Europa League: Lazio fuori (e male), Caporetto calcistica completa
Di Emanuele SaccardoParafrasando Winston Churchill, potremmo confermare che noi italiani perdiamo le partite di calcio come se fossero guerre. Lo statista inglese più famoso della Storia aveva ragione, anzi, ragionissima: oggi per il popolo italico tutto, è una Caporetto pallonara. Con il crollo verticale della Lazio, in casa, nel ritorno degli ottavi di Europa League di fronte allo Sparta Praga, se ne va anche l’ultima rappresentante fuori confine dello Stivale.
Niente in Champions, nulla nell’ex Coppa Uefa. Mai così male dalla stagione 2000-2001. Eppure non è che in questi 15 anni ci siamo potuti beare di un’incetta di successi: in Europa League lo zero assoluto, ed escludendo le Coppe Campioni sollevate nel 2007 dal Milan e nel 2010 dall’Inter, più le due finali perse (2005 dai rossoneri, nella scorsa stagione dalla Juventus), resta il dominio di tutti gli altri, specialmente gli spagnoli.
Non è un caso se, anche a questo giro di giostra, le squadre iberiche approdate tra le migliori 8 delle due competizioni sono 6 su 16. Come dire ben più di un terzo; come sottolineare che non siamo lontani dal 50% del totale. Ci sarà un motivo? Certo che c’è: si chiama programmazione. La lungimiranza tecnica ed economica del movimento Spagna ha cambiato radicalmente il modo interno di affrontare il calcio e, in capo a una decina d’anni, i risultati sono arrivati e si sono moltiplicati.
Però non vogliamo fare gli esterofili a tutti i costi, semplicemente l’esempio vale come linea guida. O dovrebbe valere come tale, se non si vuole rinunciare entro pochi anni anche alla terza squadra qualificata in Champions. Per il 2017-18 siamo già tagliati fuori, i freddi numeri dicono che non aggiungeremo la quarta, per il futuro di lì a venire c’è ancora qualche timida speranza. Ma servono interventi di spessore, economico-culturali, che possano gettare le basi per un ritorno al passato – gli anni 80′-90′, ultimo ricordo di un dominio continentale sul lungo periodo.
Il presente è davvero una guerra (sportiva) persa. E chi si illudeva che la Lazio potesse addirittura arrivare in fondo all’Europa League, si è risvegliato bruscamente. Troppo fragile la squadra di Pioli per poter immaginare un percorso lungo, anche se fa male constatare che lo stop è arrivato con uno 0-3 interno per mano di un Club salutato da tutti, al sorteggio, come il più abbordabile. Manco per niente, scusate: lo Sparta Praga è ancora imbattuto in Europa nella stagione in corso (11 risultati utili consecutivi).
Certo, anche la Lazio lo era fino a 24 ore fa, ma si sapeva già che i biancocelesti avrebbero almeno pagato pegno per le assenze, specie nel pacchetto arretrato. Non basta a giustificare un passivo tanto ampio (e forse un filo ingiusto), tutt’altro: le amnesie difensive, in casa Lazio, sono materia di studio da mesi. Solo che Pioli non è ancora giunto nemmeno vicino alla sufficienza considerando che i suoi sono arrivati, con le prime due di ieri sera, a 14 reti subite nel primo quarto d’ora di gara.
Insomma: auspicare che la Lazio potesse davvero sollevare il trofeo era come affidarsi ad un bambino munito di fionda per vincere un conflitto mondiale. Non ce ne vogliano i tifosi (già inviperiti), ma i fatti hanno dimostrato questo. Comunque resta il problema di partenza: se siamo stati costretti a fare affidamento sulle fragili spalle della Lazio, la colpa è dell’esercito inesistente dietro di lei.
RISULTATI RITORNO OTTAVI EUROPA LEAGUE:
Anderlecht-Shakhtar D. 0-1 (tot. 1-4), Siviglia-Basilea 3-0 (tot. 3-0), Bayer L.-Villareal 0-0 (tot. 0-2), Valencia-Athletic B. 2-1 (tot. 2-2 g.f.c.), Manchester U.-Liverpool 1-1 (tot. 1-3), Lazio-Sparta P. 0-3 (tot. 1-4), Tottenham-Borussia D. 1-2 (tot. 1-5), Braga-Fenerbahçe 4-1 (tot. 4-2)
SQUADRE QUALIFICATE AI QUARTI DI FINALE:
Shakhtar D. (UKR), Siviglia, Villareal e Athletic B. (SPA), Liverpool (ING), Sparta P. (REP. CECA), Borussia D. (GER), Braga (POR)
SORTEGGI:
oggi, Nyon
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