Vince l’Inter. Analisi e commenti della giornata.

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Il ritorno del Ninja. Con un gol e una grande prestazione a tutto campo, Radja Nainggolan trascina l’Inter alla vittoria per 3-1 in casa del Frosinone nel posticipo della 32esima giornata di Serie A. Un successo sofferto quello dei nerazzurri, maturato nel primo tempo con le reti proprio di Nainggolan e Perisic su rigore, consolidata in pieno recupero dal gol di Vecino dopo che il Frosinone aveva riaperto i giochi con Cassata. Un successo che consente alla squadra di Spalletti di consolidare il terzo posto in classifica raggiuingendo quota 60 punti, +5 sul Milan e soprattutto +6 sulla Roma quinta. Dopo due vittorie consecutive, invece, si ferma la marcia del Frosinone che resta penultimo e scivola a -8 dalla quota salvezza. La squadra di Baroni è sembrata troppo timorosa in avvio, tardiva la reazione nella ripresa.Spalletti conferma Icardi al centro dell’attacco nonostante il recupero di Lautaro Martinez, che si accomoda in panchina. Alle spalle dell’ex capitano ci sono Politano, Nainggolan e Perisic. L’altra novità è a centrocampo, dove al posto dell’infortunato Brozovic c’è Borja Valero al fianco di Vecino. Nel Frosinone, invece, Baroni si gioca le ultime chance di salvezza con la coppia offensiva composta da Pinamonti e Ciofani.Nel primo tempo è l’Inter a fare la partita, con il Frosinone che difende con tutti i giocatori dentro la propria metà campo. Dopo venti minuti di studio, alla prima vera occasione la squadra di Spalletti passa in vantaggio con un bel colpo di testa di Nainggolan su cross molto preciso di D’Ambrosio. Il belga in evidente crescita di condizione torna al gol dopo tempo immemore, una rete però che potrebbe risultare fondamentale in chiave Champions League. Immediata reazione del Frosinone, vicino al pareggio con un colpo di testa su calcio d’angolo di Paganini di poco alto. Ci prova poi anche Pinamonti dalla distanza, ma il suo destro è debole fra le braccia di Handanovic. L’Inter prova a gestire con meno apprensione, cercando di sfruttare ancora gli inserimenti di Nainggolan. Poi poco dopo la mezzora Massa assegna un rigore generoso all’Inter per una trattenuta di Chibsah ai danni di Skriniar, su azione di calcio d’angolo. Dal dischetto a sorpresa ci va Perisic e non Icardi, il croato non trema e spiazza Sportiello. Prima dell’intervallo, i nerazzurri sfiorano anche il terzo gol con Politano fermato solo da un super Sportiello. Nella ripresa, il Frosinone con grande generosità e coraggio prova a forzare i ritmi nella metà campo interista. Ciociari pericolosi subito con un colpo di testa di Ciofani su cross di Beghetto, di poco fuori. I nerazzurri si limitano a controllare, anche se quando possono accelerare con Politano sono sempre pericolosi. A furia di cincischiare, però, l’Inter consente al Frosinone di tornare in partita con il gol di Cassata al 62′. Sul tiro dal limite del centrocampista scuola Juve non è impeccabile Handanovic. Proprio Cassata è costretto subito ad uscire per infortunio, al suo posto Baroni si gioca la carta Ciano. La squadra di Spalletti accusa il colpo, mentre i padroni di casa spinti dai propri tifosi iniziano a crederci e sfiorano il clamoroso pareggio con una punizione mancina di Ciano che sfiora l’incrocio dei pali. Il tecnico nerazzurro prova a correre ai ripari, inserendo Keita per Perisic. Dentro anche Gagliardini al posto di un acciaccato Borja Valero. Per lo spagnolo risentimento ai flessori della coscia sinistra. Finale di sofferenza per l’Inter, anche se ad avere le chance migliori è Icardi che negli unici sussulti della sua partita sbaglia due volte a tu per tu con Sportiello. In pieno recupero è Vecino a chiudere la partita firmando in contropiede la rete del 3-1 su assist proprio di Icardi.

