Champions: Atletico Madrid di rigore, City al massimo con il minimo

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Atletico MadridAtletico Madrid – Psv Eindhoven 0-0 (and. 0-0, 8-7 d.c.r.)

Che l’Atletico Madrid fosse una solida realtà europea, non era una novità nemmeno prima del ritorno degli ottavi di Champions. La prova dell’ottimo ciclo targato Simeone è sotto gli occhi di tutti: Europa League e Supercoppa Uefa conquistate nel 2012, la finale di Champions disputata nel 2014 (persa contro il Real) e 3 anni consecutivi tra le migliori 8 del Vecchio Continente. Un quinquennio in crescita, ricco di vittorie e conferme tanto all’estero quanto in Patria. Eppure ci sono voluti i calci di rigore, ieri sera nella bolgia del Vicente Calderòn, per avere ragione del Psv Eindhoven.

Gli olandesi mancavano dalla griglia delle 16 regine d’Europa da quasi un decennio, ma non hanno dimenticato come si mette in difficoltà il favorito di turno. La squadra di Cocu ha imposto lo 0-0 all’Atletico Madrid sia nella gara di andata che nel return match (mai successo nella fase a eliminazione diretta da quando esiste la Champions League). Il progetto del Psv somiglia a quello che 5 anni fa imbastirono i Colchoneros: costruire un gruppo competitivo che durasse nel tempo. L’età media gioca a favore degli olandesi (24,2 contro 26,2 dell’Atletico Madrid), la solidità societaria anche (bilancio a +29,21 milioni di euro per il Psv, a +11,69 per gli spagnoli). I meri numeri non sempre spiegano ciò che accade sul campo, nel caso in questione però ci vanno molto vicino.

Atletico Madrid e Psv sono davvero molto simili, anche per quel che riguarda l’impostazione mentale degli 11 in campo: calcio propositivo, poco conservativo, improntato alla fase offensiva. Quando la stessa mentalità si trova a incrociare le armi, o ne viene fuori un fuoco d’artificio dopo l’altro, oppure la tendenza è quella di annullarsi a vicenda. Questo è accaduto nei 180′ tra il Psv e la banda Simeone (complici anche le ottime prove dei rispettivi portieri, Zoet e Oblak). Come detto, poteva servire soltanto la lotteria dei rigori per decretare un vincitore: ha detto bene all’Atletico Madrid, ma Cocu e i suoi sono usciti a testa alta e con pochi rimpianti.

CitizensManchester City – Dinamo Kiev 0-0 (and. 3-1, tot. 3-1)

I Citizens portano a casa la storica qualificazione ai quarti di Champions League con il minimo sforzo: gli uomini di Pellegrini dovevano amministrare il 3-1 maturato in Ucraina, quindi avevano un buon margine per lasciare il pallino del gioco alla Dinamo e tentare di pungere in contropiede. Missione compiuta sotto tutti i punti di vista: Hart ha blindato la porta e l’occasione più netta è stata di marca City (palo di Navas al 60′).

L’unico neo nella prova del Manchester riguarda gli infortuni di Kompany e Otamendi. Non esattamente una coppia centrale qualunque, dal momento che i sostituti Mangala e Demichelis hanno rischiato seriamente di rompere le uova nel paniere britannico. Dalle loro distrazioni, infatti, sono nati i maggiori pericoli (per fortuna inglese la precisione nei passaggi di Iarmolenko era ai minimi storici).

Tutto è bene quel che finisce bene, sostanzialmente. Peccato soltanto che nel prossimo turno di Premier il City dovrà affrontare lo United nel derby numero 154 (domenica 20 marzo, Etihad Stadium, ore 17). Tra la banda Pellegrini e i Red Devils ballano 4 punti (City 51, Utd. 47) e la rincorsa è quella che vale l’Europa League. Non premesse esaltanti; e per i Citizens, forse privi della coppia centrale titolare, dovrà probabilmente bastare la coda dell’entusiasmo per il passaggio ai quarti in Coppa Campioni.

 


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