Garcia: “Sogno di vincere trofei. Non rivoluzionerò, ma metterò il mio tocco! In Italia ti studiano…”. ADL: “Osimhen? Abbiamo un accordo per il rinnovo”
Di Alessandro Lugli18:00 – Sul palco De Laurentiis, Garcia e il direttore del Museo di Capodimonte. Prende parola De Laurentiis: “Ringrazio il direttore per averci ospitati in questo posto regale. Stabiliamo un augurio di continuazione perché il Napoli, in maniera regale, grazie anche al nuovo allenatore, possa procedere negli anni a venire e nella prossima stagione”.
18:05 – Prende parola Rudi Garcia: “Il primo regalo è essere qui con voi a Napoli. La cosa bella che arriva da me e dal presidente sono le ambizioni. Prima di tutto vorrei salutare i tifosi per la loro accoglienza. E poi vorrei anche fare i complimenti al presidente, alla sua squadra che tra poco sarà la mia, per quello che hanno fatto nell’ultima stagione. Quando sono arrivato in città e ho visto tutte le bandiere e gli striscioni, mi sono reso conto che i tifosi, la città sono molto fieri della squadra. E l’obiettivo è far sì che questo accada anche nel futuro“.
Per Garcia, qual è il sogno?
“De Laurentiis ha messo un’asticella bella alta. Il sogno è vincere trofei. Complimenti perché dopo 33 anni si è vinto lo Scudetto, ma il Napoli deve giocare la Champions League ogni anno ed essere una squadra molto importante in Italia come l’anno scorso“.
Per De Laurentiis, come ha scelto Garcia?
“Non ho dato il via a un casting molto lungo, l’ho detto a voi perché altrimenti mi avreste tormentato tutti i giorni. Mi sono dedicato per tre settimane all’organizzazione della festa Scudetto. Abbiamo voluto organizzare qualcosa che sulla RAI ha raggiunto la bellezza di quasi due milioni di media di ascoltatori, con punte del 30% al sud di share. Ci è piaciuta molto questa cosa. Vogliamo farla ancora meglio negli anni prossimi. Il 5 giugno ho cominciato a pensare al nuovo allenatore e l’ho ufficializzato undici giorni dopo. Ho cominciato a vedere la mappa data in pasto a voi giornalisti e ho cominciato a selezionare chi giocava con successo con il 4-3-3. Molti di quelli che vedevo avevano un 4-2-3-1 o addirittura un 3-4-3 o 4-4-2- Per me era fondamentale mantenere quest’assetto di calciatori, non devo cambiare squadra, per cui andava trovato un allenatore che fa strike col 4-3-3. Avendo visto che Rudi per due volte era arrivato secondo con la Roma e che addirittura il primo anno aveva cominciato con dieci vittorie consecutive, mi sono detto che questo signora facesse al caso nostro. Poi ho visto che col Lione aveva sfiorato qualcosa di importante in Champions. E voi sapete quanto ci tengo alla Champions League. Non per pensarla come Agnelli, a cui dissi che la Superlega è una cosa sbagliata, ma questa Champions è sbagliata. Così come l’Europa League e la Conference League. Ma la UEFA ha bisogno di attestati continui per essere rieletti. Io non posso modificare da solo ciò che si è incrostato nel sistema. Però chiaramente la Champions è un parterre che mi permette di aumentare l’importanza del brand Napoli nel mondo. Noi abbiamo sempre giocato il ruolo dell’innovatore, l’avete visto con lo sponsor tecnico: non ci ho pensato due secondi a vestire anche quel ruolo lì. Cerchiamo di cambiare questo calcio, ma non è così facile. Bisognerebbe cambiare il cervello di troppe persone“.
Per Garcia. Cosa la spaventa? E cosa invece le piace?
“Non ho paura di niente, a parte i problemi di salute. Ho già fatto i complimenti per la stagione scorsa. Questa vittoria in campionato deve dare tanta fiducia a ognuno di loro, però quando si comincerà la nuova stagione, la preparazione, si riparte da zero. E’ molto difficile dire che senza fare sforzi, senza sudore, senza il collettivo si può arrivare a grandi traguardi. I calciatori da un lato devono dimenticare quello che hanno fatto. Questa fiducia, anzi, deve servire a rimanere umili. Ci sarà tanto lavoro. La cosa che mi è piaciuta invece è che ho visto una squadra. Non solo singoli, ma una squadra che difendeva tutti insieme. Poi la rosa è ampia, c’è anche la panchina per risolvere le partite. La cosa che mi ha rassicurato è che il presidente è ambizioso. Vuol dire che se è ambizioso mi darà una squadra di qualità. E con una squadra di qualità possiamo divertire i tifosi. Le mie squadre attaccano, fanno dei gol, fanno di tutto per gestire la gara, avere il possesso palla e fare gol. Lasciatemi il tempo di lavorare con i giocatori, poi quando si parte si parte a bomba“.