I facts post-match di FROSINONE – INTER

L’Inter ha vinto tutte le quattro sfide di Serie A contro il Frosinone con un punteggio complessivo di 11-1. Il gol di Francesco Cassata è stato l’850º realizzato in questa Serie A. Quello di Cassata è il primo gol che l’Inter subisce dal Frosinone in Serie A. L’Inter ha trovato il gol con il primo tiro nello specchio effettuato contro il Frosinone. L’Inter ha trasformato tutti e sette i calci di rigore calciati in questa Serie A. Quello di Vecino è il 50º gol in questa Serie A per l’Inter. Due dei quattro gol di Nainggolan con l’Inter in Serie A sono arrivati di testa – nessuno dei 35 segnati con la Roma nella competizione era arrivato con questo fondamentale. Quarto gol in questa Serie A per Radja Nainggolan, che eguaglia il bottino realizzativo della scorsa stagione. Nainggolan non trovava il gol in trasferta in Serie A dallo scorso settembre, contro il Bologna. singola partita di Serie A dal gennaio 2016 con la maglia della Roma (sempre contro il Frosinone).Sei tiri in questo match per Radja Nainggolan, che non ne tentava così tanti in una Tutti gli ultimi cinque gol di Ivan Perisic in campionato sono stati messi a segno in trasferta. (raisport.it)

La Lega Serie A non fa dietrofront. Il Consiglio ha confermato che il prossimo campionato comincerà nel fine settimana del 24-25 agosto, “secondo quanto deciso a suo tempo per venire incontro all’interesse dei tifosi che il 17-18 agosto sono ancora in vacanza”, come spiegano dalla Lega. Varate due settimane fa dal Consiglio, le date della Serie A 2019/20 hanno successivamente sollevato qualche perplessità in alcune società che, per arrivare alle coppe europee con una partita in più nelle gambe dei calciatori, preferirebbe ricominciare il 17-18 agosto, come Bundesliga e Liga, anticipate addirittura dalla Premier League, al via il 10-11. Ha storto il naso anche la Federcalcio, per la scomparsa del Boxing Day natalizio, e in particolare per la chiusura del campionato il 24 maggio, che impedirebbe di mettere nei tempi previsti lo stadio Olimpico a disposizione della Uefa per la gara inaugurale dell’Europeo. E anche al ct Roberto Mancini non dispiacerebbe un finale anticipato, per dare agli azzurri una settimana di riposo prima del raduno per la rassegna continentale. In mattinata tutto sembrava far pensare a un cambio di rotta sul calendario ma poi, nel pomeriggio, in Consiglio è passata la linea di confermare la decisione presa, in una sorta di malcelato braccio di ferro con la Figc. Per risolvere il problema Olimpico, la soluzione più probabile ora è far giocare Roma e Lazio in trasferta all’ultima giornata. Non è escluso che il tema date sia nuovamente discusso nell’assemblea di Lega a inizio maggio. E, ancor prima, nel Consiglio federale di mercoledì, pochi giorni dopo un turno di campionato ricco di tensioni e polemiche che non sono piaciute ai vertici federali come a quelli della Lega. Il Consiglio ha invece espresso grande apprezzamento per le linee guida del piano industriale, illustrate dal nuovo ad della Lega, Luigi De Siervo, che sarà poi presentato alla prossima assemblea: 80 pagine, con le strategie di evoluzione della Lega per allinearsi ai maggiori campionati europei a livello di ricavi, anche in materia di diritti tv. Sarà poi l’assemblea dei venti club a decidere se continuare sulla stessa strada in fase di vendita, o se intraprendere quella del canale tematico. (raisport.it)

