Perde per la prima volta la Juventus! Vince la Lazio. Bene l’Empoli.

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Il Genoa è l’unica squadra in Europa che in questa stagione ha giocato due volte contro la Juventus senza mai perdere. Dopo il pareggio nella gara di andata, il Grifone si toglie anche la soddisfazione di battere i bianconeri nel lunch match della 28esima giornata di Serie A. A Marassi finisce 2-0 per i rossoblù grazie alle reti, entrambe nella ripresa, di Sturaro e Pandev. Per la Vecchia Signora è il primo ko in campionato.(Sportmediaset)

L’anti Juventus in serie A esiste ed è il Genoa. Ci sono 42 punti di distanza in campionato tra le due squadre ma né all’andata né al ritorno, prima con Juric e poi con Prandelli, Allegri riesce a sbrogliare questa matassa come, più o meno agevolmente, aveva operato da agosto a oggi. Se l’1-1 del 20 ottobre scorso all’Allianz Stadium è stato il primo di tre (con Atalanta e Parma) indolori rallentamenti di percorso, lo 0-2 patito oggi al Ferraris rappresenta il primo stop stagionale. Neanche questa battuta d’arresto, con 18 punti di vantaggio sul Napoli, comporterà preoccupazioni per il campionato ma certamente, per i numeri e per la storia, avrà il suo perché. La casella delle sconfitte, inviolata da agosto, si muove e segna ora 1. La Juve, senza Cristiano Ronaldo, torna umana grazie ai gol segnati da Sturaro e Pandev, i due giocatori inseriti da Prandelli per aiutare il suo Genoa a uscire dalla pressione operata da inizio ripresa dalla Juventus. Un 2-0 festeggiato dai rossoblù come la vittoria di un importante trofeo, con un Allegri uscito dal campo rabbuiato per le tante, troppe defaillance di questo anticipo di pranzo veramente indigesto. LA PARTITA – Allegri tiene le carte coperte sino a un’ora prima della partita. La sua Juve scende in campo con il 3-5-2: davanti a Perin, scelto per lasciar rifiatare Szczesny, viene rispolverato Rugani con Bonucci e Caceres, terzo centrale difensivo. Alex Sandro e Cancelo operano avanzati, le punte sono Dybala e Mandzukic. Prandelli opta per Pereira terzino destro ed è prudente con l’impiego di Lazovic sulla linea dei centrocampisti. Di Bello mette subito in chiaro la sua fiscalità. Due falli più tattici che cattivi, due gialli per Romero e Alex Sandro nel giro di 5 minuti. Il Genoa affronta la gara a viso aperto senza farsi troppo schiacciare dall’iniziale pressione dei campioni d’Italia. All’11’ Kouamè spreca dal limite dell’area perché la fretta è cattiva consigliera. La spinta dei padroni di casa è tambureggiante: al 16’: Pereira lancia Kouamè in velocità, Rugani è fuori causa e l’appoggio a Sanabria è oro colato. La respinta di Perin, su conclusione potente e ravvicinata, è monumentale. Dall’altra parte Dybala, appena messo piede in area, cerca troppo timidamente la porta e così è Zukanovic a stopparlo con bravura e mestiere. Alla mezz’ora, Romero va vicinissimo alla risoluzione di una mischia ma il palo salva ancora la porta di Perin. Poco dopo Di Bello indica il penalty dopo aver visto un mani di Cancelo dopo una sponda di Kouamè. Il fischietto di Brindisi è chiamato al VAR per rivedere l’azione. Viene riscontrato, prima di tutto, un aggiustamento con il braccio da parte dell’ivoriano e così, con l’annullamento del rigore, Allegri prova la sensazione del pericolo scampato. Un impreciso destro di Rolon, in corsa dal limite, chiude un primo tempo in cui la sensazione principale è il mancato smaltimento della fatica Champions da parte di alcuni elementi. La Juventus, soprattutto a centrocampo, non dà l’idea della sua abituale compattezza. Allegri apporta una variazione tattica con l’arretramento di Alex Sandro sulla linea difensiva a inizio ripresa. La Juventus sposta decisamente il suo baricentro nella metà campo del Genoa e va in vantaggio al 55’ con Dybala. Quando i giocatori del Genoa sono già pronti a far ripartire il gioco, Di Bello annulla per fuorigioco di Emre Can all’inizio dell’azione finalizzata dalla Joya dopo l’affondo a sinistra di Cancelo. Allegri inserisce Bernardeschi per infittire la manovra offensiva. Il cambio Pandev-Sanabria appare un elogio dalla prudenza di Prandelli, in realtà è la carta giusta per consentire al Genoa di guadagnare metri, rimanere alto e approfittare degli spazi lasciati liberi. Il macedone è scatenato: prima la morsa Caceres-Bonucci, poi Perin lo fermano. Altra mossa importante è al 70’: dentro l’ex Sturaro, al quale bastano meno di due giri di lancette per mostrare il dente avvelenato. Pandev, sempre lui, capitalizza un errore di Mandzukic e metter Sturaro nelle condizioni di castigare Perin con una soluzione a incrociare. Un rimbalzo maligno rende vana la possibilità di intervento del portiere della Juventus. (ilmattino.it)