Per De Laurentiis: ha detto a Garcia che Osimhen resterà?
“Non l’ho detto a Garcia, l’ho detto da tempo: Osimhen deve rimanere. Poi se arriverà un’offerta importante per la salute del Napoli vedremo“.
Per Garcia: è una panchina più bollente o stimolante?
“Il bello del mio mestiere è che, è vero che lasci persone e amici dove sei passato, ma poi ne trovi delle nuove. Darò il meglio di me. Chiunque si sieda sulla panchina del Napoli, dopo uno Scudetto, sa che il lavoro è arduo perché è difficile fare meglio. Ma i giocatori sanno di dover dare di più. Io non vengo qui a rivoluzionare tutto. Vediamo se la squadra somiglia nella rosa a quella dell’anno scorso, se sarà così non toccherò molto, ma qualcosa farò. Abbiamo parlato tanto di 4-3-3, ho fatto tanto bene col 4-3-3, ma ho usato anche altri moduli di gioco. Perché lo dico? Perché un allenatore deve adeguarsi alla rosa e trovare il modulo giusto. Sembra che il 4-3-3 sia perfetto per il Napoli, ma oggi ci sono analisi video, c’è uno staff che conosce i singoli, per cui la tua squadra deve saper cambiare anche modulo di gioco durante una partita. Voglio che i miei giocatori abbiano una cultura tattica importante. Il mio modulo di base è quello, il 4-3-3, ma io voglio calciatori intelligenti“.
Per De Laurentiis: disse che sarebbe stato un Napoli osimheniano. Ora che Napoli sarà?
“Con Osimhen non mi sono sbagliato. Garcia l’ho scelto in undici giorni, ci siamo visti a cena, abbiamo fatto i contratti, che sono lunghi, glieli abbiamo fatti digerire. Da parte mia c’è tutto lo slancio per un nuovo inizio. L’uomo ha già dato, non deve dimostrare a Napoli chi è, anzi dobbiamo lasciarlo lavorare in tranquillità, senza mettere ansia e fretta, senza mettere limiti. Poi sarà quel che sarà“.
Per Garcia: che Napoli sarà?
“Saremo una squadra tosta, che lotta, una squadra che può crescere. Ci sono tanti calciatori giovani che a quell’età possono migliorare. L’ho fatto in passato e lo farò anche qui. Lavorerò col mio staff affinché la squadra sia competitiva“.
Per Garcia: a Napoli ritroverà Anguissa che aveva avuto a Marsiglia.
“L’ho fatto esordire io a Marsiglia, era un po’ il mio piccolo, anche se è una montagna fisicamente. Sono contento di ritrovarlo, ha fatto un gran salto di qualità da quando ha lasciato Marsiglia. E’ andato in Inghilterra e in Spagna, ora in questa stagione ha dimostrato di essere un giocatore importante in campo e nello spogliatoio. Trovo un altro Frank, ma sono contento di ritrovarlo. Lui sa che con lui sarò ancora più esigente e che può ancora migliorare, è un piacere ritrovarlo“.
Per De Laurentiis: cosa l’ha colpita di Garcia?
“La sua spontaneità, la sua immediatezza. Sembrava che ci fossimo conosciuti da tempi. E sembrava che ci fossimo già incontrato nel passato, idealmente parlando. Quindi mi sono trovato in un meccanismo oleato, in cui c’è stata solo la razionalità di mostrare tutto ai suoi avvocati, rispondendo alle loro domande. Con lui c’è stata una cordialissima e immediata intesa. Io sono nato il 24 maggio, lui era ancora sotto l’influenza del segno dei gemelli. Quindi come avrei potuto sbagliarmi?“.
Per Garcia: quant’è cambiato il calcio italiano in questi sette anni? Ha fatto qualche domanda al presidente sui calciatori?