“I miei primi mesi nerazzurri? Un po’ di difficolta’ di inserimento c’e’ stato nel passaggio dalla Juventus all’Inter, ma e’ un fatto abbastanza normale”. Lo ha detto l’amministratore delegato dell’Inter, Giuseppe Marotta, ai microfoni di Radio anch’io Sport su Rai Radio 1. “Quello che posso garantire all’Inter e’ soprattutto l’esperienza in questo mondo pieno di insidie – ha sottolineato il dirigente nerazzurro – La Juventus sara’ protagonista in Italia per altri anni, il gap con le altre soprattutto economico, per fatturato e possibilita’ di ingaggiare giocatori, e’ elevato”. Sulle possibilita’ che Icardi resti ad Appiano Gentile dopo il braccio di ferro con la societa’: “Le percentuali sono difficili da fare, il ragazzo sta acquisendo una grande esperienza professionale. E’ una risorsa importante, anche patrimoniale, ha un contratto di altri due anni ed e’ uno tra i migliori attaccanti in circolazione. Tutte le valutazioni verranno fatte al momento giusto, oltre alla volonta’ della societa’ c’e’ anche quella del calciatore. L’abbraccio di ieri con Perisic? Abbiamo gestito una situazione straordinaria che capita nel calcio, i giocatori non devono essere tutti amici ma dei professionisti. Il gesto di ieri e’ stato molto bello e dimostra che il gruppo e’ compatto nel raggiungere uno stesso obiettivo”. “Uno scambio con Dybala? Sebbene sia in un processo di momentanea involuzione, Dybala e’ un giocatore molto forte. A prescindere dalla sue qualita’ tecniche, la differenza la fa l’uomo. E’ giovane e ha qualita’, cosi’ come Icardi”. Sul futuro di Spalletti: “Al di la’ che ha un contratto di altri due anni, l’Inter sta viaggiando verso quelli che sono i suoi obiettivi, con gli stessi punti dello stesso anno e occupando il terzo posto. La Champions e’ alla portata, l’allenatore spero possa raggiungere l’obiettivo: Spalletti non e’ un noefita, e’ giusto dargli fiducia perche’ ha raggiunto risultati importanti. Conte? Le voci sono la conseguenza che Antonio e’ sul mercato e rappresenta il profilo di un allenatore vincente. E’ normale che venga accostato a uno o a un’altra societa’ a secondo di come queste vadano, ma Spalletti e’ a pieno merito il nostro allenatore ed e’ giusto lodarlo per quanto sta facendo”. Per quanto riguarda il prossimo mercato, Marotta ha sottolineato come la proprieta’ stia lavorando per puntellare la rosa con giocatori che portino la mentalita’ vincente, come Godin. Domani la Juventus ha due risultati su tre a favore, ma gli olandesi sono imprevedibili e giocano in casa e fuori con la stessa spensieratezza, come dimostrato con il Real Madrid. La Juve pero’ ha tutte le carte in regola per passare il turno”. Da grande ex, l’amministratore delegato dell’Inter, Giuseppe Marotta, e’ certo che la Juventus, dopo l’1-1 dell’andata, domani possa approdare alle semifinali di Champions League. Proprio per prepararsi al meglio, Allegri ha messo in campo una squadra ‘B’ contro la Spal, facendo gridare al campionato falsato: “Non e’ cosi’ – assicura l’ad nerazzurro – Oggi il pensiero fisso della Juventus, con lo scudetto in tasca, e’ concentrarsi sulla Champions. Anche se Allegri avesse fatto giocare la migliore formazione, la Juve non dico che avrebbe tirato indietro la gamba, ma avrebbe pensato all’Ajax”. “Sono favorevole alla tecnologia, ci sta aiutando ad eliminare gli errori”. L’amministratore delegato dell’Inter, Giuseppe Marotta, loda l’utilizzo in campionato del Var, anche se migliorabile. “Non e’ uno strumento perfetto – ammette l’ad nerazzurro – I fuorigioco e i falli violenti vengono letti nel migliore dei modi, la difficolta’ e’ nei rigori sui falli di mano, ma cio’ nasce per via dell’Ifab, che non si rende ancora conto che in Italia c’e’ il Var e che quando si deve disquisire sulla volontarieta’ o meno si torna alla soggettivita’. E’ auspicabile ci siano regole piu’ semplici per chi sta al Var”. (raisport.it) Ci sono anche Frenkie De Jong, che nell’ultimo match di Eredivisie vinto in casa per 6-2 sabato pomeriggio contro l’SBV Excelsior è uscito per un problema muscolare, e lo squalificato argentino Nicolas Tagliafico, fra i convocati dall’allenatore Erfik Ten Hag per la partita di domani in Champions contro la Juve, a Torino. De Jong sabato, secondo quanto ha riferito il tecnico dei ‘Lancieri’ di Amsterdam, ha accusato un problema al bicipite femorale della gamba destra. Il playmaker già acquistato dal Barcellona verosimilmente sarà in campo contro la Juve nel probabile centrocampo a tre proposto dagli olandesi. (raisport.it)

