sopra ne hanno certificato il salto di qualità del mercato estivo, osannando a ogni pie’ sospinto le sfumature, la punteggiatura e i respiri del Re Mida travestito da Marotta. Non hanno più messo in discussione il lavoro di Allegri, nossignore: dopotutto la falsa partenza della passata stagione deve avergli insegnato qualcosa. Mica puoi sempre fare rimontoni assurdi. Poi arriva il Siviglia: qualche crepa c’è, specie in mezzo al campo, ma i media la cacciano quasi unanimemente sotto il tappetto. Fatto strano, per certi versi: il coro del “Juve vincente in Italia, claudicante in Europa” è rimasto un rumore di fondo. Chiaro, una partita non può spostare gli equilibri. Pensiero che, tuttavia, per ragioni di blasone dell’avversario in Europa League, non è stato applicato all’Inter. Va beh.

A prescindere andrebbe tenuto conto del fatto che una serata storta è giusto che capiti, ogni tanto, perché spinge a ritrovare la giusta concentrazione. Opinabile, per carità. Ma, forse, tutto questo ragionamento non ha nemmeno senso: ti vuoi mettere a parlare di equilibrio nei giudizi quando ci sono di mezzo le due Società su cui scrive quasi ogni italiano dotato di tastiera?

Infatti, ieri sono tornati d’un botto i conti a proposito della schizofrenia nel giudizio medio quando si parla di Inter e Juventus dentro a Inter-Juventus. Più in generale quando si parla di calcio. Forse, allargando ancora, questa schizofrenia prende dentro un po’ tutti gli argomenti possibili; specie se di mezzo ci sono tastiere e persone che respirano poco e ragionano ancora meno.

Non stupisce più nessuno, dunque, il voltagabbana dei tuttologi: Inter-Juventus 2-1. Inter, è lecito ora parlare di scudetto? Una settimana fa De Boer era già con le valigie sul pianerottolo, adesso come niente gli chiedono conto della lotta per il titolo. E la Juventus? Beh, Allegri ne capisce poco. Via subito. Con lui non si va lontano. Juventus spocchiosa. Juventus supponente.

Mi chiedo: ma quelli che scrivono – tutti – dai tuttologi ai leoni da tastiera, hanno mai praticato uno sport a livello agonistico? Non dico aver ragionato e respirato contemporaneamente, nella loro vita, ma almeno giocato a calcio. E sorvolo, perché sono buono, sull’uso della lingua italiana (meglio: sullo scempio). Eppure funzionano ancora, questi tuttologi. Funzionano perché parlano alla pancia e non alla testa. Appunto, la testa. Ragioniamoci su, recuperiamo il concetto di transizione, che per fortuna il tempo è ancora dalla nostra parte. Il campionato è appena cominciato. Così come il lavoro di Inter e Juventus.

 

 

 


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