“Quest’anno in tutte le finali c’era una squadra italiana, vuol dire che il calcio italiano è tornato in alto. Speriamo di portare in alto in Europa l’anno prossimo ancora i colori del Napoli. Al presidente non ho fatto nessuna richiesta particolare. Io ho sposato un progetto sportivo, volevo solo essere sicuro che il presidente volesse ancora vincere i trofei e avere una squadra competitiva. Il resto non è stato importante, non c’è stato bisogno di fare domande. Sono nel calcio da tempo, so che potrebbe accadere qualche cessioni dinanzi a un’offerta importante. Ma nessun calciatore è insostituibile. Io ho fiducia nel presidente e nell’area tecnica del Napoli che lavora tanto bene sul mercato. Nella squadra dell’anno scorso ci sono tanti calciatori che nessuno conosceva a parte l’area tecnica del Napoli“.
Per Garcia: il suo ex calciatore Balzaretti dice che il Napoli è perfetto per lei, è d’accordo?
“Nessuno meglio dei miei calciatori può parlare di me. Federico ha un uomo di qualità e ha una bella anima. Non solo il gioco, la strategia, ma anche lo spirito di squadra è importante. Spero di trovare un bel gruppo, ma ne sono sicuro. Per vincere lo Scudetto può essere solo un gruppo unito, con grande fede. Io devo tenere sul fuoco e far vivere questa storia, così si scalano le montagne“.
Per De Laurentiis: sul primo incontro con Garcia?
“Non ho trovato delle diffidenze, né ho visto dei dubbi. Il che mi ha reso in questa immediatezza felice per la scelta. Sembrava quasi che ci fossimo incontrati in maniera naturale“.
Per Garcia: ha già visto se in questo Napoli c’è un Gervinho dei suoi tempi alla Roma?
“Sono stato sostituito da Luciano Spalletti a Roma e qui arrivo io dopo di lui. Giocatori coem Gervinho ci sono già in rosa. Datemi tempo di scoprire gli uomini dietro ai calciatori, perché i calciatori li vedi in tv, ma quando li alleni conosci anche l’uomo. Devo sapere su che tasto bisogna spingere per motivare ognuno di loro, ogni calciatore è differente. Ma il talento c’è. Stiamo già lavorando sulla squadra, vediamo chi rimanere al 100%, chi potrebbe andarsene. E vediamo come migliorare la squadra, che è sempre migliorabile. Ma ora l’importante è stare qua e lavorare“.
Per De Laurentiis: ancora sul futuro di Osimhen, ci sarà rinnovo?
“Con lui ho parlato già prima della festa, siamo in linea di massimo d’accordo sul prolungamento di contratto per ulteriori due anni. Poi, per quanto riguarda gli altri giocatori è qualcosa che dovremo studiare con Rudi. Sono convinto, dopo tanti anni, che la preparazione nei ritiri sia fondamentale. E quindi noi abbiamo rifiutato di andare a fare il Gamper col Barcellona, di andare a giocare col Manchester United sempre in amichevole. Vogliamo rimanere nella seconda parte di preparazione, dal 28 luglio al 12 agosto, qui e stiamo interpellando diverse squadre per farle venire a Castel di Sangro e non perdere tre giorni per ogni amichevole. Durante quel periodo ci si deve impallare, si deve mettere molta benzina o nafta, affinché si possa durare il più a lungo possibile. Non bisogna avere una sfiammata nei primi dieci incontri, vogliamo durare tutto il campionato. Per noi è importantissimo allenarci come si deve durante i due ritiri. Ovviamente lavoreremo anche prima, con Rudi stiamo già lavorando. Stiamo ragionando su chi potrebbe partire. Il problema è che bisogna vedere le persone negli occhi. I contratti servono a poco, servono solo per le penali semmai. Ma se io dico ‘Tu vuoi far parte della gloria del Napoli o pensi di andare su altre situazioni’. Dopo la vittoria dello Scudetto, devo ringraziare Spalletti per aver voluto un anno sabbatico. Perché? Perché dopo uno Scudetto la sazietà può giocarti un brutto scherzo. Invece con un allenatore nuovo, che sa toccare le corde del violino giusto, che non fa sedere nessuno dopo lo Scudetto, è più facile. Se i calciatori non s’impegnano il rating cala. Un nuovo allenatore non può che cercare di riportarli alla dura realtà del lavoro quotidiano, dell’impegno, del rispetto di una bandiera. Chi sono i nostri clienti? Per chi lavoriamo noi della SSC Napoli? Per i nostri tifosi. Per la nostra città“.
