Parma e Cesena e quella domenica che non t’aspetti
Di Daniele Grattieridi Lorenzo Cristallo
Nella settimana in cui scoppia il caso Lotito. Il presidente della Lazio e membro della Federazione in un’intercettazione telefonica affermava all’amministratore delegato dell’Ischia che un calcio dove possano prendere il sopravvento le cosiddette “piccole” porterà a breve tempo ad un tracollo economico di questo sport. Carpi e Frosinone in serie A sono una bestemmia per il marketing e la vendita dei diritti tv. Nel frattempo Carpi e Frosinone non sono saliti matematicamente in serie A, un’eventuale promozione dovrà essere ancora conquistata sul campo ma nel frattempo una rivincita di Davide contro Golia c’e’ stata ed è andata in scena nella giornata di ieri.
Parma e Cesena, le cenerentole di questo campionato appaiate rispettivamente all’ultimo e penultimo posto in classifica hanno fermato la marcia in vetta di Roma e Juventus. I ducali dal passato glorioso e membro importante delle vecchie sette sorelle di fine anni 90 sono alle prese con gravosi problemi economici. Cambi di presidenti come se fossero jeans e stipendi che tardano ad arrivare. La battaglia più importante per i gialloblu si gioca fuori dal campo, dove il destino del club è legato quest’oggi al nome di Manenti, manager bresciano che ha rilevato il pacchetto di maggioranza del Parma. Intanto gli undici di Donadoni pur tra mille difficoltà oggettive ieri sono scesi in campo all’Olimpico tutt’altro da sparring partners. Pur con un catenaccio stile anni 70 hanno imbrigliato la Roma che ha provato in mille modi ad andare a segno. I giallorossi hanno provato a scardinare il bunker parmense ma non ci sono riusciti. Un pareggio, uno 0-0 che ha testimoniato che il Parma onorerà fino all’ultimo il campionato e non ci sarà nessuna ombra di partite truccate così come aveva sospettato il presidente dell’AIC , Damiano Tommasi.
In serata a questo punto la Juventus aveva le carte in regole per allungare in classifica dai giallorossi, portarsi a nove punti di distanza ed ipotecare il discorso scudetto. Queste congetture però non hanno tenuto conto che un’altra “piccola” aveva voglia di ribellarsi a questo destino beffardo, aveva voglia di lasciare il segno e di far capire a Lotito e a chi la pensa come lui che nel calcio c’è spazio per tutti e non ci sono diritti tv che tengano. I romagnoli scesi in campo con una proverbiale grinta e aggressività, hanno sorpreso la Juve, specie ad inizio match, tanto è vero che il Cesena è passato in vantaggio con una rete di Djuric. Dopo un po’ di minuti la Juve schiarisce le idee, torna a giocare da grande squadra e con orgoglio prima pareggia con Morata e poi si porta in vantaggio con Marchisio, alla sua duecentesima partita in serie A con la maglia della Juventus.
Fino a qui, nulla di strano, i benpensanti diranno “Mah sì, il Cesena ci ha provato, ma mai Davide potrà sconfiggere Golia”. Ed invece in una ripresa che vede i bianconeri di Allegri poco concentrati e pericolosi ecco sbucare dal cilindro il guizzo di Brienza che da fuori area fulmina Gigi Buffon. E le sorprese non finiscono qui perché a pochi minuti dal termine, l’arbitro Russo decreta un rigore a favore della Juve per un fallo di mani di Lucchini su rovesciata di Llorente. Dagli undici metri va Vidal ma siccome questa domenica sarà ricordata come la giornata in cui le “piccole” sgambetteranno le “grandi”; il cileno prende la rincorsa, tira, spiazza Leali ma la palla scivola a lato, fuori dallo specchio della porta. Al “Manuzzi” finisce 2-2.
Il calcio è anche questo, imprevedibilità, nulla è scritto, nulla è scontato. Forse Lotito e company questo non lo sanno o forse per questioni economiche fanno finta di non saperlo. In questa “industria” così come in molti la chiamano, c’è spazio per tutti perché chiunque riesce a regalare emozioni e sorprese inaspettate. Parma e Cesena sono state l’esempio di ciò.
Commenta o partecipa alla discussione