(di Fabio Tarantino) – Venti gol quando ha potuto, nella stagione ideale, senza infortuni: Arek Milik s’è regalato l’annata perfetta dopo averne vissute due all’ombra degli altri, vittima degli eventi. Col Chievo ha segnato il ventesimo gol, il numero 17 in campionato, il sesto da fuori area (nessuno come lui in Italia) ed ora sogna una rete decisiva al San Paolo, giovedì sera, contro l’Arsenal. All’età di 25 anni, Milik è nel pieno della propria maturità: quando ne aveva 18, invece, era solo un potenziale campioncino, alto e timido, che lasciò la sua Polonia per trasferirsi in Germania, al Bayer Leverkusen: “Era giovanissimo e, ovviamente, non era ancora l’attaccante che poi è diventato”. Ralf Minge lo ha allenato nelle riserve, il Bayer Leverkusen II, perché Arek giocò poco, in prima squadra, incontrando molteplici difficoltà. “Pagò la giovane età e il primo campionato lontano da casa” spiega a Tuttonapoli.net Minge, 58 anni, oggi direttore generale della Dynamo Dresda, squadra della 2.Bundesliga, la B tedesca. Una testimonianza preziosa a distanza di sette anni. Stagione 2012/13, il diciottenne Milik si trasferisce al Bayer Leverkusen. “Ma giocherà poco, appena sei partite, per questo nella parte finale della stagione si decide di ‘prestarlo’ alla squadra delle riserve”. Perché la sua stagione, al Bayer, è durata appena un anno? “Era molto giovane, era al primo campionato lontano da casa e non aveva ancora raggiunto la maturità necessaria per imporsi in Bundesliga. Esisteva anche un problema di collocazione tattica, avendo appena diciott’anni, che poi ha brillantemente risolto all’Ajax”. Che attaccante era, il giovane Arek? “Era un bravo ragazzo e aveva grandi potenzialità, ma s’intravedevano assieme alla necessità di dover crescere, di fare esperienza. L’avventura all’Ajax lo ha aiutato tanto”. Con lei segnò cinque gol in cinque partite. “Ma in area di rigore aveva presenza, era forte di testa, con un mancino che non passava inosservato. Aveva una qualità, in particolare, che il tempo ha confermato: Milik è bravo ad occupare l’area di rigore. Si trova sempre nel posto giusto al momento giusto. Per intenderci, i suoi gol non sono mai banali o frutto del caso”. Ne ricorda qualcuno in particolare? “Ricordo una partita, su tutte: la Bundesliga era finita, Milik era tornato in Polonia, ma avevamo bisogno di lui per battere lo Schalke 04 all’ultima giornata. Nonostante fosse partito, per lui non fu un problema ritornare in Germania”. Come andò a finire? “Vincemmo 3-0 e Milik segnò una doppietta mostrando grande personalità”. Lo ha seguito, in questi anni? “Lo seguo ancora oggi. So che è stato sfortunato ma so anche che in questa stagione, con Ancelotti, sta segnando tantissimo. Ogni suo gol mi rende felice perché, nel mio piccolo, so di averlo aiutato a crescere. Sono molto orgoglioso del suo percorso”. (tuttonapoli.net)

La buona notizia del report del mattino da casa Napoli: il ritorno parziale in gruppo di Albiol. Ecco il comunicato diffuso dal club azzurro: “Dopo il successo di Verona, il Napoli ha ripreso subito gli allenamenti al Centro Tecnico. Gli azzurri preparano il match contro l’Arsenal in programma giovedì per il ritorno dei quarti di finale di Europa League. La squadra si è divisa in due gruppi. Coloro che hanno giocato dall’inizio al Bentegodi hanno svolto esercizi di scarico. Gli altri uomini della rosa, con il pallone ufficiale della Uefa, sono stati impegnati in attivazione a secco e torello in avvio. Di seguito svolgimento di gioco e lavoro tattico. Chiusura con partitina a campo ridotto. Albiol ha svolto la prima parte di seduta con il gruppo e la seconda fase di allenamento personalizzato sul campo. (tuttonapoli.net)

Alessandro Renica parla a Marte Sport Live: “Mi stanno fischiando molto le orecchie, tutti pensano al mio gol, in vista della gara di ritorno con l’Arsenal. La voglia di vincere a Napoli è tanta. Il Napoli ha tanta qualità, serve solo ritrovare la condizione fisica al top anche perchè l’Arsenal è abituata a giocare in velocità. Bisognerà andare col cuore oltre l’ostacolo e bisognerà essere preparati ad ogni cosa perchè giovedì al San Paolo sarà una battaglia. Koulibaly è una forza della natura, ma da quando manca Albiol, ha perso un po’ la posizione, non la qualità della prestazione. Albiol si fa sentire, chiama bene la linea, la tiene ordinata, cosa che contro l’Arsenal non è accaduto”. (radiomarte.it)