Tutto facile per la Lazio. Parma strapazzato 4-1. Basta un primo tempo al top per conquistare un successo fondamentale per la corsa Champions. Quarantacinque punti in classifica e una gara da recuperare. Il quarto posto è a un tiro di schioppo. Obbligatorio crederci fino alla fine. La Lazio dimostra di aver imparato la lezione di Firenze. Concretizzate praticamente tutte le occasioni da gol create. Primo tempo chiuso 4-0 con doppietta di Luis Alberto e gol di Marusic e Lulic. Lo spagnolo gioca una gara perfetta: quantità e qualità. Colpo di spugna, dunque, anche alla bulimia da reti. SUBITO IN DISCESA Il modulo fantasia funziona alla grande. Ad onor di cronaca va pur detto che il Parma è parso davvero poca cosa. Praticamente innocuo. Gervinho, unica arma offensiva, mai servito sulla velocità. Approccio perfetto, invece, quello della Lazio che aveva ben in mente l’obiettivo: riscattare i due punti persi in casa della Fiorentina. Un solo sbaglio, quello che consente all’ex Sprocati di segnare il gol della bandiera. Gara semplice e subito in discesa che consente ad Inzaghi di poter gestire le energie e preservare i tanti diffidati. Unico neo la sosta. Stavolta a differenza di altre volte arriva nel momento meno opportuno: la Lazio corre e sta bene. Probabilmente sarebbe stato meglio continuare a giocare. Alla ripresa, il 31 marzo, lo scontro diretto contro l’Inter.(ilmattino.it)

Sinisa Mihajlovic si prende la rivincita e travolge il Toro 3-2 in rimonta con un Bologna tutto cuore e motivazioni che sale a 24 punti, fuori dalla zona retrocessione. Crollo inaspettato del Toro dopo 5 vittorie consecutive in casa, l’Europa è lì ad un passo ma i granata non fanno mai il passo decisivo per andarsela a prendere. Ennesima occasione sprecata per Belotti e compagni, partita intensa, vibrante già in avvio: il primo brivido dopo 3 minuti con il gol annullato al Bologna per fallo su Sirigu di Lyanco, occasione d’oro sprecata malamente da Belotti in area e vantaggio granata dopo 6 minuti, autogol di Pulgar che devia alla disperata un tiro di Ansaldi mettendo fuori causa Skorupski. Sembra una partita tutta in discesa e invece il Toro allenta la pressione abbassando il ritmo, e il Bologna ne approfitta con un’azione di sfondamento di Orsolini, Palacio prende il fondo e mette in mezzo alle spalle della difesa del Toro, Poli (entrato per l’infortunato Dzemaili) manda fuori tempo Ansaldi e pareggia. Granata in confusione e uno-due letale del Bologna che ribalta tutto in quattro minuti: regalo di Meitè che colpisce di braccio pieno una palla vagante in area, nessun dubbio dopo la VAR review per l’arbitro Mariani che assegna il rigore e Pulgar non perdona, facendosi perdonare l’autogol. Toccherebbe al Toro fare la partita ma la reazione non arriva, arriva invece il terzo gol del Bologna, annullato per l’ennesima VAR review della partita per posizione di fuorigioco di Sansone, in rete su assist di Palacio. Ma il 2-1 duro poco, a tradire il Toro è Rincon che perde palla malamente a centrocampo e apre il campo a Soriano che imbecca Orsolini per il 3-1. Tre sussulti nel finale: le espulsioni di Lyanco e di Aina e il 3-2 di testa di Izzo (migliore in campo per i granata) all’ 89’ che infiamma il recupero ma non ferma un Bologna trasformato dalla cura Sinisa. (ilmattino.it)

