Juventus: alla ricerca della grinta perduta
Di Emanuele SaccardoIl succo del momento delicato della Juventus è tutto nella presa di coscienza di Leonardo Bonucci. Il senatore bianconero, direttamente da Instagram, scrive: “Fame, palle, intensità. Loro sì, noi no. Zero alibi, poche chiacchiere”. Sintesi perfetta di quello che si è potuto vedere al Franchi tra Fiorentina e Juventus, posticipo domenicale della ventesima di Serie A.
Nonostante la Juve arrivasse da 4 successi consecutivi in campionato, la sensazione maturata nell’ultimo mese intorno al gruppo di Allegri era ed è di quelle che non lasciano tranquilli. Dalla certezza del passaggio agli ottavi di Champions in avanti, la Juventus ha cominciato a smarrire qualcosa di più importante dei 3 punti: la grinta. Le sconfitte sono arrivate di conseguenza.
Al di là di un fisiologico calo fisico – abbastanza prevedibile in questo periodo se si vuole arrivare al top da metà febbraio in avanti -, quello che preoccupa è la flessione mentale. La Supercoppa di Doha, la mezza rimonta dell’Atalanta in Coppa Italia, ieri la netta supremazia della Fiorentina: tre indizi che rischiano di fare una prova concreta e pericolosa se Buffon e soci non sapranno invertire la tendenza.
Un po’ del suo ce lo ha messo anche Allegri, che a Firenze ha lasciato Pjanic in panchina e insistito su di un Chiellini debilitato dalla febbre. Ma al di là delle scelte discutibili di un allenatore, resta che chi va in campo deve dare tutto ciò che ha per vincere una partita. Specie quando si va nella tana di una squadra, la Fiorentina, ancora imbattuta in questa stagione tra le mura amiche.
Troppo molle la Juventus, troppo remissiva in mezzo al campo (dove qualcosa in termini di qualità continua a mancare) e troppo lenta a reagire ai due schiaffi di Kalinic e Badelj. Non è bastato il sedicesimo gol stagionale di Higuain, quei troppo hanno fatto la differenza in negativo. E che il vantaggio Viola sia stato viziato da una gamba tesa di Bernardeschi, non può e non deve essere una scusante.
La quarta sconfitta in trasferta su 9 partite disputate, dunque, è per la Juventus qualcosa in più di un semplice campanello d’allarme. La Roma adesso è a -1, il Napoli è di nuovo lì a -4; e la Lazio, prossima avversaria dei bianconeri, ha la ghiotta opportunità di portarsi a -2 dalla cima della Serie A. Vero è che la Juventus deve ancora recuperare la gara contro il Crotone, un ostacolo sulla carta molto più che abbordabile. Visti i tempi, tuttavia, nessun match è di semplice codifica per Allegri & C., anche considerando che – in parte – la testa bianconera va anche al quarto di Tim Cup contro il Milan in programma il prossimo 25 gennaio.
Un precedente recente potrebbe comunque autorizzare una spruzzata di ottimismo nel day after della sconfitta di Firenze: nel 2013, infatti, la Juventus di Conte uscì con le ossa rotte dalla sfida del Franchi; dopo il doppio vantaggio, la Vecchia Signora si fece rimontare e superare sino al 4-2 definitivo in favore della Viola. Era il 19 ottobre, ottavo turno. Alla fine del campionato quella Juventus fece il record di punti (102) con un distacco siderale dalla Roma seconda (giallorossi a -17). E non va dimenticato che, l’anno passato, Allegri è stato protagonista di una remuntada di un certo livello sulla concorrenza. Chiedere a Sarri per conferma.
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