La tentazione del tridente, la consapevolezza che prendere un gol chiuderebbe i giochi, la certezza Milik, che da ieri è mister 20 gol. Sono tanti i pensieri che si affollano sul tavolo di Carlo Ancelotti nel giorno in cui è partito ufficialmente da Castel Volturno l’avvicinamento alla sfida di ritorno contro l’Arsenal di giovedì. Una montagna enorme da calare, un’impresa che resterebbe storica dopo il 2-0 subito a Londra, e che il Napoli vuole provare a fare con tutte le forze per dare un senso alla propria stagione. Il comodo successo di Verona ha rasserenato l’ambiente reduce da due ko e un pari nelle ultime tre uscite, e restituito fiducia ai tifosi che si preparano ad affollare lo stadio San Paolo, richiamati dall’appello di Koulibaly: «Con i nostri tifosi possiamo fare di più», aveva detto il senegalese chiamando a raccolta il pubblico. La cornice di tifosi ci sarà pronta a sostenere Kalidou, ma anche Arek Milik che con la spettacolare rete di ieri a Verona ha raggiunto quota venti gol nella sua prima vera stagione in azzurro dopo il calvario degli infortuni: 17 le reti in campionato, 2 in Europa League e una in Coppa Italia il carniere dell’attaccante polacco che ora preme per scrivere un pezzetto di storia azzurra. I dubbi rimanenti su Milik sono ormai fugati: la doppia rottura delle ginocchia non hanno lasciato strascichi e il bottino di reti parla di un gol ogni 131 minuti, appena 5′ in più del capocannoniere della A Quagliarella. È dalla forma di Milik e dalla necessità di puntare al 3-0 che nasce la tentazione del tridente che Ancelotti ha provato a Verona. Un ritorno all’epoca sarriana che vedrebbe Mertens e Insigne svariare sul fronte offensivo cercando spazi di tiro o l’imbeccata per il polacco. Una tentazione che fa però i conti con la necessità di non scoprirsi troppo ai contropiede del’Arsenal che stasera scende in campo a Watford per il posticipo di Premier League. Anche Emery farà le prove da trasferta in vista del match del San Paolo. Intanto sul fronte delle buone notizie per Ancelotti spicca il ritorno in campo di Raul Albiol che ha superato la degenza dopo l’intervento al tendine rotuleo del ginocchio sinistro e oggi ha fatto la prima parte dell’allenamento in gruppo: difficile possa giocare giovedì sera, ma può essere un’arma importante per il finale di stagione. (ilmattino.it)

L’appello del Papa al mondo del calcio. Mirato al rispetto degli avversri e non solo delle regole. «Mantenete in voi la gioia di giocare e diffondetela in chi vi osserva o tifa per voi; siate consapevoli che lo stile con cui affrontate lo sport rappresenta un modello per i vostri coetanei e può influire, positivamente o meno, sul loro modo di agire». È l’esortazione rivolta da papa Francesco ai partecipanti all’incontro promosso dalla Lega Nazionale Dilettanti nel 60/o anniversario della sua fondazione. Per questo, ha affermato nell’udienza in Vaticano, «abbiate cura di immettere nel tessuto sociale, mediante le mille relazioni che vivete nell’ambito dell’attività sportiva, uno spirito di solidarietà e di attenzione alle persone, al quale la vostra Lega si ispira in modo lodevole ed esplicito». «Avere uno spirito solidale, mediante una ‘partecipazione attiva allo sviluppo della vita sociale e culturale della collettività’ – ha spiegato il Papa -, significa tendere la mano a chi è caduto o ha subito un fallo, oppure zoppica perché si è fatto male; significa non denigrare chi non primeggia, ma trattarlo alla pari; significa comprendere che il campionato non parte se si è da soli, e che anche nella nostra società ci si può salvare solo insieme, mentre ci si perde se si lascia che chi è più debole rimanga ai margini e si senta come uno scarto». «’Dilettantè significa ‘che si dilettà, che si diverte – ha osservato -, e voi dilettanti dovrete ricordare sempre, anche se un giorno diventaste professionisti, che la gioia è l’anima del gioco, e se in te la gioia è sopraffatta dal desiderio del successo o dal disprezzo degli avversari, vuol dire che hai smesso di giocare e hai abbandonato il sano agonismo, che è lo spirito più autentico di ogni confronto sportivo». Per il Papa, «sono tante le doti che devono essere presenti in un bravo giocatore, perché a poco varrebbe saper colpire bene il pallone o superare gli avversari, se poi si fosse incapaci di discutere con calma con l’arbitro o con gli avversari, o non si accettasse di aver sbagliato un rigore o una parata». «Ben consapevole di questo, la Lega Nazionale Dilettanti promuove come suoi valori di riferimento la lealtà sportiva e il rispetto delle regole – ha aggiunto -, in una parola il fair-play, ossia il gioco leale e corretto, vissuto con intensità ma con grande rispetto dell’avversario e di ogni persona che si ha davanti».

(ilmattino.it)


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