Per Garcia: Lobotka sarà importante come il De Rossi della sua Roma?
“Il cuore del mio gioco è sempre stato il centrocampo. Anche la forza della squadra che ha vinto lo Scudetto è stata anche questa. La rosa consta di giocatori forti, mi dà la possibilità con i cinque cambi di avere soluzioni importanti in panchina. Lobotka è un giocatore fantastico. Mi auguro di trovare ancora in questo reparto giocatori che giocano, che fanno possesso palla, ma anche che difendono subito quando l’avversario la recupera. E l’anno scorso, nelle partite del Napoli che ho visto, era così, tutti correvano. Ci sono tante squadre in cui ci sono le superstar che lavorano solo con la palla, poi hai problemi in fase difensiva. Il bello del Napoli invece è che tutti corrono, sia con la palla che senza“.
Per De Laurentiis: la competitività resta la stessa?
“Intanto rispondo anch’io su Lobotka: ce l’abbiamo fino al 2028, per noi è un caposaldo. Poi non può giocare tutte le partite e tutti i minuti, come in ogni ruolo, quindi servono sostituzioni importanti. La mia competitività non è cambiata. In casa De Laurentiis la competitività è naturale, istintiva. A noi più le cose sono complicate più ci eccitano. Dopo lo Scudetto le cose si complicano, è normale. Dite che c’è l’Europa, ma non basta. Io dico che c’è da cambiare tanto in questo calcio. In tanti mi chiedono di fare un po’ di politica, ma io rispondo di no perché a me piace il mondo dei contenuti e in politica non sei libero di combinare in maniera industriale, la politica purtroppo è il gioco del compromesso e io non sono l’uomo del compromesso“.
Per Garcia: pensa anche lei di dare uno personale slogan di incitamento alla squadra come fece Spalletti?
“Io ho dei valori e questa squadra deve metterli in campo: l’umiltà, l’ambizione, il sudore. Ci sarà il talento che può fare la differenza, ma si gioca in undici e la rosa è di venticinque, ogni calciatore è molto importante. Anche il calciatore più giovane, che deve crescere e avere voglia di essere della squadra del Napoli. In Italia si dice ‘senso di appartenenza’ e questa è una cosa molto importante. Nel calcio attuale non ce n’è tanto, ma per me è sempre importante la maglia che vesti e lo stemma che si ha sul cuore. La maglia va rispettata, dobbiamo dare il meglio per questo“.
Interviene spontaneamente De Laurentiis.
“Ieri sera io vedevo Spagna-Croazia e devo dire che mi ha colpito l’attaccamento alla maglia di Modric, che a 38 anni si è fatto tutta la partita, i supplementari e ha segnato anche il rigore“.
Per Garcia: secondo lei bisogna togliere gli striscioni di cui ha parlato?
“Il cuore dei tifosi del Napoli è orgoglioso e può esserlo, questo è importante. Bisogna mantenere questo senso d’appartenenza. Quando il presidente ha preso la squadra, il Napoli era in Serie C. Lo Scudetto è del presidente, dei calciatori, ma anche dei tifosi. Io ho giocato qui con la Roma e devo dire che giocare a Napoli è tosta, il tifo è importante, la gente spinge la squadra e incide anche sul risultato. Faremo di tutto per avere i tifosi dietro di noi e farli divertire“.
Per Garcia: aver vinto lo Scudetto in una piazza così calorosa può essere pressione o benzina per far bene?
“Più benzina, più carica. E per i calciatori sarà lo stesso. Ora il mio compito è far sì che i calciatori e lo staff siano all’altezza di tutto ciò“.
Per Garcia: ci dà notizie sullo staff?
“Nello staff ci sono persone di qualità, con uno di loro ho lavorato a Roma. Spero di combinare le competenze del club e quelle che porto io con i miei tre assistenti. Lo staff è già importante. La guida della squadra la faccio io, ma lo staff è molto importante. Oggi si lavora molto in video per migliorare di squadra e individualmente. Sono sicuro che faremo un bel lavoro. Ma un bel lavoro deve essere finalizzato a un bel risultato. Quindi punteremo ai risultati“.
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