Sassuolo: non chiamatelo miracolo

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sassuoloSassuolo – Athletic Bilbao 3-0 (0-0)

60′ Lirola, 75′ Defrel, 82′ Politano

Questa la definizione della parola miracolo che trovate sul dizionario: “Fatto che si ritiene dovuto a un intervento soprannaturale, in quanto supera i limiti delle normali prevedibilità dell’accadere o va oltre le possibilità dell’azione umana”. Ecco, la vittoria di ieri sera del Sassuolo contro l’Athletic Bilbao non è stata un miracolo. Non ci sono stati interventi soprannaturali, niente è avvenuto per qualcosa che va oltre le possibilità umane.

Semmai il Sassuolo ha confermato la neonata legge del Mapei Stadium, quella del tre (3-0 a Lucerna e Stella Rossa nei preliminari, stesso risultato ai baschi), per un’altra definizione data dal dizionario: “Fatto straordinario e superiore alle possibilità comuni. O anche intervento capace di modificare radicalmente una situazione”. Ecco, qui già ci avviciniamo di più alla verità.

Il Sassuolo ha compiuto qualcosa di straordinario, ma non ieri sera, non solo. Parliamo di un percorso iniziato nel 2006, con il debutto in Serie C1 (oggi Lega Pro), proseguito con le promozioni in B e poi in A nel 2013. La legge del tre torna anche qui: tre stagioni dopo il debutto nella massima categoria, infatti, il Sassuolo si trova a competere in Europa. E di chi è stato l’intervento capace di modificare radicalmente la situazione? Del patron Squinzi prima, di Eusebio Di Francesco poi. Presidente e allenatore che hanno un’idea comune e chiara: puntare sulla programmazione, sui talenti di casa nostra (in prevalenza) e sul calcio offensivo (il più delle volte).

È stato dunque il lavoro quotidiano che ha portato il Sassuolo a essere una delle realtà maggiormente solide nel panorama calcistico italiano. E, a questo punto, si candida per diventarlo anche fuori dai confini nazionali. La dimostrazione ultima è stato, appunto, il successo maturato contro il quotatissimo Athletic Bilbao. I baschi hanno una bacheca che spurga titoli: 8 campionati spagnoli, 23 Coppe del Re, 2 Supercoppe di Spagna. E al Mapei arrivavano da quattro successi nelle ultime cinque gare disputate in Europa.

Mica robetta. Ma, come detto, il Sassuolo vuole diventare grande e il biglietto da visita del primo percorso assoluto in una competizione continentale raccontava di quattro risultati utili consecutivi (due vittorie e due pareggi). Ora sono cinque con la ciliegina sulla torta della scorsa serata. Prova di maturità ennesima superata: sofferenza, carattere, scaltrezza, determinazione e a tratti bel gioco. Questi gli ingredienti con i quali Di Francesco e i suoi hanno irretito gli spagnoli.

Il primo tempo è stato di attesa, il pallino del gioco non ha quasi mai abbandonato la metà campo ospite. Ma il possesso palla non basta, si sa; dalle parti della porta neroverde i pericoli sono stati pochini, anche un po’ per la scelta basca di tenere in panchina un bomber come Aduriz (121 reti con la maglia biancorossa).

Nella ripresa il Sassuolo lascia scorrere il primo quarto d’ora senza accelerare, poi la musica cambia. La fiammata improvvisa che indirizza il match è di uno spagnolo classe ’97, professione terzino: Pol Lirola, bravo a trovare caparbiamente il gol che vale l’1-0. A questo punto l’Athletic attacca a testa bassa nella ricerca del pari, ma commette fisiologicamente l’errore di scoprirsi troppo. Così Defrel prima (75’) e Politano più avanti (82’) scrivono la parola fine sulla serata magica dei padroni di casa.

A sottolineare l’impresa ci ha pensato lo sponsor tecnico, Kappa, che per l’esordio del Sassuolo ai gironi di Europa League ha creato una maglietta nuova e celebrativa. Prodotta in poche centinaia di pezzi, siamo certi che tra qualche tempo diventerà un oggetto di culto e valore; da esibire un domani in una serata di nostalgia pallonara, magari condita dalle parole “io c’ero, ma non chiamatelo miracolo”.


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