Pellegri, orgoglio Genoa: doppietta da record per il Millennial
Di Emanuele SaccardoLa classifica del Genoa è già complicata dopo appena 4 turni (un solo punto raccolto da Juric), e il 2-3 interno patito contro la super Lazio di Immobile non aiuta, ma oggi sotto la Lanterna si parla comunque di un successo. Si parla di un gioiello, genovese d.o.c., prodotto del settore giovanile rossoblù: Pietro Pellegri, un bomber predestinato che ieri, al Ferraris, ha rubato la scena a tutti scrivendo un altro record nella sua brevissima ma già scintillante carriera.
Pellegri era stato il più giovane giocatore ad esordire in Serie A il 22 dicembre del 2016: nella partita contro il Torino, aveva eguagliato il primato risalente al 1937 e appartenuto per quasi ottant’anni al solo Amedeo Amadei della Roma (15 anni e 280 giorni). Poi, nell’ultimo turno dello scorso campionato, in casa della Roma e nel giorno dell’addio di Totti, si era concesso il lusso del primo sigillo tra i professionisti dopo appena tre minuti e alla sua prima da titolare. Ieri pomeriggio è andato oltre: primo Millennial a siglare una doppietta nel massimo campionato e più giovane calciatore in assoluto a esserci riuscito (16 anni e 112 giorni, detronizzato Silvio Piola con i suoi 17 anni e 104 giorni).
Insomma Pellegri è un vero predestinato. E nel suo destino ci sono le squadre della Capitale che, per il momento, gli hanno riservato gioie e dolori. Il suo primo acuto in A contro la Roma, infatti, non servì nell’economia del 3-2 finale per i giallorossi, così come i due centri di ieri con la Lazio non hanno portato alcun punto (2-3 per Inzaghi & Co.). Stesso risultato, differenti emozioni. Sia per Pietro, che sta bruciando le tappe come ha sempre fatto in tutte le categorie in cui ha giocato (sempre con i più grandi, anche in Primavera dove lo scorso hanno si impose contro i classe ’97, ’98 e ’99); sia per papà Marco, Team Manager del Genoa, che al minuto 73 della gara con la Lazio, al secondo gol del figlio, si è lasciato andare a un pianto da libro Cuore. Se aggiungiamo che Pietro porta sulla maglia il numero 64, anno di nascita del padre Marco, il quadro è completo e fa venire i brividi.
Di Pellegri si parla un gran bene da almeno tre anni, da molto prima che Gasperini, quando ancora allenava il Grifone, lo aggregasse per l’amichevole dei ‘grandi’ contro il Casale (per la cronaca, Pellegri segnò in appena sette minuti giocati). A chiunque si chiedesse un parere su questo ragazzo alto quasi un metro e novanta, veniva fuori immancabilmente la stessa frase: “Un fenomeno”. Il presidente Preziosi, che in proposito la scorsa estate fu tentato dalle sirene dell’Inter, ha aggiunto in tempi non sospetti: “Il ragazzo sarà il nuovo Messi, speriamo non si monti la testa”. L’imberbe Pietro sembra avere più punti in comune con Bobo Vieri, specie per fisico e ruolo. Ma, al di là di facili e prematuri paragoni, c’è da tenere basso il profilo per non bruciare una più che possibile risorsa per il calcio italiano del futuro. Juric lo sta gestendo bene: se i riflettori non lo punteranno in continuazione da qui in avanti, Pellegri potrà regalare altri record al nostro campionato.
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