Di Maio e Castan: il mercato che cambia
Di Enrico CannolettaDi Maio e Castan, destinati rispettivamente all’Anderlecht e alla Sampdoria, provenienti da Genoa e Roma, costituiscono due segnali di un mercato che cambia.
Non era mai successo ed è comunque anomalo che un giocatore cambi tre squadre nella medesima finestra di mercato, se vogliamo escludere quei giocatori che vengono assunti strategicamente per giungere ad altri scopi, oppure per giovani che vengono mandati a “crescere” in squadre in grado di farli maturare e giocare.
Di Maio e Castan invece costituiscono una novità. Il primo era arrivato all’Anderlecht e accolto da top-player. A lui era stata addirittura affidata la fascia di capitano della prestigiosa società belga. Salvo dopo pochi giorni dirottarlo alla Fiorentina, a cui è da oggi ufficialmente aggregato.
Castan se vogliamo è un caso addirittura più clamoroso, perché ceduto in prestito dalla Roma alla Sampdoria, la quale con lui asseriva di aver risolto i suoi problemi di affidabilità nel reparto centrale della difesa. Il giocatore viene ritratto mostrando il suo gradimento. Dopo essersi allenato diverse volte coi blucerchiati, il difensore viene clamorosamente dirottato al Torino, sempre in prestito, e la Sampdoria concede il placet. Oggi Castan, anche se il passaggio in granata non è ancora stato ufficializzato, si allena già coi nuovi compagni.
Insomma segnali di un mercato che cambia e ufficialmente le spiegazioni sono quelle della volontà dei giocatori, e fin qui sarebbe lodevole e conveniente per tutti avere calciatori motivati in rosa.
Resta però un interrogativo. Ma la volontà del giocatore non viene richiesta prima della sottoscrizione del contratto? Certo che si.
Si va quindi verso un mondo del calcio in cui i contratti sempre più stanno perdendo il loro valore e la loro efficacia giuridica? Certo per mandare a monte le operazioni già concluse occorre l’accordo delle parti, ma la sensazione è che una firma su un contratto sia “diversa” quando ad apporla sia un semplice cittadino, da quando il firmatario sia un calciatore.
Una conferma di questa situazione si avrebbe tutte le volte che il calciatore chiede i rinnovi anticipati con i relativi aumenti del caso. Per carità, tutto legale. È la legge del mercato. Ma è anche la conferma di chi e quanto certe categorie abbiano o meno il … “coltello dalla parte del manico”.
Ma sia consentita un po’ di dietrologia. E se la spiegazione non fosse al 100% quella ufficializzata del mancato ambientamento nelle nuove squadre?
Prendiamo Castan. È singolare che la vicenda sia scoppiata proprio quando il Torino stava per cedere Bruno Peres, molto ambito dalla Roma, proprio ai giallorossi capitolini, titolari del cartellino del giocatore in forza alla Samp in prestito solo da pochi giorni. Improvvisamente alla Samp ritorna in mente Praet, che prima aveva un prezzo proibitivo, ed ora forse non più.
Tanta dietrologia ma che fa meditare su quanti spunti il “nuovo” mercato offre.
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