La Lazio stende in maniera netta il Parma allo stadio Olimpico, 4-1 il risultato finale per i biancocelesti che fanno un balzo notevole in classifica. L’Empoli tiene botta e batte il Frosinone 2-1, dopo la riapertura dei ciociari nella ripresa con il gol di Valzania al 70′. Pareggia, invece, l’Atalanta che impatta per 1-1 tra le mura amiche contro il Chievo. Lazio-Parma 4-1 (22′ Marusic, 26′, 38′ Alberto, 44′ Lulic, Sprocati 77′) Empoli-Frosinone 2-1 (20′ Caputo, 38′ Pajac, 70′ Valzania) Atalanta-Chievo 1-1 (31′ Meggiorini, 55′ Ilicic) (tuttonapoli.net)

Il peso della Champions: Massimilano Allegri ha ben chiari i motivi del ko della Juve capolista in casa Genoa, il primo dopo 27 giornate. “Ero convinto di vedere una Juventus diversa – ha detto il tecnico a Sky – Se abbiamo scelto una gara per perdere, diciamo che è stata la partita giusta, perché viene dopo una qualificazione ai quarti di finale di Champions League e prima della sosta. Ora avremo il tempo per recuperare energie mentali e poi ripartire”. Allegri non si e’ pentito della mancata convocazione di Ronaldo (“in una giornata come questa c’era solo bisogno di fare una brutta partita e portare a casa il risultato”): “Ora c’e’ la sosta, c’e’ il tempo per recuperare e riprendere la corsa. Dobbiamo ricaricarci, a partire da me”. In tribuna c’erano gli osservatori dell’Ajax, avversario ai quarti: “Ma non abbiamo certo perso per questo”. Infine un pensiero per l’ex juventino Sturaro: “Felice per lui, non giocava da un anno: il gol gli serviva, e se proprio dovevano segnarlo meglio lui”. (ansa)

A Marassi la Juve cade sotto i colpi di un Genoa solido e che trova i tre punti contro la capolista. Dopo il vantaggio firmato da Sturato, ex bianconero, a sferrare il colpo di grazia contro la Vecchia Signora ci ha pensato l’ex azzurro Goran Pandev, con un tiro ad incrocio a fine di una bella ripartenza del Grifone. Juventus che, dopo essere stata graziata nel primo tempo con un rigore a favore del Genoa poi revocato dal Var, ha trovato la prima sconfitta in campionato, la quarta stagionale dopo i due ko in Champions e la sconfitta in Coppa Italia. (Tuttonapoli.net

Stesse partite giocate e solo un punto di differenza dopo 27 giornate di Serie B tra Brescia e Palermo, 50 contro 49. I rosanero vincono contro il Carpi, che chiude in 9, 4-1 con la doppietta di Nestorovski e i gol di Falletti e Puscas, inutile il momentaneo 2-1 di Mustacchio. Finisce 1-1 invece l’altra gara del pomeriggio tra Venezia e Cremonese. Succede tutto nel primo tempo, prima Del Fabbro di testa poi il rigore di Citro.

(sportmediaset)


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