Ventura: un altro c.t. contro l’incoerenza del nostro calcio

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Giampiero VenturaQuando si parla di Nazionale, si è sempre alle solite. Il c.t. di turno (in questo caso, Ventura) viene visto come un visionario se chiede più tempo e più spazio, i club di Serie A osteggiano qualunque sua proposta. Poi, se i risultati non arrivano, torniamo a parlare di un calcio indietro anni luce rispetto a quello di altri Paesi. Quest’ultima parte del discorso è applicabile anche alle sorti delle squadre che rincorrono un piazzamento nelle Coppe, cui spesso segue un cammino che si interrompe precocemente perché manca qualcosa.

Ma cosa manca? Programmazione, tutela e crescita dei giovani essenzialmente. Tranne qualche esempio semi isolato (Sassuolo, Atalanta e in parte il nuovo Milan). Questo pseudo deserto si riflette giocoforza sulla Nazionale italiana. Ma di chi è la responsabilità? Facile: per i Club sono gli allenatori, per l’Italia è Ventura. Prima Conte, prima ancora Prandelli.

Non se ne esce. Questa sorta di schizofrenia, di incoerenza costante non cessa. Mai. La ritroviamo nelle parole di Marotta che, interpellato a proposito della proposta di Ventura volta ad anticipare il prossimo campionato per preparare al meglio la decisiva sfida contro la Spagna (2 settembre 2017), ha cassato subito l’idea. Inconciliabile con la preparazione estiva delle squadre e gli impegni nelle diverse competizioni. Opinabile. Anche perché lo stesso Marotta aggiunge (forse riconosce o forse sottolinea) che “all’interno della rosa della Nazionale comunque ci sono diversi giocatori che provengono da Leghe straniere. Credo ci siano degli impedimenti oggettivi”.

Ventura, da par suo, aveva avuto modo di confermare una parte del Marotta-pensiero: “Cominciare il prossimo campionato il 13 agosto? Sì, ma sì, giocano tutti”. Appunto. Quindi, si potrà fare, no? Ma, come anticipato, il nostro calcio è ostaggio di un’incoerenza cieca e conservatrice oltre ogni ragionevolezza. Peccato, perché questa sera l’Italia incontrerà la Germania, un esempio di programmazione decennale (Ventura dixit).

I tedeschi, al netto della polemica post San Marino dalla quale non sono venuti fuori – diciamo – molto sportivamente, restano comunque un punto di riferimento per quello che riguarda la lungimiranza. Sia in termini di inserimento graduale dei giovani che di rinnovamento delle strutture (stadi, centri sportivi e quant’altro), quindi di ricavi. Denaro, in ultima analisi, parzialmente utile a reinvestire nel settore, alimentando così un circolo virtuoso.

Noi siamo ancorati al circolo vizioso. Ventura ci prova, nella fattispecie lascia intuire quali possono essere le mosse giuste per la linea verde del nostro pallone: “Gli stage servirebbero perché alcuni giovani non sono pronti a indossare questa maglia”. E ancora: “Se invece facciamo un discorso di programmazione mi auguro che in un prossimo futuro ci sia modo di programmare qualche partita così da far crescere questi ragazzi”. Ma il Marotta-pensiero resta assai diffuso.

Non aspettiamoci perciò una gara alla pari, questa sera contro i campioni del Mondo, a prescindere dall’impegno che fisiologicamente verrà profuso dai ragazzi di Ventura. Dopotutto, è pur sempre Italia-Germania. Basta questo per trovare motivazioni, anche se sei un giovane imberbe come Bernardeschi, o Rugani, o Romagnoli. La storia del nostro calcio, quando si è trattato di successi, ha spesso fatto rima con l’inno nazionale teutonico. Proprio per questo, in caso di grande prova da parte dell’Italia, non gridiamo comunque al miracolo. A prescindere, ricordiamo una cosa: seppure a singhiozzo e con il tempo contato, Ventura viaggia alla stessa velocità della Spagna, nel Gruppo G delle qualificazioni a Russia 2018.

La solita storia della nostra Nazionale, insomma: a fatica e contro il pensiero comune, un po’ conservatore e un po’ tiepidamente sbadigliante quando si tratta di Italia, gli Azzurri sono sempre lì a giocarsela. Adesso con Ventura. Prima con Conte, prima ancora con Prandelli, prima del prima con…

 


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