Le grandi squadre che non hanno vinto il mondiale: Austria anni ’30

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Nazionale Austria

Nella storia del calcio ci sono nazionali che sono arrivate al Mondiale col ruolo di favorite, con un curriculum di prim’ordine e assolutamente superiore a qualsiasi altra avversaria. Ma succede sempre qualcosa che impedisce che accada quello che tutti si aspettano. È successo più volte e in questo articolo vediamo alcuni casi, i più eclatanti.

Cominciamo la nostra storia dagli anni ’30 e precisamente parliamo dell’Austria, allenata all’epoca da Hugo Meisl, un vero e proprio ‘deus ex-machina’ del calcio austriaco. A lui si devono la nascita della federazione austriaca nel 1904, della lega professionistica nel 1924, della Mitropa Cup nel 1927 e della Coppa Internazionale lo stesso anno. Dopo una breve carriera da calciatore, intraprende l’attività di arbitro e successivamente, oltre al ruolo dirigenziale, diventa commissario tecnico della nazionale austriaca dal 1912 al 1937, salvo il periodo della Prima guerra mondiale, nella quale combatte sul fronte dell’Isonzo.

Il suo periodo migliore è la prima metà degli anni ’30. In questo periodo incontra spesso sulla sua strada Vittorio Pozzo, commissario tecnico dell’Italia, di cui comunque è un grande amico. I due si contendono la prima edizione della Coppa Internazionale che andrà all’Italia, proprio all’ultima partita. Con una vittoria in trasferta contro l’Ungheria, l’Italia scavalca in classifica l’Austria e conquista il suo primo trofeo in assoluto. Nella seconda edizione della Coppa, è invece Meisl che va a conquistare il primo trofeo per l’Austria, che a tuttora è anche l’unico. In quell’occasione, l’Austria perde solo una partita, la prima contro l’Italia (2-1), ma si riscatterà al ritorno, battendo la squadra di Pozzo, con identico risultato.

Nel resto del torneo mette a segno quattro vittorie e tre pareggi e grazie alla sconfitta dell’Italia nell’ultima partita contro la Cecoslovacchia, vince il torneo con 11 punti, lasciando l’Italia a 9. La squadra di Meisl viene soprannominata Wunderteam, la squadra delle meraviglie; fra il 1931 e il 1932 inanella quattordici risultati utili consecutivi e arriva alla vigilia del Mondiale italiano del ’34 con uno score di tre sole sconfitte su trentuno partite, considerando il periodo dal 1931 al 1934, prima del Mondiale. Vediamone alcuni giocatori fra i più significativi. Cominciamo dal portiere: Peter Platzer.

Giocatore dell’Admira, ha al suo attivo una finale di Mitropa Cup, persa contro il Bologna; in Nazionale gioca 31 volte e dopo l’Anchluss difende per due volte la porta della Germania, giocando anche contro l’Italia. Il terzino Karl Sesta ha al suo attivo, con la maglia dell’Austria Vienna, due coppe austriache e una Mitropa Cup. In Nazionale gioca 44 partite, più tre con la Germania dopo l’Anschluss. Il capitano del Wunderteam è Josef Smistik, capitano anche del Rapid Vienna; per lui una Mitropa vinta, dopo due finali perse e 39 presenze nella Nazionale austriaca. Karl Zischek resta famoso per una tripletta rifilata all’Italia in Coppa Internazionale, nella partita di Torino dell’11 febbraio 1934, pochi mesi prima del Mondiale.

La sua squadra è il Wacher Vienna, con la quale ottiene la doppietta campionato-coppa nella stagione 1946-47, l’ultima da calciatore; per lui 40 presenze nel Wunderteam. E terminiamo con Mathias Sindelar, forse il più conosciuto, soprattutto per il suo rifiuto di giocare per la Germania dopo l’annessione e per la sua misteriosa morte, molto probabilmente legata a questo rifiuto. È considerato il miglior giocatore austriaco di tutti i tempi e il primo ‘falso nueve’ della storia. Con l’Austria Vienna vince un campionato, 5 coppe e due Mitropa Cup, nella quale è il primatista assoluto di gol segnati. In Nazionale 43 presenze e 26 gol, oltre a una presenza e un gol nella partita non ufficiale contro la Germania il 3 aprile del ’38, organizzata per ‘festeggiare’ l’annessione dell’Austria. In quell’occasione l’Austria vince 2-0.

Al Mondiale l’Austria è sicuramente tra le favorite. Il debutto però non è dei più facili; nell’ottavo di finale giocato a Torino, batte 3-2 la Francia, ma solo ai supplementari e questo suona un po’ come campanello d’allarme. Nei quarti l’Austria batte 2-0 l’Ungheria e in semifinale si ritrova contro, per l’ennesima volta, l’Italia. Gli Azzurri vincono 1-0 con gol di Guaita, contestato dagli Austriaci per un molto più che presunto fallo di Schiavio su Platzer, che non riesce ad intervenire sul tiro dell’italo-argentino. L’Austria non si consola nemmeno nella finale del terzo posto, nella quale perde 3-2 contro la Germania.

Il Wunderteam non avrà altre possibilità non solo di vincere un Mondiale, ma nemmeno di partecipare. Il 17 febbraio del 1937, Hugo Meisl muore per un attacco cardiaco, mentre è in corso di svolgimento la quarta edizione della Coppa Internazionale. Il 20 marzo successivo Austria e Italia si affrontano a Vienna. Sul 2-0 per l’Austria, l’arbitro, lo svedese Olsson, espelle al 74° l’austriaco Jerusalem e il pubblico inizia a tirare in campo di tutto. La partita viene sospesa, ma non verrà più rigiocata, perché un anno dopo Hitler invaderà l’Austria, annettendola.

Viene così cancellata, non solo una nazione che fino a poco più di vent’anni prima era un impero, ma anche una delle più forti squadre nazionali della storia, che aveva già ottenuto la qualificazione ai Mondiali del ’38 in Francia, dove però non andrà mai. Della storia di Hugo Meisl e della Coppa Internazionale se ne parla anche nel libro ‘Storie del Calcio’, disponibile su Amazon.


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